12/04/15

BARBOLINI: BREVE ANALISI DI UNA SCONFITTA (DA TEMPO) ANNUNCIATA


Ecco perché l'ex assessore Alan Barbolini uscì sconfitto dal confronto elettorale del prossimo 10 maggio 2015. Per i frequentatori abituali del blog le ragioni erano in verità già note e facilmente rintracciabili in precedenti vecchi post. Ma per l'occasionale lettore delle nostre pagine ricapitoliamo i motivi principali dell'annunciata débacle. Il primo (il clamoroso peccato originale) fu l'aver scelto cinque anni fa l'uomo sbagliato. L'allestimento della lista civica Cambiare per Crescere , con l'intenzione di "cambiare verso" al paese dopo i 15 anni ininterrotti della premiata ditta Delladio & Degodenz, pur auspicata da gran parte di uno stanco elettorato, partì con il grosso handicap della mancanza in canna di un candidato sindaco. Ovverosia, né Barbolini, né Carpella, né Iellici (col senno di poi, proprio lei sarebbe stata la miglior scelta possibile per cambiare davvero le cose) se la sentirono di caricarsi direttamente sulle spalle l'onere di quella poltrona. Cercarono quindi altrove e alla fine riuscirono a convincere il semisconosciuto Francesco Zanon. Sulle prime l'accettazione del Fiera sembrò un segno della Provvidenza. Per Carpella si trattava addirittura della miglior figura possibile per il passaggio dal vecchio regime all'auspicato rinascimento paesano: uomo moderato, con disponibilità di tempo, fuori da ogni pregresso gioco di palazzo e dunque - cosa a Tesero tutt'altro che secondaria - capace di non disturbare la suscettibilità dell'elettorato moderato. Purtroppo Zanon si dimostrò immediatamente non all'altezza del compito. Troppo inesperto per potersi imporre da subito all'interno degli Uffici comunali, troppo estraneo per garantire l'unità della lista e, quando accadde, troppo debole per difendere i suoi assessori di peso dagli "attacchi" del segretario comunale. Le conseguenze all'interno della Maggioranza di quel peccato originale si ripercossero a valanga per quasi tutta la consigliatura con incomprensioni, doppigiochismi, rimpasti di giunta, abbandoni, dimissioni, subentri e sostanziale annacquamento del progetto politico elaborato nel 2010. Permettendo altresì ad una minoranza pur bolsa e zeppa di scheletri nell'armadio di esercitarsi con continuità nel tiro al piccione. Alla fine, superati i due terzi del faticoso cammino Barbolini, vice di Zanon, si trovò a doversi addirittura caricare di fatto oltre che del suo anche del ruolo del sindaco. Allora però, in prospettiva di una sua probabile candidatura diretta a primo cittadino, quell'onere aggiuntivo forse lo ritenne vantaggioso. Ad ogni modo per fortuna intanto il tempo passava e gli strepiti delle fazioni contrapposte andarono via via affievolendosi. Il quinquennio che avevamo speranzosi salutato come la Primavera di Tesero (cioè trasparenza amministrativa, discussione dei problemi illuminata dalla ragione e non dal gionco, analisi accurata delle priorità, oculatezza e prudenza nella spesa, affrancamento dalle interferenze esterne e dai ricatti dell'associazionismo paesano, buona piccola amministrazione) stava malinconicamente per chiudersi. Ma non fu questa però la principale ragione della sconfitta di Barbolini, che, onore al merito, per dinamismo e impegno quotidiano fu senza ombra di dubbio il miglior assessore ai lavori pubblici che a memoria si ricordi. Nondimeno, detto per inciso, un grandissimo merito va comunque riconosciuto a questa sbrindellata armata Brancaleone che il popolino teserano - c'è da scommettere - avrà probabilmente bocciato per inconcludenza: NON HA NEMMENO FATTO GRAVI DANNI E ZAVORRATO IL PAESE DI ULTERIORI ONERI! E non è davvero poco! (Unico rimpianto - probabile conseguenza degli avvicendamenti in Giunta che fecero perdere il treno all'Esecutivo -  la mancata realizzazione della seconda centrale sul Rio Stava, la sola opera che obiettivamente avrebbe avvantaggiato il Comune).
No, non furono né l'inconsistenza della Maggioranza, né la mancata aggiunta di inutili grandeur al palmarès già zeppo di misfatti economico-ambientali realizzati nell'anzidetto quindicennio di  D. & D. (l'incompiuto Ecomostro de le Valene e il Green Monster de le Noalacce sono i due più noti e recenti esempi), né gli errori tattici commessi in campagna elettorale a far svanire i sogni di gloria del Nostro. Fu, ancora una volta, la malefica interferenza del signor P. Proprio lui. Lo pensavamo ormai lontano, preso nel suo nuovo ruolo di consigliere provinciale in quel di Trento, a curare colà i suoi interessi personali e a tessere le sue ragnatele in vista della sua riconferma (con rilancio) nel 2018. Credevamo di essercene liberati e invece... E invece eccolo di nuovo dietro le quinte del misero teatrino della politica teserana. Nel suo ruolo prediletto di mestatore, del quale era e resterà insuperabile maestro. La lista antagonista che decretò la sconfitta del prode Barbolini è opera sua. La nuova sindaca, la giovane albergatrice di Lago, una sua imposizione. La scelta dei candidati, ora consiglieri di Maggioranza, un suo interessato suggerimento: pescando nell'inesauribile bacino dell'associazionismo teserano, che da sempre, rarissime eccezioni a parte, garantisce i numeri pressoché certi per la vittoria. Tutto è stato calcolato con precisione. Pure il dinosauro del consiglio comunale Corrado Zanon (35 anni di anzianità dietro i banchi del Sinedrio) è stato aggregato nuovamente alla lista non per caso. Sarà ancora assessore e farà al contempo il fido pastore (o il filo con la scossa) al muto gregge delle reclute di Maggioranza in consiglio alle quali il grande Tessitore per riconoscenza, obbedienza e soprattutto silenzio darà poi gloria nei tanti consessi "culturali" del paese. Questa volta non ci sono state sorprese. Di fronte alla soverchiante forza d'urto dell'esercito allestito da Degodenz, Barbolini non poteva avere scampo. 
Peraltro, in filigrana il disegno del signor P era chiaro da tempo. Garantirsi attraverso il nuovo esecutivo Ceschini, che lui telecomanderà da Trento e al quale garantirà i suoi buoni uffici in Provincia, quella visibilità e soprattutto quel consenso, che, diversamente, da qui alle prossime elezioni provinciali sarebbe stato destinato inevitabilmente in parte a perdere. Per riconfermarsi tra tre anni nel parlamento trentino e poter ambire a uno scranno da assessore (al turismo, ovviamente!) il signor P ha assoluta necessità di accaparrarsi ancora una volta i voti dei Teserani visto che il suo attuale ruolo di semplice consigliere non gli permette di coltivare sufficiente gradimento fuori paese. Il voto "conco" sempre benigno nei suo confronti gli sarà ancora indispensabile. Almeno sino al 2018. Poi, forse, toglierà definitivamente il disturbo. Solo una sua creatura, posta sullo scranno più importante di Tesero, poteva quindi assicurargli la prossima remuneratissima riconferma a Trento.
Così pensò. Così decise. E così fu!

L'Orco

3 commenti:

  1. Caro Orco, riassumo un pensiero sulla politica teserana com'è e come dovrebbe essere.

    1. La squadra.
    Il fallimento della lista Cambiare per Crescere era forse già scritto nella sua formazione. Non uno dei “centravanti” che nomini nel tuo post fu disposto dall'origine a metterci la faccia, a giocare in attacco, a fare la punta. Poi alle prime difficoltà amministrative sbattono la porta, lasciando un inesperto Zanon a unire i fragili equilibri della politica comunale con onestà e coraggio. Il miglior uomo di questo quinquennio.
    Carpella, Iellici e Barbolini erano uomini dotati di investitura popolare, non indifesi di fronte alla bruta indipendenza del burocrate. Ma forse tutto si tiene, se gli stessi hanno rinunciato alla loro missione (“trasparenza amministrativa, discussione dei problemi illuminata, analisi delle priorità, oculatezza e prudenza nella spesa, affrancamento dalle interferenze esterne dell'associazionismo paesano”) perché non guidati dal gionco -come lo chiami tu- ma dalla passione per il risultato... Come nelle migliori squadre di calcio le compagini di governo devono essere coese. Insomma per incidere sulla vita del paese e davvero risollevarlo serve una squadra, venuta dal basso, con comunità d'intenti, e un vero bomber che sappia tradurre in azioni le idee che vengono proposte dai suoi. (segue)

    RispondiElimina
  2. 2. Principi e idee.
    Le due liste teserane in campo mostrano soprattutto pochezza d’idee. Tre cose di questa vacuità colpiscono.
    Primo: la ricchezza di splendidi principi: etica, trasparenza, impegno ben 2 volte -che non ci sia il sospetto...- perfino umiltà e rispetto. Tutto cose che un cittadino dovrebbe dare per scontate. E siccome non lo sono diventano argomento elettorale, a scapito di quelle idee che sono le uniche a poter arricchire una comunità di fronte a poche risorse e meno indipendenza. Le idee sono o buone o cattive, e non costano nulla. Ma al contrario dei Princìpi, che restano, cambiano e alimentano l'azione (politica) degli uomini.
    I problemi di Tesero sono sempre gli stessi. Il Paese si trova da anni a un bivio: con meno risorse come può attrarre persone, attività imprenditoriali e creare valore per i suoi cittadini? I temi sul tavolo dovrebbero essere noti: a) Come rafforzare il rapporto fra e integrare il centro urbano e le periferie Pampeago, Lago e Piera? Ad es, come rilanciare il centro sportivo di Lago e come trasformare Tesero paese in un centro turistico (e non nel dormitorio di Cavalese?) b) Come sostenere le numerose attività artigianali e ritagliare uno spazio a quelle commerciali (rimaste)? c) Come porre fine al caos urbanistico (Tesero, cosa sei? Dimmelo tu!), tutelare le aree agricole (ne avremo bisogno), e sfruttare le risorse naturali di cui disponiamo in un'ottica di fruizione più ampia del territorio? Non è forse uno dei più bei borghi d’Italia? Forse le idee ci sono ma nessuno le vuole spendere. Perché si rischia di sbagliare o scontentare qualcuno.
    Secondo. La campagna elettorale è nella miglior tradizione paesana fatta al bar e dura il tempo di un battito d’ali. I primi volantini compaiono un mese prima del voto. Gli incontri con l'elettore sono ridotti all'ultima settimana. Il “pensatoio” locale va curato sempre, prima, durante e soprattutto dopo. Prima di partire si dica dove si vuole arrivare e come, e saremo tutti disponibili a contribuire.

    Terzo. La debolezza delle comunicazione che segue naturalmente da Primo e Secondo. Se ho poche idee ma confuse e non voglio discuterle perché mai dovrei cercare di diffonderle? Il futuro sindaco si adegui ai tempi, sia 2.0: apra un blog pensionando il costoso giornalino; di più si esponga a critiche e vi risponda con argomentata veemenza.

    RispondiElimina
  3. Chiudo. Messi in fila alcuni ragionamenti io credo che il bomber ce l'abbiamo e sta in provincia. Che le idee si possono raccogliere e gli strumenti sono tutti davanti a noi. Che vincere è forse più facile che governare. E che ci vuole passione e attenzione al dettaglio.
    Cari elettori, questi sono i suonatori e con questi tocca suonare.
    Ci vediamo al seggio. Sicuramente.

    RispondiElimina

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

Archivio blog