14/11/08

CHE FINE HA FATTO DIO?


All’affermazione di Nietzsche che “Dio è morto”, Woody Allen ribatté una volta: “No, ha solo traslocato e ora lavora a un progetto meno ambizioso”. Morto o emigrato, Dio sembra comunque essersene effettivamente andato dall’Occidente e non interessarci più. O almeno, non nelle forme fumettistiche della religione tradizionale, rivolte ai pastori analfabeti della Palestina di due o tremila anni fa, e dunque anacronistiche e superficiali per l’uomo tecnologico di oggi. Che cosa rimane allora della religione tradizionale nel mondo contemporaneo, e quali mutazioni del gene(si) ha subito per adattarsi ai bisogni della modernità?
Prima di rispondere a queste domande, sarà utile cercare di capire i motivi per i quali la gente crede, quando ancora crede. Al primo, generico e ovvio, alludeva Gadda notando che “non tutti sono condannati a essere intelligenti”. Benché sia infatti imbarazzante dirlo, la maggioranza degli uomini non brilla né per cervello né per cultura, e costituisce un fertile terreno per la disseminazione e l’attecchimento delle sciocchezze più disparate: dalle promesse dei governanti alle menzogne della pubblicità, dalle banalità dei media alle soprannaturalità dei preti.
Sarebbe però semplicistico e superficiale ridurre la fede a un capitolo della stupidità umana: d’altronde, ci sono molte persone intelligenti e colte che credono, o almeno dicono di credere. Una buona parte di esse crede di credere, secondo la felice espressione di un filosofo, o finge di credere, secondo l’infelice abitudine dell’uomo pubblico. La sensibilità e l’interesse per il trascendente non sono infatti molto diffuse in società materialiste come quelle occidentali, e la fede si riduce spesso soltanto a una pratica sociale, adottata senza troppi pensieri per tranquillità personale, o simulata con precisi calcoli per convenienza elettorale.
Nella maggior parte dei casi, però, la fede è probabilmente il risultato di un programma educativo enunciato brutalmente da Joseph de Maistre. Non a caso la Chiesa e i partiti politici che la rappresentano, dalla Democrazia Cristiana di ieri al Partito delle Libertà di oggi, combattono battaglie furiose sulla scuola privata, in nome della libertà di insegnamento: perché sanno benissimo che il lavaggio del cervello effettuato sui bambini avrà effetti permanenti sugli adulti. D’altronde, se una seduta ipnotica può bastare a costringerci a comportamenti inspiegabili, un indottrinamento sistematico potrà ben continuare a farci credere a Gesù Bambino anche da grandi.
Natura e cultura a parte, le motivazioni consce e inconsce che spingono l’uomo a credere possono essere le più svariate: il desiderio di garantire i valori morali, il bisogno di comprendere e ingraziarsi la natura, i sensi di timore, di impotenza, e di paura nei confronti della vita e della morte, il tentativo di affrontare alla radice le crisi esistenziali, la soddisfazione di pulsioni e desideri infantili rimossi, la concretizzazione delle idee di perfezione e di grandezza, la coscienza dell’infinito, l’attivazione simbolica di archetipi collettivi, la solitudine dell’uomo nell’universo, e chi più ne ha più ne metta.
Ma di fronte a ciascuna di queste motivazioni, di ordine per così dire “superiore”, le religioni tradizionali ormai non sanno offrire altro che soluzioni di qualità inferiore. I bisogni ai quali abbiamo appena accennato sono infatti meglio e più adeguatamente soddisfatti da altre parrocchie. Ad esempio, la letteratura, la filosofia, e le scienze naturali e umane sono più attrezzate a narrare storie, elaborare sistemi e spiegare il mondo e l’uomo di quanto possa farlo una rudimentale mitologia mediorientale antica: ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne immaginassero i profeti mediorientali e gli dèi di loro invenzione.
Le religioni più inadeguate per il mondo moderno sono sicuramente i monoteismi, che pretendono di possedere una verità unica e direttamente rivelata. Naturalmente, di monoteismi veri ce ne può essere al massimo uno: quando invece ce ne sono due o, Dio non voglia, addirittura tre, le cose si complicano ed esplodono. Da un lato, gli altri monoteisti verranno percepiti come sacrileghi e blasfemi, e massacrati nelle reciproche carneficine che hanno segnato la storia antica e recente di ebrei, cristiani e musulmani. Dall’altro lato, gli infedeli verranno considerati come esseri inferiori da eliminare o redimere, attraverso le innumerevoli guerre di conquista che gli imperialismi ebraico, cristiano e islamico hanno perpetrato nei secoli, negli anni e nei mesi passati. (…)
È però forse nella loro superbia antropocentrica che i monoteismi rivelano le proprie limitazioni di fronte al pensiero scientifico. Credere che l’uomo sia il figlio prediletto di un Dio cozza infatti contro tutte le scoperte scientifiche della storia moderna: il sistema copernicano che rimuove la Terra dal centro del mondo, l’evoluzionismo darwiniano che collega l’uomo alla scimmia, la psicoanalisi freudiana che svela la potenza dell’inconscio, la relatività einsteiniana che elimina ogni sistema di riferimento privilegiato, la biologia molecolare che riduce la vita all’informazione genetica, sono tutte tappe di un progressivo ridimensionamento dell’uomo che la Chiesa non può che cercare pateticamente di contrastare e contenere.
Alla luce delle sue incompatibilità con la modernità, si comprendono e si spiegano le vicende recenti della religione nel mondo occidentale. Il Vaticano, ad esempio, ha da tempo concentrato le sue attenzioni sugli anelli più deboli della catena umana: il terzo mondo, i giovani e i “poveri di spirito”. Ad essi si sono rivolte le apparizioni medianiche di un papa superstar in moto perpetuo per un quarto di secolo, che adorava madonne, esorcizzava demoni, credeva nei miracoli e canonizzava ciarlatani. (…)
Posti di fronte all’alternativa “meglio atei che miscredenti”, molti soddisfano allora i propri bisogni di spiritualità cascando dalla padella nella brace e rifugiandosi in versioni semilaiche e parascientifiche delle religioni. Esorcisti, demonologi, medium, maghi, parapsicologi, chiaroveggenti, sensitivi, cartomanti, guaritori, astrologi e compagnia bella contendono dunque ai preti il monopolio della stupidità e della creduloneria umana, e tutti insieme competono per spartirsi i lauti guadagni di un mercato florido e ricco.
Ma l’irrazionalità mascherata delle pseudoscienze e la fede negli astri, nelle carte o nell’occulto non sono meno anacronistiche dell’irrazionalità palese delle religioni tradizionali e della fede nello Zeus greco, nel Giove latino o nel Gesù cristiano. Soltando portando a compimento la decostruzione delle religioni e delle pseudoscienze, e scegliendo apertamente la via della razionalità e della scienza, l’Occidente potrà finalmente approdare a una concezione non caricaturale della spiritualità e trovare il sacro dove veramente sta: cioè, nella natura e nell’uomo.

Piergiorgio Odifreddi (Il Matematico Impertinente edizioni TEA)

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