29/07/08

IL POPOLO SOVRANO


Fra tre mesi giusti, a fine ottobre, avremo il piacere di scoprire come si comporterà questa volta, nel segreto dell’urna, il popolo sovrano di Tesero. La “battaglia” elettorale che sta per iniziare avrà come obiettivo il rinnovo delle assemblee di Regione e Province Autonome. Un rinnovo di nomi, forse, non di sostanza. La finta disputa ideologica che, più prosaicamente, pur consapevoli di passare per qualunquisti non esitiamo a definire vera lotta per la cadrega, permetterà di vedere se el pueblo trentino in generale e quello teserano in particolare rivoterà massicciamente a destra (ché di destra è la stragran maggioranza di esso). Qualora la “logica” nascosta dietro il prossimo voto amministrativo regionale fosse la stessa emersa dall’esito delle elezioni politiche nazionali di aprile, e il voto il riflesso diretto di un barlume di meditazione, tanto dovrebbe accadere. Ma non è detto che alla fine il responso sia questo. Come è noto, nelle consultazioni amministrative prevale la logica del voto di scambio. Il giudizio popolare diretto, specie nelle periferie della nostra provincia (altra cosa ancora succede in Alto Adige) viene filtrato dai cosiddetti grandi elettori. Perciò, mentre per le politiche nazionali al popolo è concesso di dare libero sfogo ai suoi più nobili e naturali istinti, in occasione di consultazioni locali (amministrative regionali e comunali), di solito, gli si dà un piccolo aiutino (quel tanto ché non si sbagli!). E’ possibile dunque che ampie fette di elettorato, naturalmente destrorse, per l’occasione vengano deviate in altra direzione. E infatti non è un caso che proprio in questi mesi di vigilia la Giunta Provinciale uscente stia intervenendo miratamente soprattutto nei comprensori periferici per soddisfare i mai sazi appetiti economici dei grandi elettori locali. Qui in Fiemme, l’operazione acchiappa mondiali 2013 si è conclusa trionfalmente, quindi i capi bastone, massimamente a Tesero, patria di un notissimo deus ex machina, grande elettore per vocazione, dovrebbero essere del tutto soddisfatti. Conseguentemente il principe Dellai, che della cosa tanto ci faceva conto, dovrebbe riscuotere il giusto compenso per aver riconsegnato alla mirabile valle la “vetrina” internazionale di sci nordico. In ogni modo una cosa è certa: il voto d’autunno ci farà capire quanto l’elettorato pensi con la propria testa o quanto sia invece perennemente rigirato, come banderuola al vento, dalle sirene locali, quando è chiamato a “rinnovare” il parlamento trentino o semplicemente il consiglio comunale. Ma ci sono giochi per “gole profonde” che a noi, che non bazzichiamo le segrete stanze del potere provinciale, potrebbero sfuggire. Ecco perché ci rimangono ancora due residue incertezze: i grandi elettori locali staranno ancora con il principe regnante o, come novelli Bruto, lo pugnaleranno proditoriamente alla schiena? E se gli saranno ancora fedeli riusciranno a spingere nuovamente il gregge verso l’alveo del cosiddetto centrosinistra di Dellai o le pecore, disubbidendo ai buoni pastori e restando fedeli ai loro più profondi istinti, sceglieranno di dissetarsi alle fonti della destra malossiniana (o diviniana)? Quien sabe. Tra qualche tempo (molto in anticipo rispetto all’apertura delle urne) la nostra sfera di cristallo riuscirà a fare piena luce in proposito. Comunque sia, possiamo certamente anticipare che la sostanza non cambierà. Qualsivoglia direzione prenderà il gregge e qualsiasi esito essa determini, i pastori, tempo zero, saliranno senza indugi sul carro del vincitore. E la gigantesca torta di circa 4 miliardi di euro, di cui, al Principe piacendo, i passeggeri di quel carro potranno annualmente fare incetta, permetterà al regnante di curare clientele e consolidare potere per un altro quinquennio. Mentre il popolo sovrano, dopo aver puntualmente fatto il suo dovere nell’urna, avrà altrettanto tempo per continuare a non capire il senso più profondo della parola democrazia.

L’Orco

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