05/10/08

L'OPINIONE DI UN COMPAESANO ALL'ESTERO


Da un giovane teserano, studente all’estero, ci è pervenuta la lettera che qui pubblichiamo. Sono apprezzabili dettagliate considerazioni sui contenuti del blog alle quali risponderemo puntualmente a breve. Per esse e per l’autorizzazione alla pubblicazione ringraziamo l’autore.

Caro Euro,
da qualche tempo leggo con interesse il tuo chiacchieratissimo blog, anche se non ho mai commentato una delle tue inserzioni; forse per pigrizia, forse per il motivo che tu tanto contesti, e cioè la mancanza della voglia (o del coraggio?) di esprimere la propria opinione, o forse perchè i commenti brevi sono poco adatti a chiarire i propri pensieri e molto si prestano a fraintendimenti... Così ho deciso di scriverti qualche riga in più, certo che la leggerai anche se il mio italiano non è certo fluente e raffinato, cercando di includere il mio parere sul tuo blog in generale e su alcuni pezzi in particolare. Nulla di interessante si aggiunge a quello che hai pubblicato; questa mail però vuole essere un piccolo contributo a quel tanto desiderato (almeno suppongo dalla tua ultima risposta ad un commento) feedback che dovrebbe provenire dai lettori. Ferma restando l'assoluta qualità della maggior parte delle inserzioni, di certo non si può essere d'accordo con tutto quanto tu scrivi, e questo penso che anche tu stesso lo creda e lo voglia. Proverò quindi a fare delle brevi e semplici considerazioni su quelli che sono gli argomenti più discussi nel blog.

1) Per quel che riguarda l'ambiente teserano e la sua gente (e mi riferisco in particolare agli estratti dell'opera del Gruppo di Discussione Critica) condivido in parte ciò che scrivi (o che hai comunque inserito): in particolare ho notato anch'io una tendenza all'insincerità e all'ipocrisia, così come l'interesse unico per faccende che producano un tornaconto diretto (d'altronde questo succede dappertutto, almeno in Italia). Il pezzo mi ha anche fatto notare il fatto che certe “barriere comportamentali” cadono nel momento in cui ci si trova in un ambiente familiare, ove tutti divengono improvvisamente più sinceri. Altro spunto interessante lo si offre nel menzionare l'auto-compiacenza della comunità (e io ne so qualcosa, facendo parte di banda e coro, e dovendo a volte sentire complimenti e fior di "sviolinate" su esecuzioni che sono tutt'altro che eccellenti). Sono però un po' perplesso sul modo di trattare l'argomento e porre le critiche che, come peraltro è anche scritto, sembra essere affetto da un qualche schematismo: quello che voglio esprimere è la mia impressione che si voglia fare un uso eccessivo e sbagliato dello spirito critico, che porta alla tendenza alla generalizzazione e ad un troppo spinto pessimismo (che cade quasi nel catastrofismo in qualche tuo pezzo). Per fare un esempio, la tua aspra critica alle Corte de Tieser dovrebbe considerare il fatto che negli ultimi anni si è tentato (o almeno così mi è parso dall'esterno) di fare qualche passo indietro, ristrutturando quello che era lo spirito presente nei primi anni in cui avevano luogo. Così come non si può dimenticare che ci sono persone che mettono veramente il cuore in ciò che fanno, anche se forse il loro sbaglio è il non pensare veramente a quello che stanno portando a termine (per chi e per che cosa lo fanno). Ovviamente il mio parere è quello di un ventiduenne che forse non conosce ancora assai profondamente Tesero; resta però il fatto che, pur vedendo nello spirito critico uno strumento di fondamentale importanza, io credo che una sua interpretazione sbagliata possa portare ad una sorta di (concedimi il termine forse non proprio azzeccato) “chiusura mentale”, che è l'effetto opposto a quello che lo spirito critico stesso si propone di ottenere (peraltro su questo tornerò nella conclusione). Attendo poi di leggere l'intero scritto del G.D.C. per comprendere più profondamente le argomentazioni.

2) Passando alla questione della politica, leggo con molto interesse soprattutto gli articoli satirici sull'argomento, in quanto in questo campo sono diventato anch'io un vero pessimista e ho bisogno a volte di farmi qualche risata per sdrammatizzare: basta ragionare due secondi su quello che accade per rendersi conto del marciume in cui naviga il potere (i due video pubblicati recentemente sono la sintesi della questione).

3) A proposito di turismo fiemmese e mondiali, pur non condividendo i toni a volte troppo aspri della tua critica, non posso che essere d'accordo con te: anche qui un veloce ragionamento ci permette di notare come, se proprio si vuole attrarre turisti e ospitare i mondiali, si potrebbe farlo in un modo più intelligente, che premi la qualità più che la quantità e che sia maggiormente rispettoso dell'ambiente in cui viviamo, patrimonio inestimabile a mio avviso (è sufficiente girare un po’ per rendersene conto).

4) Una questione che forse ha sollevato più discussioni a livello paesano è quella della viabilità, su cui se ne sono sentite di cotte e di crude, con inutili insulti e chiacchiere maliziose (caratteristiche dei paesini in cui tutti si conoscono tra di loro). Quel che voglio dire è che, messo alla prova dei fatti, il piano non è poi tanto male anche se, col mio modo di vedere le cose, avrei affrontato la questione in modo più graduale, con piccole modifiche, non sconvolgendo la situazione improvvisamente. Resto perplesso del fatto delle eccezioni, in quanto possono creare pericolo (1 volta su 3 che scendo da via Cavada incontro qualcuno che sale nel tratto in cui non si potrebbe). Forse ci vorrebbero meno regole, ma più restrittive. E soprattutto sarebbe necessario farle rispettare, visto che molti, da buoni italiani (mi perdonino gli Schützen), sembra che provino piacere ad infrangerle. Inutile notare poi come pochi abbiano interpretato il piano nella maniera giusta, ossia nell'incentivo a lasciare la macchina a casa quando non è strettamente necessaria...

5) Sulla questione dell'ambientalismo forse le divergenze tra noi sono più accentuate, in quanto non mi ritengo un verde nel senso politico del termine, anche se do estrema importanza al rispetto dell'ambiente in cui viviamo. Condivido le osservazioni a livello locale, e cioè sulle piccole cose che tutti potrebbero fare, sui comportamenti “environmentally friendly” che tutti potrebbero tenere, e a cui pochi in realtà danno peso. Esemplare è la questione dei SUV: mi chiedo come si faccia a non arrivare a capire l'inutilità di tali mezzi di trasporto; basterebbe tenere conto del consumo di benzina per rottamare un gippone all'istante... Anche volendo imporre la legge del menefreghismo (“Io il SUV me lo posso permettere, allora perché rompi i c...”) si è costretti a far notare che uno di quei bestioni crea un danno alla collettività a livello di emissioni che è doppio rispetto a quello di un mezzo più modesto che svolge gli stessi compiti (e quindi andrebbe tassato non il doppio, ma il quadruplo). Il ragionamento è talmente semplice, eppure... Sono più critico invece su alcuni pezzi riguardanti la politica energetica ed ambientale a più ampio raggio. Per fare solo alcuni esempi: - non sono convinto che, cifre alla mano, si possa far ora a meno del nucleare a livello globale (anche se reintrodurlo in Italia mi sembra una scelta quantomeno sciocca); - purtroppo l'aumento di popolazione non può essere fermato così facilmente, in quanto è caratteristico dei paesi in via di sviluppo (cosa facciamo, li obblighiamo ad usare il preservativo ogni volta che copulano? Glieli regaliamo noi i condom?); tra l'altro, un grafico che ho visto su uno dei pezzi prospetta una crescita esponenziale della popolazione, la quale invece, almeno secondo le mie conoscenze, tenderà a saturare verso i 10 miliardi di abitanti; - il vero problema è che ci sono zone che, con i mezzi attuali, non possono soddisfare la domanda di cibo, acqua, energia, ecc... causata dalla crescita della popolazione; è anche vero però che con determinate scelte si riuscirebbe ad evitare ciò ed il pianeta a livello teorico è in grado di “sopportare” quella cifra; - il rallentamento della crescita permetterebbe di ridurre i consumi; ti pongo però un'altra questione: è possibile fermare la crescita anche nei paesi in via di sviluppo? Non hanno diritto anche loro a raggiungere uno stile di vita decente? O consideri avere, per esempio, istruzione e sanità a livelli quantomeno presentabili un lusso esasperato? Se la “nostra” crescita rallenta troppo, i paesi sviluppati, che sono gli unici in grado di produrre le tecnologie per rendere sostenibile la crescita (anche dei paesi in via di sviluppo), non potranno mai rendere operative tali tecnologie; concordo comunque sul fatto che sarebbe positivo cha la gente si accontenti di una crescita meno spinta; - l'utilizzo delle fonti rinnovabili è chiaramente auspicabile, anche se va attuato in un modo più accorto di quanto alcuni scrivono in pezzi da te pubblicati: per esempio l'eolico (almeno per quel che riguarda impianti di una certa potenza) trova pochi sbocchi in Italia, i quali tuttavia vanno tutti sfruttati, dando poi spazio ad una certa penetrazione dell'eolico “domestico”, con piccole turbine sui tetti delle case; - una cosa che mi infastidisce poi, è che gli stessi che enfatizzano l'uso di fonti rinnovabili, sono poi quelli che bloccano i progetti perchè hanno un impatto paesaggistico troppo accentuato (non so se sia il caso degli autori dei tuoi pezzi, ma è certo che ne esistono).

Concludo le mie considerazioni dicendo che, pur non conoscendoti e non avendo mai parlato con te, apprezzo veramente la tua scelta di aprire il blog e soprattutto la puntuale argomentazione che tu fornisci di tutto ciò che scrivi. Di certo non si può concordare su tutto ciò che vi è scritto (guai se fosse così!), ma i pezzi devono comunque rappresentare uno stimolo al pensiero ed alla riflessione. E' triste vedere la gente che, messa di fronte a certe considerazioni, invece di cominciare a pensare e a esprimere eventualmente il proprio disaccordo, risponde solo con una rumorosa risata figlia della chiusura mentale o dell'incapacità di produrre proprie idee ed argomentazioni. Spero che arriverai fino in fondo alla mia lettera, vista anche la fatica che mi è costata la sua stesura, dovuta alla mia (ahimé) disabitudine a produrre pezzi di questo tipo. Mi auguro poi che queste righe rappresentino, almeno in parte, quella retroazione ai contenuti del blog da parte dei lettori. Tanti saluti dalla Danimarca.

Lorenzo Zeni (Berti)

1 commento:

  1. Che dirti Lorenzo, complimenti! Nella mia giovane esperienza ho imparato che per comprendere il nostro Paese ci sono due possibilità: o te ne vai (con la mente) o te ne vai (e basta).
    Speriamo, anche, che qualcuno torni. Se no ogni cambiamento è una chimera.

    Aspetto, ansioso, una risposta da Euro.

    RispondiElimina

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