26/07/07

FANCULO LA STUPIDITA'


È di assoluta evidenza quanto questa fantasmagorica società dei consumi, immersa totalmente nel turbinio abbagliante di innumerevoli specchietti per allodole, sia una “palestra” attrezzatissima per sviluppare, oltre che le capacità predatorie più impensabili anche la stupidità più disarmante. Ecco un esempio. Domenica scorsa a Panchià mi sono imbattuto in due giovani paesani che indossavano entrambi una maglietta rossa riportante sul dorso la scritta in bianco “fanculo la quiete”. Niente di grave, naturalmente. Si dirà: ragazzate, voglia di trasgressione, semplice e innocuo narcisismo giovanile. Certo. Tutto vero, forse. Resta però la scritta. Esemplarmente appunto pregna di significato. Che la quiete (peculiare e ricercato attributo della montagna) anche ai mille metri della Val di Fiemme sia infatti un lontano ricordo del tempo che fu è cosa assodata, ma che addirittura la si esorcizzi quasi fosse una pestilenza va al di là del nostro più nero pessimismo. Questa è la prova di quanto si sia caduti in basso. Di quanto i nuovi abitatori della montagna siano omologati e conformati assolutamente agli stili della città: alla mancanza di rispetto, al “piacere” di fare rumore, alla irrefrenabile ricerca dell’eccesso e dello sguaiato, eccetera. Ne consegue che la retorica sfoderata ad ogni piè sospinto dai nostri rappresentanti politici e amministrativi, secondo la quale, in fondo, noi saremmo i custodi ideali e perfetti del nostro territorio per la semplice ragione che i nostri avi lo hanno preservato con capacità e lungimiranza è del tutto fuori luogo. Probabilmente se i nipoti o i bisnipoti di quei progenitori ostentano, scherzosamente ma non troppo, l’avversione per la particolarità che più d’ogni altra dovrebbe dare qualità all’ambiente montanaro, significa semplicemente che quegli avi non hanno affatto “trasmesso” quella cultura del rispetto, del limite e della conservazione di cui ci si vanta e hanno preservato questo nostro territorio non per una etica comportamentale a lungo meditata ma probabilmente soltanto per necessità e, forse, peggio ancora, perché privi delle disponibilità economiche e tecnologiche d’oggi giorno. Quei due anonimi giovani valligiani non sono l’eccezione bensì la regola. La verità è presto detta. l’aggressività dell’attività turistica, diretta e indiretta, ha prodotto gravi stravolgimenti territoriali, ambientali e culturali tali da pregiudicare nella popolazione locale in modo irreversibile il senso di appartenenza ad un ambiente delicato, prezioso e unico (dal flagello delle seconde case alle nuove mode dei centri commerciali, dai paesi sempre più ingorgati d’auto alle superstrade di fondovalle dalle “alpine coaster” alle “voliere” per sciatori in alta quota da 1000 W di “musica” in uscita, dalle feste della birra a 2000 metri alle manifestazioni di piazza beach style, baby dance and Co., e giù, giù sino alle dispute politiche per esporre “la Ferrari di Schumacher” vicino all’albergo del consigliere comunale). Ormai la perdita dell’identità montanara è totale. A questo punto, se tanto ci dà tanto, ne siamo certi, le nostre vallate e i nostri paesi sarebbero più rispettati e tutelati se a governarli ed accudirli fossero, anziché i nipotini degli antichi fiemmazzi, direttamente i signori turisti “foresti”.

L’Orco

25/07/07

INQUINANTI


In attesa che l'Amministrazione comunale di Tesero renda finalmente operativo il piano antitraffico a suo tempo promesso pubblichiamo alcuni brevi saggi scritti dal dottor Federico Balestreri referente per l'Italia dell' ISDE (International Society Doctors for the Environment)dedicati alle problematiche tutt'altro che marginali legate alla mobilità autoveicolare.

L’uomo, costituisce la causa primaria, ma allo stesso tempo il bersaglio degli inquinanti urbani, anche in ragione del fatto che 2/3 della popolazione mondiale vive nelle città. Dopo la loro emissione, gli inquinanti sono soggetti a processi di diffusione, governata dai fattori chimico-fisici, meteo-climatici ed orografici dell’area. Subiscono trasformazioni, dovute alle loro interazioni chimiche e a quelle con la biosfera, ed accumulo, determinato dalla ripartizione degli stessi nelle diverse matrici ambientali (aria, acqua, suolo ed esseri viventi). Per esposizione di un organismo, si intende il contatto con una determinata concentrazione di inquinante per un certo tempo. La dose interna, è la quantità che viene assorbita, e dipende dalle caratteristiche dell’inquinante e da quelle dell’organismo. La dose biologicamente efficace, è la quantità nel sito-bersaglio, dove si esplica l’azione tossica. Questa è caratterizzata dalle cinetiche di distribuzione, metabolismo ed escrezione dell’inquinante stesso (14). La popolazione reagisce in modo eterogeneo agli inquinanti, in base a caratteristiche individuali, quali: l’età, il sesso, il genotipo, le patologie preesistenti, lo stato di nutrizione e lo stile di vita. I criteri seguiti per fissare i livelli di inquinanti, ai quali la popolazione può essere esposta, sono stabiliti, per i composti non cancerogeni che manifestano effetti tossici, al livello in cui il modello dose-risposta, non ha evidenziato alcun effetto. Per i composti cancerogeni, che non sono caratterizzati da una soglia, viene selezionato un livello di rischio “accettabile”, vale a dire una fatalità, compresa fra 1/100.000 (10-5) e 1/1.000.000 (10-6).

Emissioni dei motocicli 50cc. rispetto alle auto catalitiche
CO:
50 volte

Idrocarburi incombusti:
220 volte

Benzene:
40 volte

NOX:
2 volte

Polveri:
75 volte
Fonte Enea 1998

Comunemente, per valutare l’esposizione di una popolazione, si fa riferimento ai dati forniti dalle centraline di monitoraggio, che pur fornendo dati utili per salvaguardare i cittadini da pericolosi picchi di concentrazione, rappresentano una semplificazione di un fenomeno molto più complesso. Non vengono considerate infatti, la mobilità della popolazione, le variazioni spaziali e temporali degli inquinanti, ed il notevole contributo agli effetti sanitari, dato dall’ingestione degli stessi, attraverso la catena alimentare. La pioggia, invocata come salvatrice dei blocchi alla circolazione, abbatte le polveri, facendole ricadere al suolo. E’ curioso osservare come pochi, si siano posti il problema di quale sia il loro destino, una volta ricadute a terra. La risposta è abbastanza ovvia: finiscono nei corsi d’acqua, e nelle falde acquifere. Le acque reflue stradali urbane, dovrebbero essere raccolte dai depuratori e restituite all’ambiente prive delle sostanze inquinanti, ma anche grandi metropoli, non sono a tutt’oggi dotate di impianti di depurazione (in Italia ad esempio: Milano). Nelle città dotate del depuratore, finiscono generalmente nei fanghi, usati ormai da anni come fertilizzanti in agricoltura. In sintesi o li respiriamo o li introduciamo con la dieta. Spesso gli studi in vitro, riguardano singole sostanze e non le complesse miscele degli stessi, che sono comunemente presenti nell’ambiente. Tali miscele sono complicate, dalle dinamiche delle reazioni chimiche che avvengono tra gli inquinanti stessi. Gli effetti dose-risposta, possono variare in seguito alle associazioni fra di essi o con una malattia di base. Un inquinante può interferire con le vie metaboliche di detossificazione di un altro, interagire con recettori cellulari, o con il DNA. L’inalazione di una miscela di O3 e NO2 (45ppm+60ppm), ad esempio, confrontata con una miscela di aria-ambiente filtrata o dei singoli composti separatamente, induce una significativa diminuzione della gittata cardiaca durante l’esercizio fisico. Ciò è significativo, riguardo al sinergismo fra inquinanti ambientali. In questo caso specifico, il possibile meccanismo d’azione è l’attraversamento dei composti che si formano, nitrati e nitriti, delle membrane polmonari con ingresso nel circolo ematico, ed effetto vasodilatatore sistemico che a sua volta diminuisce la gittata cardiaca.

Principali inquinanti cancerogeni correlati al traffico veicolare

Benzene:
Leucemie non linfocitiche, Mielodisplasie, Linfoma Hodgking
Benzo(a)antracene

Arsenico:
Cancro Polmone, Stomaco

Benzo(a)pirene
Asbesto:
Cancro Polmone, Pleura

1-3Butadiene
Cadmio:
Cancro Polmone, Rene

Tolueni clorati
Cromo:
Leucemia, Linfoma non-Hodgking

Dibenzoantracene
Nichel:
Cancro Polmone, Rinofaringe

Formaldeide
Catrame:
Cancro Polmone, Vescica, Esofago, Stomaco, Pelle, Rene, Leucemia

Stirene
Radiazione solare:
Melanoma

Fonte IARC Monograph, 2002

L’inalazione di una miscela di SO2, O3, e NO2, riduce la funzionalità polmonare nei soggetti normali e negli asmatici, con un incremento della leucocitosi neutrofila e di altri indici infiammatori come la Prostaglandina E2. Negli asmatici in particolare, l’O3 esercita un effetto infiammatorio aspecifico, in grado di favorire l’ingresso degli allergeni (1). L’inalazione concomitante dei predetti inquinanti provoca una variazione del PH intracellulare dei macrofagi polmonari, cellule deputate alla rimozione di sostanze estranee, con alterazione funzionale degli stessi (5). Uno studio condotto nella contea di Los Angeles dal 1992 al 1995, su aumenti delle concentrazioni di CO, O3, NO2, PM10, e ricoveri ospedalieri per patologie cardiopolmonari, ha dimostrato un aumento del 4% per patologie cardiache, particolarmente in diabetici e in persone oltre i 65 anni. Meno significativi gli effetti dell’O3 per le patologie cardiache. Per le patologie polmonari, più significativi gli effetti di NO2 e PM10 rispetto al CO (20). Lo studio svizzero SCARPOL condotto su 4500 bambini in età scolare, ha evidenziato una incidenza del 50% di influenza e bronchite, nei bambini che convivono con valori superiori alla norma, di polveri e ossidi di azoto. Incidenza del 32% nei bambini che vivono in aree meno inquinate. Risultati analoghi, sono stati forniti dallo studio SIDRIA, negli anni ‘94-’95 in sei regioni del nord Italia, su 18.387 bambini fra i 6-7 anni e 21.067 adolescenti fra 13-14 anni. Lo studio verrà ripetuto quest’anno (28). Le otto maggiori città italiane, presentano valori medi annui sempre al di sopra dei limiti di legge per i PM10, con notevoli picchi giornalieri. Torino è la primatista in questa triste classifica, con una media di 53,8μg/m3, seguita da Napoli con 52,1, Bologna e Roma a pari merito con 51,2, Milano con 47,4, Firenze con 46,5, Genova con 46,1 e Palermo con 44,4. Nel 1999, uno studio dell’ OMS condotto in queste città, ha imputato a questi inquinanti: 3500 morti, 1900 ricoveri per disturbi respiratori, 2700 ricoveri per disturbi cardiovascolari, 31.000 casi di bronchite acuta e 30.000 attacchi di asma nei bambini (26). Questi dati, citati anche nel Rapporto Salute e Ambiente in Lombardia dell’ottobre 2001, implicano che il 5% della mortalità negli individui superiori a 30 anni e il 30% delle patologie respiratorie fino a 15 anni sono dovute all’inquinamento da polveri. Una riduzione dei Pm10 a 30μg/m3, sarebbe sufficiente ad evitare questa eccedenza di patologia. Nella sola California, nello stesso anno, le assenze dal lavoro per patologie respiratorie da inquinanti ambientali, hanno causato una danno per 10 miliardi di dollari. Spesso non si considera, che le emissioni dipendono dal tipo ed dal modo di utilizzo del veicolo (cilindrata e velocità), e sono direttamente proporzionali ai consumi. La tendenza ormai consolidata, ad usare vetture munite di impianto di condizionamento, ad esempio, comporta nel ciclo urbano emissioni pari al 20% in più. Entro pochi anni, la climatizzazione coprirà oltre il 70% del parco macchine circolante, con ulteriore peggioramento della qualità dell’aria. Da notare inoltre, per quanto riguarda le marmitte cataliche, che numerosi studi, indicano come il loro funzionamento ottimale, si esaurisca dopo circa 30.000 km di percorrenza e, un inquinante emesso da tali dispositivi: il Platino, è estremamente tossico ed allergenico, anche se i suoi livelli urbani sono attualmente modesti, ma destinati a crescere.

23/07/07

RUMORE


In attesa che l'Amministrazione comunale di Tesero renda finalmente operativo il piano antitraffico a suo tempo promesso pubblichiamo alcuni brevi saggi scritti dal dottor Federico Balestreri referente per l'Italia dell' ISDE (International Society Doctors for the Environment)dedicati alle problematiche tutt'altro che marginali legate alla mobilità autoveicolare.


Siamo così abituati al rumore, che quasi non ci facciamo più caso. Eppure, è stato calcolato che se un motorino a due tempi con la marmitta bucata, attraversasse a tutto gas un grande città, in una calda serata con le finestre aperte, sveglierebbe di colpo 800.000 persone. Il traffico automobilistico, causa dal 63 al 76% del rumore totale nei centri urbani. L’OMS, che consiglia una soglia massima di 65db di giorno e 55db di notte, denuncia che ¼ dei cittadini europei soffrono di problemi d’udito, causati dal rumore eccessivo. In Italia, il 90% della popolazione delle grandi città, è esposta a valori superiori a quelli ammissibili. In Fisica, il lavoro necessario per sollevare un milligrammo di un centimetro, viene detto erg. Il più piccolo stimolo percepito come suono dall’orecchio umano, rappresenta la bilionesima parte di un erg e, la membrana timpanica, subisce in questo caso, uno spostamento che è inferiore al diametro di un atomo. La sensibilità dell’orecchio, è stata forgiata per i rumori della natura, come il fruscio delle foglie, o il gorgoglio dell’acqua. Questa caratteristica, è servita per millenni come meccanismo difensivo. Il rumore intenso e improvviso, ha da sempre rappresentato un evento eccezionale, di allarme. Forse per questo, il rumore provoca stress, anche in relazione al fatto, che l’udito è l’unico organo di senso sempre in ricezione. A parte i danni specifici sull’apparato uditivo, ben documentati in letteratura e tutelati dalla legislazione per i lavoratori a rischio, vi sono effetti extrauditivi aspecifici, che coinvolgono la stragrande maggioranza della popolazione. L’eccessivo rumore, provoca aggressività: il rullo dei tamburi, è stato spesso utilizzato per spronare i soldati in battaglia. Numerosi studi, confermano la manifestazione di comportamenti antisociali causati dal rumore, in ragione della cattiva capacità di concentrazione in ambienti rumorosi, ed anche della difficoltà di comprensione della parola. Si tenga conto, che una conversazione normale si svolge tra i 40 e i 65db; in ambiente esterno, con un’intensità di rumore di fondo di 75db, si percepisce una conversazione a 30cm. di distanza, o in alternativa sotto forma di urlo. L’affaticamento cerebrale prodotto dal continuo stimolo rumoroso, è dovuto al fatto, che il cervello analizza ogni stimolo afferente, anche se ripetitivo, e si affatica, per cercare di comprendere una informazione priva di significato semantico. I sintomi, sono: sonnolenza, irritabilità, stato ansioso. Sono ben documentati anche i disturbi del sonno REM, per risvegli improvvisi, con gravi riflessi sul sistema cardiovascolare, come: tachicardie, aritmie e notevoli rialzi della pressione arteriosa. Molti altri, sono gli effetti attualmente sotto indagine, fra cui alcune patologie gastrointestinali, e le riduzioni di fertilità e libido.

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

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