14/11/09

L'IPNOTIZZATORE



Una certa leggenda orientale narra di un mago ricchissimo che possedeva numerose greggi. Quel mago era molto avaro. Egli non voleva servirsi di pastori e nemmeno recintare i luoghi dove le sue pecore pascolavano. Naturalmente esse si smarrivano nella foresta, cadevano nei burroni, si perdevano, ma conoscevano l'eros. Questo era il mezzo perché si salvaguardassero da tutte le disgrazie, soprattutto da quelle provenienti dal mago. Infatti fuggivano perché sapevano che il mago voleva la loro carne e la loro pelle. L'eros dava loro la misura di tutto ed il buon senso. Infine il mago trovò un rimedio: ipnotizzò le sue pecore e cancellò loro il senso dell'eros. Incominciò a suggerire loro che erano immortali e che l'essere scuoiate non poteva far loro alcun male, che tale trattamento, al contrario era per esse buono e persino piacevole perché al piacere dell'eros era preferibile il dispiacere in vita che le avrebbe portate all'”immortalità” dopo la morte. Poi aggiunse che era un buon pastore, che amava talmente le sue pecore, da essere disposto a qualsiasi sacrificio nei loro riguardi, che le avrebbe sempre protette e che sapeva lui solo quale era il loro bene. Dopodiché il mago introdusse nella testa delle pecore l'idea che esse non erano affatto pecore. Ad alcune disse che erano avvocati, ad altre medici, ad altre politici, ad altre professori, ad altre militari, ad altre sportivi, ad altre mariti e ad altre mogli. Ciò fatto le pecore non gli procurarono più né noie né fastidi. Il mago si rilassò perché da allora le pecore incominciarono a controllarsi vicendevolmente ed a non tenere più conto del loro piacere come metro di vita. Esse erano serene solo nei confronti del mago e aspettavano l'istante in cui lui avrebbe preso la loro carne e la loro pelle.
Questo è in metafora lo stato attuale dell'umanità: essa ha perso la misura con cui dirigere i suoi pensieri ed i suoi atti, è diventata un gregge inconsapevole. Per disinnescare il processo di ipnosi collettiva e far tornare l'umanità alla sua realtà ci vorrebbe uno shock ed il ritorno all'eros. Il maggior danno che ha fatto e sta facendo l'ipnotizzatore (ha incominciato migliaia di anni fa), è quello di aver sostituito il sentimento di potere a quello dell'amore: da cui il modo di dire napoletano “comandare è meglio che fottere”, esaltando l'ego di tutti e facendo credere che bisogna comandare, da cui l'espressione di Totò “siamo uomini o caporali?” colmando le coscienze di pensieri errati che cristallizzano e diventano schemi. (...) Come la scimmia scimmiotta e ripete, così gli schemi sono ripetuti sino a che diventiamo anche noi scimmie e quando ci vengono i sensi di colpa e la paura del giudizio, siamo promosse pecore.

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