Tra i lari confortevoli,
un sentimento conserva
i sentimenti passati.
Cuore contrapposto al mondo,
come la famiglia è verità!
Il mio pensiero è profondo,
sto solo e sogno rimpianto.
E com’è bianco di grazia
Il paesaggio che non so,
visto per la vetrata,
della casa che mai avrò!
Fernando Pessoa
IL POETA E' UN FINGITORE?
Fernando Antonio Noguero Pessoa, nasce e muore a Lisbona, nel breve spazio di tempo compreso tra il 1888 ed il 1935. Molte delle sue opere (quasi tutte pubblicate dopo la sua morte) le scrive attribuendole ai suoi eteronimi, Alvaro de Campos, Ricardo Reis, Alberto Caeiro ed altri minori. Molti si sono soffermati sulla straordinarietà di questo autore e sulla sua originalità. A noi interessa soprattutto questo suo modo di essere e di non essere, relativo alla sensazione dolorosa e stupefacente di sentirsi attori di se stessi e dei propri sentimenti, interpreti di realtà modificate e modificabili da improvvisi quanto inaspettati cambi di scena su un palcoscenico in cui si susseguono maschere tragiche, poi comiche, poi ancora tragiche, ad libitum, e che mutano in misura dei nostri stessi disperati mutamenti. Ci interessano le sue "voci di dentro" attraverso le quali esprime la propria lucida inquietudine. E con Pessoa ci domandiamo se il poeta è davvero un fingitore e se è vero che "finge così completamente che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente". E poco importa se il dolore nasce dai sogni, dalla paura della follia, dalla consapevolezza della propria solitudine o dalla grande indifferenza delle stelle. È dolore, comunque.
Anna Intartaglia
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