30/08/14

L'INGORGO


Riforma del lavoro. Flessibilità. Maggior produttività. Delocalizzazione. Diminuzione dei salari. Opere pubbliche. Spending review. Eccetera, eccetera. Da sette anni con cadenza quasi regolare saccenti economisti suggeriscono ricette per uscire dalla crisi economica e “far ripartire la crescita”. Risultato? Da sette anni l’economia peggiora, la crescita non riparte e l’uscita dalla crisi viene sistematicamente spostata nel di là da venire. Noi che per nostra fortuna non abbiamo studiato alla Bocconi ci sentiamo di dire che la crisi in atto durerà ancora a lungo e  non finirà nemmeno tra altri sette anni. Questa è una crisi di sistema; quello economico-occidentale espansosi su scala planetaria in meno di trent'anni. Così, la somma dell'ingolfamento di mercanzia del cosiddetto primo mondo con la diminuzione dell’export dall'Occidente al resto del mondo, a sua volta economicamente “occidentalizzato” (Europa dell’Est, Asia e Sudamerica), ha generato un surplus globale di beni che rallenta la velocità di rotazione delle merci. In parole povere c’è un eccesso di produzione di beni a livello mondiale che la parte ricca del pianeta (o meglio quella che sinora consumava e sperperava) non riesce (non può) più consumare e sperperare. Di fronte a questo dato evidente tutto o quasi risulta inadeguato. L’Europa dell’euro è al palo. la Grande Germania rallenta. L’Italia è in deflazione e  le riforme taumaturgiche del giovine Renzi passeranno come acqua fresca senza scalfire minimamente una tendenza irreversibile. Di tutto ciò, per non aggravare la situazione, proponendo rimedi peggiori del male, più presto se ne prenderà atto meglio sarà. Quindi? Quindi, dato che al peggio non c'è mai fine, prima che sia troppo tardi non solo per l'economia, ma per la Terra stessa, urge capire che siamo al capolinea. Che l'ecologia precede l'economia e la ricomprende e non invece, come putroppo la maggioranza crede, il contrario. Ma non è facile governare miriadi di interessi contrapposti che tangono oltre sei miliardi di individui. È verosimile che il sistema collassi prima che ad uno dei tanti tavoli politici intergovernativi si riesca a convergere su un tentativo di soluzione "altra" condivisa. Nel frattempo, sperando nella clemenza degli Dei sarebbe necessario appunto entrare in un’altra mentalità. Dai governanti ai governati. A livello nazionale e a livello locale. Ecco, se Zanon & C. - per tornare nel nostro orticello di casa - avessero perseguito da subito le politiche promesse in campagna elettorale, vincendo la sudditanza psicologica subito evidenziata nei confronti dei predecessori e non avessero riproposto e se possibile ampliato lo sport et circenses tanto caro alla vecchia giunta, ora qualcosa nel sentire dell'opinione pubblica locale,   sarebbe (forse) cambiata.

A.D.

28/08/14

BOTTA & RISPOSTA


A proposito dell'onestà intellettuale di cui si parlava in un precedente post, proponiamo qui di seguito un’interrogazione presentata qualche tempo fa da una componente della Minoranza consiliare. Chi la leggesse senza conoscere gli antefatti o fosse a corto di memoria potrebbe venire tratto in inganno. Il documento risulta infatti ineccepibile: nella sostanza una sacrosanta contestazione al sindaco per l'incapacità dell'esecutivo  di arginare l' insostenibile buco di bilancio proveniente dalla gestione del centro del fondo di Lago. Spieghiamo dunque ai lettori dove sta l’inganno e dove si nasconde l’ipocrisia. L’interrogante è la stessa persona che nei precedenti panni di consigliera di Maggioranza e di Assessora della giunta Delladio, mai contestò l’ “allegra” gestione del C.d.F. di Lago, e successivamente perorò addirittura la causa di chi proponeva di aggiungere a quelle infrastrutture deficitarie una pista di ski roll, con annessi e connessi. Dunque, fosse stato per lei, il deficit consolidato che ammonta a più di 160 mila euro annui, ora come ora sarebbe senz'altro maggiore. Forse la consigliera più che all'incolpevole sindaco l'interrogazione avrebbe dovuto inoltrarla al cuginetto che a furor di popolo e stato spedito in Provincia, è lui il principale artefice di quel disastro annunciato! La risposta del sindaco, anch’essa qui pubblicata, respinge comunque al mittente le accuse.

L'Orco



 



26/08/14

AGNI DA ERBA, AGNI DA MERDA


 

Stagione agricola e apistica da dimenticare. E' finita con un bottino molto scaso l'annata colturale 2014. Tutto merito di dio pluvio che da oltre cinque mesi non concede tregua. Dopo un inverno umido e calavernoso come mai si ricordi, l'ultima quindicina di marzo, con un sole caldo e un cielo limpido aveva illuso. Taŝi che fòrsi... E invece l'abbaglio è durato poco. Da aprile in poi, con una sola breve parentesi intorno alla prima decade di giugno, l'incessante susseguirsi di pioggia a pioggia, intervallata da una qualche mezza giornata o poco più di sole pieno qua e là, ha compromesso definitivamente la resa delle campagne. Per dare l'idea dell'assoluta anomalia stagionale basta ricordare che nella maggior parte del territorio di Fiemme non si è ancora riusciti a effettuare il primo sfalcio dei prati. Riguardo alle patate, i cui quantitativi di prodotto sarebbero stati buoni, il dramma si è consumato repentino un venti/venticinque giorni fa. Sino a fine luglio infatti le colture, tranne qualche pianta 'ntramèzo, erano apparentemente sane. I campi a terreno aperto drenante erano riusciti a sopportare la sovrabbondanza d'acqua e se domine dio almeno in questo ultimo mese ci avesse messo una pezza qualcosa probabilmente si sarebbe salvato. Purtroppo anche in questo caso nei confronti dei campesinos non c'è stata magnanimità. La peronospora sino allora incombente ma non conclamata ovunque ha "bruciato" a vista d'occhio tutti i coltivi in poco più di una settimana e al quadro tutt'altro che festoso dei prati di questa memorabile estate si è aggiunta altra desolazione. Risultato finale a fine raccolto: te tabià ašše dal fen öde e te i òlti patate marce. Comunque sia - come che diss 'l Ceschele - resta "almanco la sodisfazion de aver fato fadiga!"

Riguardo al miele se possibile è andata ancora peggio. Gli apicoltori sino a un certo punto della stagione erano fiduciosi. Le api - come si sa - riescono davvero a fare miracoli anche in presenza di andamenti meteorologici sfavorevoli. Difatti, più o meno sino a metà giugno gli alveari più forti erano riusciti a provéder valghe. Poi anch'essi hanno alzato bandiera bianca. In Trentino-Alto Adige a consuntivo la produzione media dell'anno è risultata inferiore del 70% - 90% rispetto a una stagione ordinaria. Insomma a questo punto anche se le rogazioni sono passate da tempo e per quest'anno quello che è stato è stato, non ci resta che pregare che almeno dopo tanta grazia non si ripeta la stagione invernale scorsa. Altrimenti o l'ipocondria s'impadronirà di ognuno di noi o ci trasformeremo tutti in rane o boagnoli.

A.D.

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

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