04/10/08

BASE DAL MOLIN: UN ESEMPIO DI DEMOCRAZIA AVANZATA


La democrazia in Italia è “un auspicio irrealizzabile”. Il referendum sulla nuova base americana a Vicenza nell’area Dal Molin, indetto dal sindaco Variati per il 5 Ottobre e approvato dal Tar del Veneto è stato bocciato dal Consiglio di Stato. La motivazione addotta contro il referendum sostiene che non occorrono sondaggi per accertare il fatto che i cittadini sono favorevoli ad aumentare il patrimonio del Comune in cui vivono. Sarebbe come chiedere loro se sono favorevoli ad aumentare il loro patrimonio personale. "E’ un auspicio irrealizzabile". Meglio usare l’area Dal Molin per realizzare la più grande base militare americana in Europa. Se ci sarà una guerra contro gli Stati Uniti il primo fronte sarà quello vicentino. La risposta del Consiglio di Stato è insieme ingenua e illuminante. Ingenua quando nega ai cittadini il diritto di aumentare il patrimonio del Comune. Ingenua quando separa il patrimonio comunale da quello personale dei cittadini. Illuminante nel negare la libertà di espressione perché sa che la maggioranza dei vicentini NON vuole basi militari di una potenza straniera. Illuminante nel perseguire la politica della dittatura che ci strangola, un po’ alla volta, come un pitone. Non possiamo scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento, tra i quali ci sono, è bene ripeterlo, 18 condannati in via definitiva. Non potremo in futuro neppure sceglierli in Europa. Le 350.000 firme per la legge popolare per un Parlamento Pulito sono state ignorate dalla politica insieme a quelle per un referendum per una libera informazione. Le firme per una nuova legge elettorale sono servite solo a pulirsi il culo. Morfeo Napolitano ha indetto le elezioni politiche con la legge porcata invece di dare la parola agli italiani. Ora, con Vicenza, andiamo oltre. Si toglie al cittadino il diritto di parola dopo il diritto alla rappresentanza. Non può neppure dire un si o un no. Il tutto nel silenzio del Parlamento. Topo Gigio Veltroni, D’Alema e Fassino hanno lasciato solo Variati, del loro stesso partito, che ha deciso di tenere comunque il referendum domenica prossima davanti alle scuole. Il commissario di Governo Paolo Costa, nominato da Prodi ha detto, ineffabile: “Il referendum è una consultazione inutile. Gli americani verranno solo a riposarsi”. La Lega di “Padroni a casa nostra” ama i 90 ordigni nucleari americani di Ghedi Torre e di Aviano e vuole 1, 100, 1000 bombardieri a stelle e strisce in Padania. La vice presidente dei deputati della Lega, Manuela Dal Lago, ha dichiarato: “La consultazione è inutile avendo per oggetto un “auspicio irrealizzabile”. Galan, presidente della Regione occupata dagli americani, ha sottolineato: “Il Veneto del no è un Veneto minoritario, perdente e sfortunato”. E’ da vedere caro Galan, è da vedere chi è minoritario e sfortunato. Bush è in uscita e lo psiconano non dura per sempre. Il 5 ottobre io sarò a Vicenza e con il blog lancio un referendum on line per Dal Molin.


Beppe Grillo

03/10/08

CRISI FINANZIARIA, SCHERZO ATROCE


Quando, nel 1998, pubblicai per Marsilio «Il denaro "Sterco del demonio», che Mondadori, di cui ero allora un autore, aveva rifiutato ritenendolo eccessivamente pessimista, il mondo occidentale, nonostante alcuni sordi scricchiolii, ben percepibili da chi avesse avuto orecchie per intendere, era ancora pieno di fiducia in se stesso, nel modello di sviluppo che aveva impetuosamente abbracciato a partire dalla metà del XVIII secolo, con la Rivoluzione industriale, basato sull'Economia, la Tecnologia e il Denaro che, come scrive Simmel, "è la tecnica che unisce tutte le tecniche" rendendole possibili. Sono passati solo dieci anni e il panorama è completamente mutato. Tutto il mondo industrializzato, dagli Stati Uniti all'Europa, è attraversato da una profondissima crisi economica di cui, a dispetto degli ottimismi di facciata e di convenienza delle sue leadership, non si vede lo sbocco. E ciò è particolarmente inquietante e grave per un sistema come il nostro che ha puntato tutto sull'economia e ha fatto del denaro l'unico valore realmente condiviso: il "Dio Quattrino". Se infatti questo Dio fallisce non resta più niente non rimane che il deserto (altri mondi, quei pochi che non siamo ancora riusciti ad omologare del tutto, come l'Islam, possono almeno difendersi aggrappandosi al fanatismo religioso). La globalizzazione, partita in sordina agli albori della Rivoluzione industriale, acceleratasi vertiginosamente nei due secoli successivi è arrivata infine, alla sua piena maturazione con l'adesione al nostro modello economico di Paesi come la Russia, l'India e la Cina, enfatizza e dilata infatti a dismisura le devastanti potenzialità del denaro che, essendo immateriale, astratto, concettuale, non conosce confini, barriere, ostacoli e là dove arriva ad imperare indisturbato divora l'uomo così come nei baracconi di una volta il boa divorava il coniglio tremante, braccato nell'angolo, di cui, una volta inghiottito, si intravedeva ancora per qualche tempo, al di là del vetro, l'intera silhouette nella gola mostruosamente enflata del rettile. Noi siamo già nelle condizioni del coniglio, non più uomini ma silhouette di uomini, stilizzazioni, tragiche parodie, degradati a consumatori, a tubi digerenti, a lavandini, a water in cui deve passare nel più breve tempo possibile ciò che altrettanto rapidamente produciamo per compiacere e sfamare l'onnipotente Moloch che ci sovrasta. Non siamo più i padroni del meccanismo, che pur noi stessi abbiamo creato, ma i suoi servitori sempre più docili. Perchè il denaro non distrugge solo, oltre a quelle del cosiddetto Terzo Mondo, le nostre economie - il che è solo in apparenza un paradosso - ma disgrega l'uomo dall'interno, nei suoi nuclei costitutivi, antropologicamente, esistenziali, etici, rendendolo sempre più debole. Il fatto è che il denaro, nella sua estrema essenza, è futuro, proiezione del futuro, rappresentazione del futuro, immaginazione del futuro, aspettativa nel futuro. E noi ne abbiamo immesso nel sistema una quantità così colossale, immaginaria (la moneta, che è anch'essa un'astrazione ma ha quantomeno una sua consistenza fisica, non esiste quasi più) da ipotecare questo futuro fino a epoche così sideralmente lontane da renderlo di fatto inesistente. E questo futuro orgiastico, che ci viene continuamente fatto balenare come la Terra Promessa, arretra costantemente davanti ai nostri occhi con la stessa inesorabilità dell'orizzonte davanti a chi, correndo a pazza corsa, abbia la pretesa di raggiungerlo. Questo scherzetto atroce va avanti da troppo tempo per poter durare ancora a lungo. Dieci anni fa concludevo così il mio libro: in ogni caso questo futuro inesistente "dilatato a dimensioni mostruose dalla nostra fantasia e dalla nostra follia, un giorno ci ricadrà addosso come drammatico presente. Quel giorno il denaro non ci sarà più. Perchè non avremo più futuro, nemmeno da immaginare. Ce lo saremo divorato". Quel giorno è già qui.

Massimo Fini

01/10/08

GLI ORSI DELLA LUNA



Blog di Beppe Grillo

Fratello Orso, Sorella Luna, Carnefice uomo. L’agente Smith di Matrix descriveva l'uomo come un virus. Sapeva quello che diceva. Siamo l’unica specie che distrugge l’ambiente in cui vive, che uccide per piacere, che tortura esseri viventi per lucro. Gli Orsi della Luna vengono immobilizzati in una piccola gabbia per vent’anni, la durata della loro vita. Ogni giorno, due volte al giorno, viene estratta la bile dalle loro carni per medicinali, bibite e shampoo. Il dolore che subiscono è così tremendo che gli Orsi cercano di suicidarsi. Per impedirlo gli vengono strappati gli artigli e segati i denti. 10.000 Orsi della Luna sono torturati in Cina, in Corea e in Vietnam. Ho visto un filmato integrale delle torture e sono stato male, volevo spegnere il pc, ma sono arrivato fino in fondo. Almeno questo lo dovevo a fratello Orso. Jill Robinson, una signora inglese, sta dedicando la sua vita agli Orsi della Luna con l’organizzazione AAF. Aiutiamola attraverso il suo sito. Intervisterò Jill per il blog nei prossimi giorni per conoscere i prodotti che contengono la bile e gli indirizzi dei luoghi dove avvengono le torture. Li pubblicherò e adotterò un Orso della Luna come mascotte del blog. Leggete la lettera di Carmen di AAF.
Beppe Grillo

“Avete mai sentito parlare di luoghi chiamati fattorie della bile situati in Cina, Corea e Vietnam e dell’atroce destino degli Orsi della Luna? Questi meravigliosi animali, dopo essere stati catturati con trappole che spesso causano terribili mutilazioni, sono imprigionati e torturati per una pratica di tale crudeltà da tollerare pochi confronti. Prigionieri in gabbie piccolissime, non più grandi del loro corpo, gabbie che impediscono qualsiasi movimento, che deformano le ossa ed atrofizzano gli arti, circa 10.000 orsi vengono “munti” due volte al giorno per la dolorosissima estrazione della loro bile attraverso rudimentali cateteri di metallo conficcati nella loro cistifellea. Anticamente l’orso veniva ucciso e la sua bile usata nella medicina tradizionale cinese. Negli anni ’70 l’orso, considerato specie protetta perché in via di estinzione, viene imprigionato a vita ottenendo una produzione di bile infinitamente superiore. Oggi la sua bile può essere completamente sostituita da alternative erboristiche e di sintesi più economiche ed efficaci. Il mercato ne dispone in eccesso e, per esaurire le scorte, i produttori la utilizzano anche nella preparazione di bibite e shampoo! Queste creature subiscono sofferenze inenarrabili, le loro membra si atrofizzano un po’ alla volta per l’immobilità assoluta e con un'agonia che può durare anche vent’anni, subiscono tali torture ogni giorno, dopo anno fino a morire per tumori o infezioni croniche prodotte dai cateteri conficcati nella carne. Altri non ce la fanno: le infezioni, la sofferenza psichica, le malformazioni ossee date dalla pressione delle sbarre, le piaghe da decubito, la denutrizione li uccidono più rapidamente … Ma la maggioranza di questi animali, molto resistenti, sopravvive per decenni a questa inaudita tortura. Molti orsi vorrebbero porre fine alle atroci sofferenze suicidandosi, ma ciò gli viene impedito, segandogli i denti, strappandogli gli artigli, lasciando loro solo la possibilità d’impazzire a vita. Il salvataggio degli orsi inizia nel 1993 quando una coraggiosa donna inglese di nome Jill Robinson si recò a visitare uno di quei luoghi. Nel 1998 nasce AAF-ANIMALS ASIA FOUNDATION per porre fine a questa pratica crudele e nel 1999 viene aperto il Centro di recupero per gli orsi salvati, dove lo staff di AAF ridà la gioia di vivere a questi animali martoriati. Oggi gli orsi liberati sono più di 280. La conoscenza delle torture a cui sono sottoposti gli Orsi della Luna commuove, suscita sdegno e smuove le coscienze. Con la sua associazione Jill sta tutt’oggi trattando con il governo cinese per ottenere il risultato massimo: la chiusura definitiva di ogni singola fattoria della bile. Jill e AAF possono combattere la loro battaglia unicamente grazie alle donazioni che provengono da tutte le parti del mondo.”

Carmen

30/09/08

L'INSINCERITA' COME FORMA MENTALE - 2^ parte


E’ l’insincerità quindi – giungono ad asserire gli Autori – il tratto saliente della gente di Tesero.
L’inclinazione al dissimulare, al mascherarsi, al non dire, non caratterizza tuttavia solamente l’atteggiarsi dei singoli ed i loro reciproci rapporti, ma riguarda la comunità come sistema e si esplica nelle forme e nei modi con cui essa si percepisce e si rappresenta.
Non a caso il Gruppo di Discussione Critica si sofferma ad analizzare la tendenza marcatamente teserana all’autocelebrazione delle (presunte) virtù ed imprese comunitarie.
“(…) tutto ciò che produce l’ingegno di Teserano è meritorio di essere accolto con toni entusiastici e magniloquenti, nell’ingenua presunzione di qualificare l’oggetto in questione senza apparente consapevolezza che, al contrario, iperboli e retorica lo pongono al di là di ogni possibile valutazione critica.
D’altra parte è ben noto come solo attraverso la critica intellettualmente onesta quanto rigorosa, il considerare sia i pregi quanto i limiti, sia possibile cogliere l’autentico valore delle cose e conferirgli senso.
Ogni iniziativa, per il solo fatto di essere messa in atto è posta, a priori, al riparo da qualsiasi considerazione di ordine etico ed estetico.
Si tratta a ben vedere di modalità di autorappresentazione tanto maldestre quanto insincere che rivelano impietosamente l’incapacità di relazionarsi con la realtà esterna (…)”
ed ancora
“(…) i modelli di riferimento non sono mai esterni ma appartengono alla tradizione, alla storia più o meno recente in una dinamica autoreferenziale che non lascia spazio ed anzi inibisce ogni tentativo di innovazione e rinnovamento”.
Secondo gli Autori tali meccanismi, ormai profondamente radicati, hanno contribuito a produrre nel corso del tempo una sorta di mitologia popolata di figure eroiche ed esemplari alle quali costantemente richiamarsi.
“(…) a Tesero in verità non esiste una narrazione storica, ma piuttosto una narrazione metastorica ove il passato è proiettato in una dimensione mitica.
Conseguentemente si è prodotto ciò che potrebbe essere definito, non senza un po’ di enfasi, un’autentica religione civile fatta di credenze, dogmi irrefutabili e soprattutto riti collettivi e ministri del culto .
Tali riti, fra i quali ci preme ricordare “Le corte de Tieser”, “Tesero e i suoi presepi”, “La sagra de San Bartolomeo”, “Il Grande Concerto Corale Strumentale”, la “Stava sky race”… scandiscono il tempo, lo curvano, gli conferiscono una tranquillizzante circolarità che fa apparire la realtà immutata ed immutabile, rievocano ciò che sono stati e al contempo preannunciano ciò che saranno, collegando idealmente passato, presente e futuro.
Essi, inoltre, sono vissuti sovente come eventi irripetibili in quanto unici ovvero ultimi e conclusivi di una serie, ma in realtà non lo sono più dei rituali e delle coazioni che scandiscono la vita del nevrotico e che quest’ultimo percepisce, nell’atto di svolgerli, come per l’appunto irripetibili, salvo poi ripeterli indefinitamente e sempre più assiduamente nel tempo.
I “ministri del culto”, depositari e numi tutelari della “tradizione”, sono responsabili dell’organizzazione e del regolare svolgimento dei riti e i loro buoni propositi e capacità non possono essere mai messi in discussione.
Ciascuno nel proprio ambito, nella piccola o grande nicchia adattata o costruita ad hoc a seconda delle esigenze, essi rivestono il ruolo dell’Autorità, mossi nei loro intenti più dall’ambizione personale e dalla smania di protagonismo, che da sincera e disinteressata passione, supportati a volte più da un carisma elementare e da una certa attitudine al comando – amplificati dalla nota e riconosciuta accondiscendenza ed arrendevolezza della popolazione – che da autentica autorevolezza (…).
(…) ovviamente si tratta di una religione priva di una dimensione trascendente poiché la comunità non celebra un sé trascendente (divinità), ma narcisisticamente se stessa in quanto comunità di Tesero perfetta ed esemplare: unica”.
Gli Autori mettono in evidenza come alla già discussa disaffezione dalle forme religiose “tradizionali” corrisponda una sempre maggior adesione alla “religione civile” descritta nello studio, fatto questo riconducibile alla maggiore efficacia con cui essa è in grado di incanalare, concentrare e smuovere le energie fisiche ed emotive della collettività.
“(…) per una strana legge di conservazione, se da un canto la partecipazione si riduce, dall’altra si fa più massiccia, convinta, impegnata. (…) E’ importante per la comunità trovare ed inventare nuove forme, luoghi, modi più appropriati che le permettano di percepirsi come collettività.(…) dall’altra parte religione laica e religione tradizionale non si possono considerare rigidamente separate, ma in alcuni momenti si compenetrano, si sovrappongono, si sostengono vicendevolmente, tanto che risulta difficile e puramente accademico rintracciarne i confini (…)”.
Al termine di tali ragionamenti vi è la convinzione da parte degli Autori di aver dimostrato, seppur in modo non del tutto completo e forse non scevro da qualche eccessivo schematismo, i motivi e le contingenze che hanno determinato il permanere nel tempo ed attraverso i mutamenti socio-culturali di una precisa e sempre più pervasiva forma mentale e di comportamento in quanto “(…) funzionale – nel passaggio da una forma religiosa ad un’altra – alla definizione di gerarchie e di un ordine sociale in una comunità che non ha fini se non quello di perpetuare ed eternare se stessa, priva di una prospettiva di progresso sociale e culturale, che in ultima analisi sopravvive anziché vivere realmente(…)”

Post Scriptum

Nel ringraziare il Gruppo di Discussione Critica per la gentile concessione in anteprima del lavoro, ancorché non definitivo, vogliamo aggiungere a questa incompleta recensione le seguenti brevi considerazioni. A nostro modesto avviso, non appena il saggio sarà pronto per la stampa, sarebbe opportuno che la Cassa Rurale di Fiemme, di solito sempre disponibile a promuovere iniziative culturali “fatte in casa”, provvedesse a pubblicarlo in sufficiente numero di copie e a distribuirlo a tutte le famiglie del paese. Forse allora qualcuno capirebbe, finalmente, perché questa gente non si è ancora emancipata da un vizio atavico: quello di impuntarsi di fronte all’evidenza dei fatti, di non voler cambiare e reagire, di ostinarsi pervicacemente, per purissima “ticca”, perché noi siamo i Sapienti, perché così è e basta! Forse allora qualcuno capirebbe anche perché “Stava” non è stato un caso, un tragico ineluttabile evento, ma la conseguenza colposa di un non pensare (ognuno per la propria parte) all’interesse pubblico con la propria testa, e di un sistematico rinunciarvi delegando sempre e comunque ad altri l’esercizio intellettuale. Se si vuole uscire dall’ empasse culturale che sta soffocando questo nostro paese e che lo sta velocemente degradando è opportuno che la maschera di Teserano venga riposta al più presto e il confronto franco si rafforzi. Adesso tutto è immobile (tranne le auto e le ruspe, purtroppo). Tutti (silenziosamente) si accontentano di questa “materialistica beatitudine”, altrimenti detta benessere, amplificata dalla possibilità, mai negata dall’autorità amministrativa, di consumare territorio a piacimento per edificare ovunque si voglia il proprio castello. Tutti (o quasi) soddisfatti e gaudenti del proprio orticello e tranquillamente disinteressati di qualsiasi cosa accada un metro appena oltre esso. È un’immobilità che non è solo culturale, ma anche politica, e la prima è probabilmente conseguenza della seconda. Perché in sessant’anni di regime democratico, tranne che in un’occasione, subito dopo gli anni della guerra (sindaco il Maestro Francesco Mich “Margiotin”), di generazione in generazione, il gruppo di potere, che ha tenuto le redini del paese, pur tra personalismi che determinarono dissidi interni e faziose scissioni, è sempre stato lo stesso. Per questo da oltre 50 anni i consigli comunali non producono idee e non fanno analisi critica dei fatti, cosa quest’ultima “riservata” solo a pochissimi e ben emarginati “bastian contrari”. Da mezzo secolo le Amministrazioni di Tesero guidano a vista, inseguendo sempre con ritardo le contingenze ed escogitando soluzioni che soluzioni spesso non sono. Perché qui tutto quel che dissente è imbavagliato, perché lo slancio e il vigore non “controllati” sono mal sopportati, perché soprattutto, patologicamente, manca una visione d’insieme delle cose.

L’Orco

28/09/08

IL RITORNO DEL PRINCIPE




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INCANTO NOTTURNO

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Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

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Bepi Zanon

TESERO 1929

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PASSATO

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ANCORA ROSA

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VIA STAVA ANNI '30

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TESERO DI BIANCO VESTITO

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LA BAMBOLA SABINA

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LA VAL DEL SALIME

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SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

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