22/11/09

DROGA PER TUTTI


La percezione di qualcosa, in fondo alla propria umanità, che reclama una certa esistenza - e la reclama perchè la sa possibile - è un' esperienza conosciuta da chiunque non se la voglia negare. Si ha la pretesa dall' essere umano, oggi, che cerchi di seppellire questa voce - che accetti l' alienazione. Vivere nell'alienazione è come avere un estraneo in casa. E chi sarà allora l'estraneo? Quell' io che si conforma, ordina il mondo come gli viene suggerito, applica quegli schemi che si è lasciato prima introdurre? Oppure quell' io che, là in fondo, si lamenta? Vivere nell'alienazione è pressochè impossibile: La voce là in fondo non la smette di lamentarsi, di reclamare... Ci vorrà dell'anestesia. Un po' di confusione... Un qualche momentaneo sollievo. Tutto ciò possiamo ovviamente chiamarlo droga. Droga fisica, droga direttamente psichica. Farmaci, sostanze oppiacee, programmi televisivi... La personalità umana è vista, in molte culture, in molte sapienze originatesi nel passato, come articolata su tre livelli: Corpo, Anima (o Psiche), Spirito. Lo Spirito è l'elemento fondamentale - ciò che là in fondo, oggi, si lamenta. La Psiche è un livello più superficiale. Il Corpo un livello più superficiale ancora. L' alienato è una personalità scombussolata in quest'articolazione. Lo Spirito è il sentire umano più profondo, il luogo della propria autenticità. Dallo Spirito si possono giudicare le cose e le situazioni, le proprie esperienze. La Psiche consiste in una serie di funzionalità: memoria, immaginazione, razionalità, linguaggio... Il Corpo abbiamo tutti ben presente cosa sia.La Psiche e il Corpo hanno tutta la loro importanza. Ma se la coscienza non è focalizzata sullo Spirito c' è alienazione: non siamo più noi stessi, non siamo in grado di cogliere il senso autentico delle cose. Resta un' imprecisabile sofferenza là in fondo. - Se la coscienza è focalizzata sullo Spirito c' è integrità. Nella civiltà dell'alienazione tutto dovrà poter funzionare come droga. Tutto ciò che diremmo più positivo, più puro, viene ad avere il proprio risvolto di droga. La cultura è anche droga, l'arte è anche droga, l'amore è anche droga. La politica antagonista è anche droga. Tutto ciò che dà sollievo all'alienazione senza intaccarla è droga. Le esperienze umane più nobili son quelle che possono più fortemente drogare se ben tenute sotto il Controllo, indirizzate. Agli spiriti modesti: psicofarmaci e televisione. Agli spiriti elevati la droga culturale o artistica, la droga politica, la droga amorosa... L'alienazione non è come un disastro naturale. Ha una sua logica di potere. E' funzionale ad un' oppressione. L'essere umano alienato non ha più sotto controllo, dalla propria fondamentalità spirituale, la propria Psiche. Allora è la sua Psiche a controllare lui. Lo controlla per conto del Controllo - diciamo così. Funziona grosso modo in questa maniera. La cultura dominante proclama il primato della Razionalità. Gli schemi razionali hanno un carattere oggettivo. In ogni soggettiva razionalità si può introdurre il medesimo schema razionale. Schemi razionali proficui per gli oppressori sono preparati e diffusi. L'essere umano alienato è privo di giudizio spirituale - è privo di difese. Gli schemi invadono la sua Psiche e lo faranno funzionare. L'alienazione è propedeutica allo sfruttamento. Si sfrutta qualcuno - io credo si debba considerare - non quando lo si paga meno di una certa cifra, ma quando lo si riduce a mero strumento. L'esser umano è condotto a focalizzarsi sulla propria Psiche e non sul proprio Spirito, ovvero è alienato. Così è pronto per lo sfruttamento, per impegnare macchinalmente le proprie facoltà psichiche, o psicofisiche, come gli viene richiesto, senza poter esercitare più nessun autocontrollo. La droga è il necessario momento ricreativo dallo sfruttamento e dall' alienazione. Ma c'è perfino una sottile voluttà nell'autoalienarsi... In quella specie di paradossale tentativo di liberazione. Di nirvana da folli. L'eco lontana dello Spirito si lamenta... Si vorrebbe così tacitarla spingendo ancora più in senso contrario. Diventare completamente delle capacità operative. Ovviamente non è possibile. Inseguendo questo incubo l'attivismo non è mai abbastanza. E' la droga del "darsi da fare". Come tutte le droghe allevia la pena solo momentaneamente, superficialmente. Poi ci si ritrova quel disagio profondo, sempre più vago ed indecifrabile e perciò più doloroso.


Enrico Caprara

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