30/01/10

LETTERE & INTERVENTI


Caro Orco,

l’articolo è in effetti notevole. Uno si arma di pazienza, sia per la mole sia per l’incipit non accattivante per un nuclearista, e parte. La scoperta è piacevole perché a differenza delle urla e della retorica dei tipici partigiani (per essere morbidi) dell’ambiente si fa un’analisi lucida e concreta della situazione, si snocciolano cifre che sono ragionevoli e si affrontano le alternative. Non male, sto pensando, ecco un discorso responsabile in cui tra l’altro si invoca la valorizzazione dei nostri tecnici e la mediazione scienza-politica da parte di gente competente, gente come…Rifkin?!
A sentire il nome del “guru”, termine caro al Settembrini, l’umore mi si è improvvisamente guastato e con esso anche il buon proposito di affrontare la lettura con il massimo dello spirito costruttivo. Una rapida ricerca on-line conferma i sospetti sul nostro autore (v. esperienze anni ’70) e provoca la levata di scudi definitiva. Vuoi la scoperta fatta, vuoi il tono, che con il proseguire del testo va dal mio punto di vista peggiorando, non riesco ad arrivare soddisfatto al termine della lettura.
Non entro ora nel merito degli argomenti, ma mi riprometto di farlo più avanti.
Per ora ti saluto

M.


Caro Michele, rispondo brevemente e a-scientificamente a questa tua. Perché appunto credo sarebbe ora grande di guardare le cose in maniera meno scientifica e più etica, cercando innanzi tutto di considerare attentamente i moventi del fare. Dal nucleare, giù giù sino all’urbanistica locale. Tornando all’articolo in questione posso dirti che esso è comunque zeppo di fonti scientifiche, che arbitrariamente ho tralasciato di indicare, ritenendolo, già così, molto lungo per un lettore appena appena interessato all’argomento. In calce al post originale di riferimenti ce ne sono una paginata intera. Per gli interessati, come te e Lorenzo, essi sono verificabili accedendo al sito dell’autore.
Dunque che dire? I partigiani dell’ambiente, la retorica dell’ambientalismo urlato? Non sempre è così, non tutti sono così. E’ la coerenza che discrimina, e questo vale per tutti, anche per gli scientisti. Mi rendo ben conto che, per la stragrande maggioranza delle persone, l’ambientalismo rappresenti una voce stridente e insopportabile e che i fideistici proseliti delle magnifiche e progressive sorti della scienza non vorrebbero nemmeno esistesse. Penso però sia importante che esso, al di là delle sue plurali forme e voci, ci sia e si faccia sentire. Quantomeno per solleticare e tener desta l’attenzione di gente sempre meno capace di capire il senso del tutto e sempre più confusa. L’ambientalismo, a mio vedere, urlato o sussurrato che sia, non è comunque tenuto a dare alternative. La sua funzione dovrebbe essere quella di ricordare, a chi confida esclusivamente nella scienza, le tante incongruenze, che essa ha dimostrato nel corso della storia, che sono all’origine di ripetuti disastri ambientali. L’industrialismo moderno, pur basando il suo sviluppo sulla scienza e sulla tecnica, non ci ha evitato affatto tragedie di ogni tipo. Non credo sia opportuno fartene un elenco. Ti fai una breve “giro” on-line…
Il nucleare? Io, che diffido convintamene degli uomini, penso sia un grave azzardo (massimamente in Italia!) e che, nonostante questo, in ogni caso, non sarebbe risolutivo della fame energetica. Uno scientista come te, se del caso, dovrebbe contestare ciò che viene asserito a sostegno delle tesi contrarie, opponendo ad esse altre tesi e adducendo altri argomenti. Senza considerare chi fa la proposta, chi la contesta e chi propone alternative. Rifkin? Perché no? Carlo Bertani? Perché no? Cosa c’entrano le sue esperienze anni ’70?
Si confutino le argomentazioni. Ci dicano i nuclearisti convinti, come si risolve il problemuccio dello stoccaggio delle scorie. Ci dicano come si può escludere categoricamente il rischio di incidente: che non equivale propriamente alla rottura di un accendino. Ci dicano quanta materia prima è disponibile, e per quanto tempo. Ci dimostrino perché poi ci sarà autonomia energetica: non mi risulta che l’Italia abbia giacimenti di uranio per alimentare tutte le nuove centrali previste. Ci dicano in base a qual ragionamento il costo dell’energia eventualmente prodotta col nucleare, all’utente italiano finale, sarebbe inferiore a quella prodotta oggi con termo o idroelettrico. Ci convincano di come si potranno escludere categoricamente, in fase di realizzazione degli impianti, infiltrazioni mafiose negli appalti, aggiungendo rischio al rischio. La gestione dell’azzardo nucleare, ché azzardo rimarrà per sempre, lasciamola ad altri popoli, ad altre nazioni. Più evoluti e seri di noi. Ecco, il presupposto minimo per questa intrapresa dovrebbe essere almeno la serietà. Che in tutta evidenza, non è nelle corde di questo popolo di allegroni. Se non siamo nemmeno capaci di rispettare un senso unico, che affidabilità possiamo avere?
In attesa di leggere le tue ragioni a favore del rilancio nucleare italiano ti ringrazio e saluto.

L’Orco

3 commenti:

  1. Caro Orco,
    intervengo anche se non dovrei, visto che non sono uno scienziato e di nuclei non ci capisco nulla.
    Ho imparato a leggere, come si dice, una riga si ed una no, e i tuoi grassetti facilitano molto la lettura. Grazie!
    Per questo non posso non scontrarmi con una stridente contraddizione (ma forse é un abbaglio personale). Dici, riferendoti alla differenza fra gli ambientalisti "buoni" e quelli cattivi che: é la coerenza che discrimina. Ma poi, stupore, grassetto scrivi "L'ambientalismo non é comunque tenuto a dare alternative".
    Non condivido e il mio ego realista resta allibito. Spiego.
    Lo scopo della scienza e della tecnica (sui cui effetti convergo pienamente sulla visione "Andersiana") é rendere possibile l'impossibile. Essa crea dall'idea la forma, e propone le alternative. Perché l'ambientalista dovrebbe essere in opposizione alla scienza (o alla posizione scientista...)? Dopo tutto le rinnovabili vi danno argomenti perché ci sono scienziati che le hanno prodotte. E poi perché non ti ritieni chiamato in causa per proporre un' alternativa?
    Dici che la funzione dell'ambientalismo é quella di ricordare. Tutti ricordiamo Chernobyl, ma in pochi sembriamo ricordare l'assenza di casi simili negli ultimi 25 anni. E' forse colpa della scienza?

    P.S. Il resto sono tutto dubbi legittimi, ma non c'é bisogno di ricordare. Attendo risposta dagli scienziati.

    RispondiElimina
  2. Caro Orco,

    la carne al fuoco è tanta e quindi mi prendo la libertà di risponderti "a puntate". Andando con ordine, la contrapposizione nelle nostre vedute è evidente fin dall’inizio della tua risposta. Tu invochi meno scienza e più etica, mentre io individuo proprio nella carenza di cultura scientifica (a tutti i livelli, dal più alto dei dignitari all’ultimo dei garzoni) una delle massime cause della deriva a cui stiamo assistendo. E’ fuori discussione che ogni azione deve essere pervasa di senso etico, ma perché mai dovrebbe essere proprio quella misera base scientifica che permea i nostri governanti a soffocarlo?
    A questo proposito, e perdona se di carne al fuoco ne metto altra, mi pare calzante la stretta attualità (vedi la recente sentenza del Consiglio di Stato):

    Roma - "Sugli ogm serve una presa di posizione chiara anche da parte della Chiesa. Ne ho parlato oggi nell'incontro privato che ho avuto con il cardinale Ruini". Così il ministro dell'agricoltura Luca Zaia [ ].
    "Non siamo qui per consegnare l'agricoltura ai laboratori genetici né alle multinazionali" ha aggiunto Zaia. Il Ministro ha raccontato di essere stato convinto proprio da un contadino che gli ha spiegato come quei semi genetici, a differenza dei semi naturali, non danno vita, non generano altri semi ma finirebbero per "fermare la natura".
    Durante l'incontro con Camillo Ruini, ha aggiunto Zaia, "abbiamo parlato di molte cose": il Cardinale aveva un piccolo podere a Sassuolo, sua città d'origine. Da qui la sua vicinanza al mondo dell'agricoltura. "Con la Chiesa - ha aggiunto Zaia - dobbiamo avere posizioni comuni e gli ho ricordato che dove c'é un contadino c'é un crocifisso".

    Ansa.it per NEWSFOOD.com

    So che anche su questo argomento (gli OGM) saremo in disaccordo, ma almeno in questa occasione concorderai con me che sembra non esserci un limite alla decenza…
    Per altro personalmente non mi sento affatto pervaso di scientismo. Non è una filosofia, o una religione, o qualcosa di assoluto il mio modo di vedere la realtà, ma semplicemente la constatazione razionale che il benessere e la civiltà si basano essenzialmente su una buona (e qui entra l’etica) applicazione della scienza (la tecnologia) e dei suoi principi, non sulla loro (magari aprioristica) negazione.
    La domanda a questo punto è: come si valuta questa bontà? Ovvero, a parità di potenziali interessi sotterranei che possono mettere in dubbio l’affidabilità degli uni o degli altri, di chi mi fido? Dei “tecnici” o di chi (vedi il ministro o il contadino di prima) fonda il proprio pensiero essenzialmente sull’ideologia (o meglio sul consenso nel primo caso e sulla saggezza popolare nel secondo)? Personalmente non ho dubbi. [continua]

    RispondiElimina
  3. Venendo al discorso fonti, mi permetto un ragionamento generale: lo sbandierare pezze d’appoggio, di per sé non significa più niente. E dico “più” perché ormai chiunque voglia imporre un proprio modo di vedere o fatto presunto, si è fatto scaltro ed ha pronto liste di fonti di letteratura a supporto (le più divertenti sono le cosiddette “ricerche indipendenti”). Perfino il più sprovveduto degli omeopati o degli astrologi è in grado, a suo dire, di riportare dati certificati dai più illustri ricercatori internazionali. Allora come se ne esce? Tutto è legato a dove si pubblica. Perché un dato sia attendibile (non dico inconfutabile, visto che nella scienza i dogmi non esistono e una “verità” è tale fino a che una ricerca più evoluta non la perfeziona o smentisce) deve essere riportato su una rivista autorevole (alto fattore d’impatto, ovvero alta diffusione nella comunità scientifica) che preveda un sistema di “peer reviewing”. Questo è un severo apparato di controlli incrociati, eseguito da esperti del settore che, spesso anche a costo di mesi e mesi di ritardo nelle pubblicazioni, garantisce l’affidabilità e la genuinità di una ricerca. Tutto il resto sono le mie chiacchiere contro le tue, i miei dati contro i tuoi; e in questo contesto ricade, secondo me, ad esempio la guerra di cifre relative a Chernobyl.
    A presto per gli altri commenti,

    M.

    RispondiElimina

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

Archivio blog