27/02/09

NUCLEARE, A RIECCOLO


E così, a villa Madama, tra una barzelletta e un pasticcino, Italia e Francia hanno sancito l’accordo che prevede la realizzazione sinergica (ENEL - EDF) di quattro centrali nucleari nel Belpaese entro il 2020. Del referendum del 1987, che aveva determinato invece la fine dell’era atomica italiana e la chiusura delle centrali allora in attività o in fase di costruzione (Caorso, Trino Vercellese e Latina), è stato fatto carta straccia. Ma sono trascorsi quasi 22 anni. Erano altri tempi e l’Uomo della provvidenza, con le sue bocche da fuoco mediatiche, non aveva ancora annichilito totalmente i cervelli delle genti italiche. Allora gli italiani riuscivano ancora a ragionare…
Dunque cari amici ambientalisti mettiamoci il cuore in pace: le centrali si faranno. Con le buone o con le cattive, si faranno. Velocemente. Sicuramente. Senza problemi. Ce lo dice con piglio deciso il ministro Scajola: senza nucleare l’Italia non ce la farà! Le necessità energetiche del Paese, crisi o non crisi, sono costantemente in aumento. E se ce lo dice lui… Ricordo per gli smemorati che quello stesso Scajola (all’epoca ministro degli Interni), per trasferirsi dalla sua lussuosa villa di Imperia a Roma e viceversa, era riuscito a imporre ad Alitalia, a suo esclusivo servizio, un apposito volo di linea facente scalo all’aeroporto di Albenga! Ergo, se tutti gli italiani, in fatto di consumo energetico, prendessero esempio da questo signore non ce la caveremmo neppure con 100 centrali nucleari. Ma questa è un’altra storia, che però dà un’idea di codesta cosiddetta classe dirigente. Quanto al gran Capo non occorre aggiungere niente, sappiamo già tutto: possiamo soltanto scommettere che le centrali non le farà costruire nelle vicinanze di Villa Certosa in Sardegna, anche se tecnicamente proprio lì la localizzazione sarebbe la migliore possibile. Ma – ci rassicura Scajola – questo non sarà un problema:
ci sarebbero infatti già 34 municipalità pronte ad ospitare, con grande piacere, le nuove centrali. Sarà da credergli? Ma certo!
Le favole italiane sul nucleare non si contano e quella che vorrebbe far credere che con questo combustibile l’Italia finalmente acquisirà autonomia energetica è una delle tante. Cosa vuol dire autonomia energetica? Sapete quanta disponibilità di uranio c’è in Italia? Attualmente noi (cioè l’Enel, che partecipa direttamente e da tempo al nucleare francese) compriamo energia elettrica prodotta col nucleare dalla Francia. La Francia, con alcune decine di centrali atomiche (l’alto numero d’impianti è dovuto all’antica tradizione nuclearista francese di derivazione militare), ha un surplus di produzione che giocoforza deve rivendere. I consumatori italiani, ovviamente, pagano quell’energia ai distributori nazionali da essi acquistata in Francia. Vi sembra scandaloso tutto questo? O non è invece del tutto ovvio? O c’è qualcuno che pensa che la corrente elettrica prodotta direttamente dall’Enel in Italia, per esempio nelle centrali di Cardano o di Santa Massenza, o di Tesero, agli utenti italiani venga regalata? Non credo che alla fine in bolletta la corrente elettrica di una prossima centrale termonucleare italiana ci costerà meno di quanto adesso ci costi acquistandola dalla Francia. Anzi! Considerata la predisposizione predatoria del management italiano e la sua innata vocazione a far la cresta a tutto ciò che pagano i consumatori, alla fine, probabilmente, la luce prodotta dal nucleare italiano risulterà più cara di quella francese importata. Quel che è certo e che ci si guarda bene dal dire è che il nucleare ha dei costi pazzeschi in termini ambientali e di sicurezza (lo abbiamo pubblicato più di una volta su queste pagine), e se sono vere, come sono, le considerazioni appena fatte sopra, meglio, molto meglio, continuare ad acquistare la corrente da chi le centrali già le ha e ne produce in eccedenza. Ci permettiamo quindi di pubblicare qui di seguito un breve dodecalogo. Dodici luoghi comuni, da sfatare, sul nucleare e su altre fonti energetiche che abbiamo ricavato da un libello redatto da due ricercatori del CNR di Bologna. Ve li sottoponiamo tanto perché possiate meditare e ragionare. Non si sa mai che alla fine, prima che venga posata la prima pietra, si rifaccia magari un referendum.

L’Orco

DODICI MITI DA SFATARE

1. L’energia nucleare è necessaria per garantirci una maggiore indipendenza energetica.
I paesi europei non possiedono riserve significative di uranio. Se anche le avessero, e ipotizzando di produrre tutta l’elettricità per via nucleare, avremmo soddisfatto meno di un quarto del nostro fabbisogno energetico negli usi finali. Oltre tre quarti dei nostri consumi attuali sono costituiti infatti da combustibili che non si possono produrre con centrali nucleari.
2. Bisogna ricorrere al nucleare per contrastare il caro-petrolio.
Il petrolio serve principalmente per produrre combustibili liquidi per i trasporti e come prodotto di base per la petrolchimica. L’energia nucleare invece è unicamente elettricità. Le due cose sono totalmente disgiunte: la Francia, che produce il 78% dell’elettricità per via nucleare, consuma più petrolio dell’Italia che – con un numero di abitanti quasi identico – non ha centrali nucleari attive.
3. Siamo costretti a importare energia elettronucleare dalla Francia a prezzi elevati.
L’esigenza non è nostra ma dei francesi. Le centrali nucleari non possono essere accese e spente a piacere e funzionano a ciclo continuo. Di notte, nelle ore di minore domanda, il sistema elettrico francese ha l’esigenza tecnica di smistare elettricità ai Paesi confinanti, Italia inclusa, per garantire la stabilità del proprio sistema. Si tratta di una vendita a basso costo, molto gradita alle società energetiche straniere.
4. Per produrre quantità consistenti di elettricità per via fotovoltaica bisognerebbe coprire tutta l’Italia di pannelli.
Con le tecnologie attuali, lungi dall’essere ottimizzate, la superficie del territorio nazionale da ricoprire per soddisfare l’intero fabbisogno elettrico nazionale sarebbe quella di un quadrato con lato inferiore ai 50 km: 2400 km², un’area estesa quanto la provincia di Piacenza.
5. I biocombustibili sostituiranno benzina e gasolio.
Anche usando bioetanolo da canna di zucchero (il biocombustibile più efficiente ed energicamente oggi disponibile) per sostituire i 18 miliardi di litri di benzina consumati annualmente in Italia servirebbero 50.000 km² di terreno agricolo.ma le auto a benzina sono ormai meno della metà dei vicoli in circolazione e non abbiamo tutta quella superficie agricola a disposizione; anche se l’avessimo, la canna da zucchero non cresce in Italia.
6. Oggi possiamo disporre di tecnologie “a carbone pulito”.
Il carbone pulito è uno slogan commerciale vuoto e ingannevole; il carbone resta la fonte fossile più inquinante tra quelle oggi disponibili. Il sedicente carbone pulito prevede il sconfinamento della CO² nel sottosuolo; ammesso che questa tecnologia possa mai essere disponibile su larga scala, e competitiva dal punto di vista economico, occorreranno ancora due o tre decenni.
7. Le centrali a fissione di nuova generazione e la fusione nucleare risolveranno a breve e definitivamente il problema energetico.
La fattibilità tecnica e la convenienza economica del nucleare di quarta generazione e della fusione nucleare sono ancora da dimostrare. Se queste nuove tecnologie saranno realizzate – il che è messo in dubbio da autorevoli scienziati – i loro stessi sostenitori ne prevedono al commercializzazione fra 30-40 anni. Il nostro problema energetico è purtroppo molto più impellente.
8. L’energia solare non potrà mai soddisfare il fabbisogno energetico dell’umanità.
Lo sterminato flusso di energia elettromagnetica solare è l’unico, in termini quantitativi, che può garantire il soddisfacimento del fabbisogno energetico dell’umanità nel lungo termine. All’energia solare si può aggiungere il contributo dell’energia elettrica del sottosuolo terrestre, anch’esso potenzialmente immenso.
9. Le rottamazioni di auto ed elettrodomestici portano beneficio per l’ambiente.
Questa affermazione può essere vera a livello locale, per esempio quando il risultato è mettere in circolazione auto nuove e meno inquinanti. Ma il bilancio a livello globale, in termini di consumo di energia e di risorse utilizzate per fabbricare i nuovi beni e rottamare quelli vecchi, risulta sostanzialmente negativo.
10. La superficie terrestre galleggia sul petrolio, basta cercarne ancora e lo si troverà.
Un conto è trovare giacimenti di piccole o medie dimensioni, come quelli della Basilicata, un altro trovare giacimenti “supergiganti” di petrolio di buona qualità e a costi di estrazione bassi, come quelli sauditi. Sono questi ultimi a fare la differenza sui mercati mondiali del petrolio. Di giacimenti di questo tipo non se ne trovano più da decenni e c’è un diffuso scetticismo sul fatto che se ne possano trovare ancora. Il tutto a fronte di una domanda che continua ad aumentare sotto la spinta della crescita economica impetuosa di paesi come Cina, India, brasile e Russia.
11. Il metano non inquina.
Il gas naturale è certamente il meno inquinante tra i combustibili fossili, ma anch’esso inquina: la sua combustione con l’ossigeno dell’aria produce ossidi di azoto, particolato ultrafine e anidride carbonica.
12. L’idrogeno è l’energia pulita del futuro.
L’idrogeno non è una fonte di energia primaria ma un vettore energetico, come l’elettricità. Per usarlo bisogna prima produrlo, consumando energia. Estrarlo dall’acqua richiede la stessa quantità di energia che è poi in grado di generare reagendo con l’ossigeno per ridare acqua. Non si può neppure dire che l’idrogeno sia “pulito”: è pulito o sporco a seconda della fonte di energia usata per ottenerlo. L’idrogeno sarà l’energia pulita del futuro soltanto se sarà prodotto utilizzando fonti rinnovabili.

Da Energia per l’astronave Terra – di Armaroli e Balzani – Zanichelli 2008

3 commenti:

  1. Premesso che la reintroduzione del nucleare in Italia la considero una decisione stupida, soprattutto per i miti da sfatare n.2 e 3, non mi trovo d'accordo con la criminalizzazione del nucleare che alcuni fanno. Soprattutto riguardo ai danni ambientali, se si considera il rischio totale, che può essere pensato come una specie di prodotto tra la probabilità del danno e la sua entità, le centrali nucleari sono comparabili con quelle a carbone, visto che l'ipotetico danno prodotto è più grande, ma la probabilità di avere tale danno è vicina a zero, mentre il carbone presenta un "piccolo", ma sicuro, danno (le emissioni nell'atmosfera).
    Aggiungo poi che, pur essendo vero che l'energia solare potrebbe soddisfare il fabbisogno energetico, bisogna anche fare i conti con problemi di natura tecnica (per esempio, il sole non splende sempre e l'energia elettrica è purtoppo difficilmente accumulabile).
    Il problema energetico è secondo me molto complesso ed ora come ora non è facile trovare l'equilibrio tra produzione "verde" e soddisfazione della domanda. Un primo importante passo sarebbe la stabilizzazione della domanda, che in un paese sviluppato dovrebbe essere possibile semplicemente con misure volte al risparmio energetico.

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  2. Scusa ma questi dodici miti da sfatare dove li hai copiati? Perché mi interesserebbe leggere le fonti, visto che le mie dicono tutt’altro…
    http://aconservativemind.blogspot.com/2008/05/quanto-ci-costato-dire-no-al-nucleare.html
    http://geograficamente.wordpress.com/2009/02/27/litalia-torna-al-nucleare-le-ragioni-del-si-e-
    quelle-del-no/

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  3. ENERGIA PER L’ASTRONAVE TERRA
    Chiavi di lettura Zanichelli
    (Nicola Armaroli, dirigente di Ricerca del CNR, Consiglio nazionale delle ricerche, studia nuovi materiali per la conversione dell’energia solare e lo sviluppo delle nuove tecnologie di illuminazione; Vincenzo Balzani, professore emerito di chimica all’università di Bologna, è Grande Ufficiale della Repubblica per meriti scientifici e Accademico dei Lincei.)
    ^^

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