18/03/09

I SEMI DELLA MEMORIA PERDUTA


L’ostentato ottimismo di taluni economisti e politici, specie quelli che per avventura, dalle stanze dei bottoni, stanno guidando l’umano branco smarrito, mi pare, in questa contingenza, del tutto fuori luogo. Probabilmente gli deriva non già da una precisa analisi della situazione, tutt’altro che semplice, bensì dalla certezza che gli effetti che la crisi sta producendo su milioni di persone in ogni caso non li riguarderà. E a quelle masse senza bussola la prospettiva di dover limitare il proprio tenore di vita e di non poter più contare su alcuni luoghi comuni della modernità fa paura. Davamo tutto per scontato, immutabile, eterno. Immagino l’orrore che potrebbe suscitare l’eventualità di dover rinunciare a quei riti quotidiani, anche minimi e ridicoli, che l’abitudine aveva fatto ritenere imprescindibili. Come, per esempio fare shopping girovagando in auto di negozio in negozio scegliendo comodamente la verdura al supermercato, infilando ad ogni tocco di mano un nuovo guanto usa e getta per non insudiciarla. È patetico osservare il consumatore a modo, premurosissimo nell’usare quel guanto e saperlo serenamente inconsapevole che quella merce, prima di finire sugli espositori, chissà da quante centinaia di mani senza guanti sarà già stata toccata! Vorrai mica che qualcuno s’appesti… Al contempo, però, quello stesso consumatore non è affatto preoccupato di ciò che esce dallo scappamento della sua vettura nel recarsi al negozietto vicino a casa: che vuoi mai che sia! Così è la civiltà del consumo al tramonto! Schizofrenica e ignorante. Adesso le cose cambieranno e magari ci toccherà addirittura zappare un orto o seminare un campo sporcandoci le mani di terra e piegando, nientemeno, la schiena. Dio mio, dio mio. Immagino anche quanto sia mortificante per un giovane degli anni Ottanta ipotizzare scenari quotidiani appena diversi da quelli a cui è stato abituato. E avere un’idea del passato, del nostro passato, fortunatamente superato dal “progresso”, come di un tempo naif, rurale, miserabile e sporco, con la recondita speranza, che i “semi di memoria”, dio ce ne scampi! non abbiano più a germinare. Quarant’anni di apologia del consumo senza se e senza ma hanno bacato cervelli a milioni. Il ritorno alla ragionevolezza è impresa titanica visto che la maggioranza dei viventi del cosiddetto primo mondo è vissuta e vive da sempre confondendola col suo contrario. Ci servirebbero uno sforzo mentale e una voglia di capire e di vedere troppo grandi. È la pigrizia che ci impedisce di ragionare, meglio fare come gli struzzi. Eppure volenti o nolenti, il tempo della rieducazione alla sobrietà e alla ragione sta per arrivare e i segni, per chi sa vedere, sono ben evidenti. Il ridimensionamento della follia umana, se si vorrà sopravvivere, non ha alternativa. Sarà la superiore necessità fisiologica del pianeta, nonostante le nostre strenue resistenze di omini viziati, a far cambiare le cose. E il cambiamento non si compirà in un giorno. Qualcuno crede che Massimo Fini stia esagerando (d’altronde psicologicamente è più agevole dare credito ai ciarlatani, ancorché in doppiopetto e cravatta, che ai "profeti di sventura"). Forse non si arriverà alla scomparsa del denaro, perlomeno a breve, e forse non si ritornerà al baratto. Ma è più probabile o verosimile che ci si avvicini a questo futuro scenario, preconizzato dal pensatore lombardo, piuttosto che si riesca a mettere in moto un nuovo ciclo dell’attuale cosiddetto sviluppo. Il giocattolo, checché se ne dica, si è rotto. Ed è irragionevole continuare, nonostante l’evidenza, a cercare di riaggiustarlo.
Evgeny comunque resta fiducioso. Lui è molto giovane. Io no.

L’Orco

L'AMBIENTALISMO E' TUTTO IN NOIR


Una piccola casa editrice attenta alla tematiche relative alla devastazione ambientale e alcuni scrittori che hanno fatto del noir lo strumento per raccontare un’Italia che si regge sul patto d’interessa tra economia legale e cirminalità organizzata. L’incontro tra VerdeNero, questo il nome della casa edtirice (www.verdenero.it), e la pattuglia composta da Francesco Abate, Massimo Carlotto, Carlo Lucarelli, Giancarlo Der Cataldo e Wu Ming (questi solo alcuni dei loro nomi) e non poteva portare che a una “partita” editoriale tutta da giocare all’offensiva. Per il momento sono previsti una decina di titoli (chi scrive sta leggendo L’albero dei microchip di Francesco Abate e Massimo Carlotto) che ruotano attorno a temi prettamente ambientalisti usando appunto il noir. Una partita, dunque, da giocare all’offensiva, perché i romanzi che sono già stati pubblicati, e quelli che in seguito andranno in libreria, alternano un’informazione dettagliata attorno agli argomenti che costituiscono il filo da tessere in plot narrativi di piacevole lettura, senza rinunciare alla denuncia politica di come lo smaltimento dei rifiuti, il traffico d’armi, lo sfruttamento neocoloniale delle risorse nel Sud del mondo costituiscono i tratti distintivi della contemporanea economia capitalista. Così, ne L’albero dei microchip è affrontato lo smaltimento di vecchi computer, telefonini, televisori, un business da miliardi di euro che la criminalità organizzata, manager rispettabilissimi, signori della guerra di qualche paese africano gestiscono. Le vie del silicio partono da Torino, Milano, Parigi, New York e finiscono in Liberia, Cina, Sud-est asiatico, dove una moltitudine di donne e bambini recuperano ciò che è recuperabile e interrano nel sottosuolo nocivi materiali di scarto. Ma questo è solo un esempio del progetto editoriale della casa editrice Verdenero. Progetto da condividere, sostenendolo con l’unico strumento possibile: leggere i libri che pubblica.

Benedetto Vecchi

16/03/09

LODO ALFANO AI GEOMETRI


Ripartire dal mattone: come non averci pensato prima? L'Italia è un paese poco costruito, dalle coste ancora vergini, mai lambito dalla speculazione edilizia. Ecco dunque il piano governativo per dare finalmente un futuro a un settore ancora ai primi passi.
Aumento della cubatura
Ogni italiano, ha spiegato Berlusconi, potrà aumentare del 20 per cento la cubatura della propria casa. Il sistema più pratico è sfondare una parete e annettersi una stanza del vicino, il quale a sua volta si rivarrà con un altro vicino. Il condomino più esterno, non potendo espandersi ai danni di alcuno, costruirà un'enorme protuberanza sulla facciata, oppure sfonderà il tetto erigendo un superattico. Il classico circolo virtuoso che imita il modello del termitaio: ogni palazzo aumenterà di dimensioni fino ad assumere la tipica forma di un gigantesco panettone bitorzoluto. Gli esperti del governo suggeriscono di aggiungere alla malta grandi quantità di lievito: un locale di venti metri cubi potrà gonfiarsi, in una sola notte, fino alle dimensioni della Sagrada Familia.
Lodo Alfano
Previsto per le tre più alte cariche dello Stato, ora è esteso anche ai geometri. Il primo a usufruirne è un geometra di Conegliano Veneto che ha progettato centinaia di ville bianche con portico ad arco, infissi di alluminio, botti interrate e pozzo finto, il tutto sopraelevato su montarozzi di terra lungo la Statale. Condannato dalla Corte dell'Aja per crimini contro l'umanità, detto "il Milosevic della carta millimetrata", noto per avere suggerito a un cliente di perlinare anche l'automobile in tinta con la tavernetta, ora è libero di esercitare e non è più costretto a lavorare solo per una ristretta clientela di non vedenti.
Villette a schiera interregionali
Evoluzione della normali villette a schiera. L'idea è di costruire una fila di villette a schiera così lunga da unire diverse regioni. Il primo lotto dovrebbe partire da Torino e raggiungere Trieste, interrando autostrade e ferrovie per non interrompere la continuità tra le siepi di ligustro e le fioriere con le petunie (l'Ansaldo ha già progettato fioriere di dieci chilometri). Poiché già nelle attuali villette a schiera sono pochissime le famiglie che riescono a rincasare ogni sera in quella giusta, è stato affrontato e risolto il problema dell'orientamento: due enormi videocitofoni (uno a Torino, uno a Trieste) daranno indicazioni ai proprietari che avessero percorso l'intera tratta senza riconoscere il proprio portone.
Clonazione
Ogni comune italiano, anche se piccolissimo, potrà finalmente costruire una città satellite nei pressi dell'attuale centro abitato, sul modello di Milano Due, con laghetto dei cigni, vialetti e ponticelli, e palazzi di dieci piani con facciata a specchio per riflettere laghetto, vialetti e ponticelli. I sindaci dei paesi di montagna si sono detti interessati ma hanno chiesto di potere imbragare con reti metalliche i caseggiati sospesi sui dirupi.
Ponte sullo Stretto
Ospiterà anche una pista ciclabile, un tram a cavalli, un percorso-vita per i pedoni e un autogrill con specialità di pesce. Sul modello di Ponte Vecchio a Firenze, sono previste anche aree commerciali con botteghe di lusso, e vie di fuga per gli abusivi inseguiti dai commercianti. A causa del pittoresco affollamento di turisti e di curiosi, le automobili potranno evitare di ingorgarsi sul Ponte ricorrendo al pratico sistema di traghetti già in uso.
Lego
In previsione dell'esaurimento delle scorte di calcestruzzo, verranno immessi sul mercato nuovi Lego giganti, a sei buchi e quattro buchi, con i quali ogni italiano potrà edificare una villa rossa e gialla, personalizzata.
Pollaio
Il tradizionale condono del pollaio, trasformato in villetta per gli ospiti, verrà facilitato con l'introduzione di una nuova figura giuridica: la gallina intestataria di prima casa.

Michele Serra

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
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