26/01/10

VERSO LA FINE DEL REGNO (APPUNTI PER ASPIRANTI A.C.)


Diciamo subito una cosa. Se il metro di giudizio di un’amministrazione comunale è il fare lavori, allora, di quella che sta per lasciare il Palazzo non si potrà eccepire alcunché. Per fare, ha fatto. Eccome! Più di quanto probabilmente aveva promesso nel suo programma di legislatura. L’elenco delle opere prodotte durante i 15 anni di 'governatorato' Delladio è addirittura smisurato. Ricordiamo a memoria e a casaccio: la centrale sul rio Stava, la ristrutturazione del palazzo municipale, i posteggi ‘satellite’ di Arlasa e Sorasass, la realizzazione (in itinere) della nuova sede della scuola musicale, la rotonda di Piera, opere di arredo urbano, come il nuovo brenzo di Cavada e la sistemazione di piazza Begnesin, la realizzazione della vasca dell’acquedotto del Pian dei Manzi, la sistemazione della viabilità di Lago, la sistemazione del cimitero di Sant’Eliseo, la riqualificazione del passaggio pedonale Via Fia – Via Noval, i nuovi marciapiedi e le illuminazioni di via Restiesa e di via Valusella, il nuovo marciapiede sul ponte di via Roma, il nuovo portico pedonale bar Stella – Bar-Bolini, la strada di collegamento Piazza Battisti – Sottopedonda, il marciapiede de l’Ampezzana. E poi il concorso di idee per la progettazione della nuova piazza Tombon, e poi ancora, naturalmente, le opere inerenti l’edizione dei mondiali 2003 e quelle di contorno e di “rifinitura” di Stava...
Insomma 15 anni che passeranno agli annali, senza alcun dubbio, come i tre lustri d’oro delle opere pubbliche di Tesero. Peraltro, non va dimenticato che la continuità dell’azione (resa possibile dalla irripetibile circostanza dei tre mandati consecutivi di Delladio) e la spinta propulsiva conseguente al cambio del segretario comunale hanno giocato un ruolo non secondario sul procedere di questa “schiacciasassi”. Detto questo, analizzando un po’ meno superficialmente, c’è da chiedersi perché questa amministrazione e non le due che l’hanno preceduta abbia prodotto tanto. Innanzitutto perché l’era del sindaco Delladio arriva nel pieno della maturità del ‘dopo Stava’. Allorquando la cosiddetta Ricostruzione è in fase di completamento, i residenti (quelli direttamente colpiti) hanno appena introitato gli indennizzi per i danni materiali conseguenti alla catastrofe e gli studi tecnici (i più importanti) sono pronti ad iniziare la grande offensiva territoriale. (Prima incoerenza?). Inoltre, sempre in conseguenza del disastro, dal 1985 le amministrazioni di Tesero si trovano in una condizione privilegiata nel rapporto Comune – Provincia e quest’ultima, a partire da quella data, ha sempre un occhio di riguardo nei confronti di questa Amministrazione. Da qui in poi qualsiasi richiesta, o quasi, verrà benevolmente accolta dalla P.A.T. ed esaudita con molta più celerità che non prima di quel tragico 1985. Per di più, la discesa in campo di Delladio è caratterizzata da un’altra particolarità, quella della predeterminazione dei rapporti di forza all’interno del consiglio comunale. In virtù della nuova legge elettorale regionale, infatti, la/le lista/e vittoriosa/e nella competizione si aggiudicherà/anno i due terzi della forza consiliare mettendo quindi in una botte di ferro il vincitore e relegando la minoranza al ruolo di pungolo… molto spuntato.
Questa è la situazione socio-politica in cui inizia l’era di Delladio. Il nuovo sindaco sa di poter contare su tutte queste favorevoli contingenze (seconda incoerenza?) e che il lavoro da fare è tanto. Il consiglio depotenziato da quell’immodificabile e sbilanciato rapporto di forza non oppone grande resistenza e, strada facendo, non si verificano intralci di marcia rilevanti. L’azione amministrativa procede essenzialmente su due diversi livelli. Il primo, quello delle opere pubbliche, di cui abbiamo fatto cenno (non sempre fondamentali e magari a volte nemmeno necessarie) che diverrà il marchio di fabbrica di Delladio, e passerà alla storia. Tra parentesi una doverosa precisazione: le opere pubbliche, per ogni amministrazione, sono necessarie soprattutto perché in grado di trasmettere all’immaginario collettivo l’idea della loro efficienza. Per realizzarle ci si deve mettere piglio e fantasia, indubbiamente, ma poi la macchina va da sola, visto che, nel caso di Tesero, il carburante, e cioè il denaro pubblico provinciale, come detto corre in grande quantità. (Terza incoerenza?).
Il secondo livello è quello della regolamentazione della grande e tumultuosa espansione urbanistica privata in divenire. Ed è qui che 'casca l’asino' e le magagne, quasi subito, saltano fuori. Il quindicennio delladiano si caratterizza per il venir meno della mitizzata “pianificazione” tanto cara ai politici di metà anni Ottanta e, conseguentemente, il passaggio alla prassi della contrattazione diretta delle licenze di fabbricazione. Basta con le zonizzazioni, basta con i piani pluriennali. Ciò, in parte, ha anche una sua “logica” considerato che il territorio, non essendo un elastico estensibile all’infinito, non permette all’infinito la “teorizzazione scientifica” del suo uso. (Quarta incoerenza?) . Gli urbanisti in fondo sono dei parolai ammalianti che quasi mai si pongono il problema essenziale della finitezza della risorsa territorio. E allora chi altri dovrebbe porsela? In questi tre lustri l’espansione urbanistica proseguirà dunque a vista, a macchia di leopardo, assecondando gli appetiti più disparati. Manca appunto un minimo di 'filosofia' urbanistica che si sforzi di avere un capo e una coda. Avanti, avanti senza una visione complessiva del tutto e con una intollerabile superficialità nella valutazione della organicità ambientale e paesaggistica, nonché delle interconnessioni dei nuovi conseguenti flussi di traffico, tutti confluenti in un unico punto nevralgico, che vanno a gravare sulla viabilità (e sulla vivibilità) del centro paese. Lasciar fare. Ecco il verbo.
Per una palese situazione di conflitto d’interessi all’interno del Consiglio comunale, che vede da una parte uno studio tecnico rappresentato dal sindaco e dall’altra il suo principale antagonista rappresentato da un consigliere, su questa fondamentale questione non c’è una contrapposizione forte. (Quinta incoerenza?). Dunque ci si trova al cospetto di una tregua o di una pace amministrativa armata per cercare di accontentare un po’ entrambi gli “schieramenti” in gioco.
Questo è il punto più grave e dolente, che una volta di più conferma l’assoluta incompatibilità tra l’impegno di amministratore pubblico e quello di libero professionista. La questione vera, quella urbanistica, paradossalmente, in Consiglio comunale (organo deliberativo dell’ente territoriale per eccellenza!) per tutti questi ultimi 15 anni non è dunque all’ordine del giorno. Nello specifico la minoranza si batte giustamente (ma solo) sull’assurda concessione degli ampliamenti degli alberghi di Stava appena costruiti. Per le innumerevoli porcate che si stanno facendo in paese, prima tra tutte quella relativa alla localizzazione della costruenda casa di riposo di Sa Noesco, si balbetta soltanto. E in questo clima da non poniamo limiti alla provvidenza, nessuna nuova richiesta privata tendente a consumare nuovo territorio viene sostanzialmente frenata dall’Amministrazione (sesta incoerenza?), per cui, in questo lungo lasso di tempo, gli studi di cui sopra e l’esercito delle ditte artigiane si ritrovano come nel paese di Bengodi. Tra le 'perle' di questo secondo livello citiamo: la realizzazione della nuova casa di riposo appunto, l’urbanizzazione di Arlasa, quella degli Aleci, quella di Piattìs, e, dal punto di vista logistico, il posteggio di via Noval (per il quale, a onor del vero, l’Esecutivo tentò invano di opporsi). (Settima incoerenza?). Un’analisi approfondita degli intrecci (e complicazioni) che si andavano a generare con queste nuove realizzazioni avrebbe dovuto far desistere dal licenziarle. Invece, grazie al conflitto d’interessi presente al suo interno, il Consiglio, a tempo debito, tacque e, ancora adesso, gli studi tecnici ringraziano.

L’Orco

CONCORSO A PREMI

Nel testo potrebbero essere state inserite delle incoerenze logico-concettuali. I lettori che riusciranno a individuarle e localizzarle esattamente, ovvero a dimostrarne l’assenza assoluta, e inoltreranno al blog le loro argomentazioni a sostegno dell’una o dell’altra tesi, parteciperanno all’estrazione di uno dei seguenti premi a scelta:
– IL PRONTUARIO DELLA FELICITA’ DA QUI ALL’ETERNITA’ (Edizioni Fiemme Dreams)
– FERRARI F 2013 HYDRO-POWER (Offerta dalla Scuderia Valfiemme)


1 commento:

  1. se sono stati cosi bravi in quest'ultima amministrazione perchè cambiare>?

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INCANTO NOTTURNO

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Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

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TESERO 1929

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PASSATO

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ANCORA ROSA

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VIA STAVA ANNI '30

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LA BAMBOLA SABINA

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SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

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