04/08/07

PIROMANI D'IDIOZIA


Il fuoco purifica. Qualcuno viene carbonizzato ogni tanto, ma la cementificazione è salva. Nuovi immobili, nuovi investimenti, nuovi posti di lavoro. I piromani sono dei benefattori del Pil. Senza di loro, quanti sarebbero a spasso in Italia? Le società immobiliari dovrebbero farli consiglieri di amministrazione. I sindaci nominarli assessori allo sviluppo. Lupo Benni dice la sua sul fuoco italico. “In Italia c'è qualcosa che brucia anche quando il fuoco è spento: allora entrano in azione i piromani della dimenticanza. Pochi giorni fa tutti i giornali titolavano che l'Italia era un rogo, che migliaia di turisti avevano rischiato la morte, che i soccorsi erano stati tardivi e la prevenzione nulla. Qualche tuttologo fiammiferologo si era affrettato a descrivere l'identikit del piromane e del suo disagio sociale, forse una mamma non abbastanza calorosa. Qualcun altro aveva subito invocato la pena di morte per griglia o microonde. Qualcuno più seriamente aveva indicato i colpevoli: la mafia, e tutti i piccoli o grandi incendiari che dal fuoco sperano di ricavare un vantaggio economico, pascolo, cemento o soldi del ricatto. Giorgio Bocca ha scritto parole condivisibili sulla fine dell'interesse comune, di ciò che dovrebbe essere ricchezza di tutti. E si sono elencate misure utili e necessarie. Rendere efficace la legge che impedisce speculazioni sui terreni bruciati, il catasto comunale degli incendi, l'obbligo di tagli antifiamme per tutti, l'aumento dei posti di vedetta, soprattutto nei giorni in cui è previsto caldo e vento, la mobilitazione dell'esercito, l'aumento della flotta di aerei e elicotteri, e altro ancora.. Cosa resta di quei giorni? Dimenticato Peschici, dimenticato il pilota di Canadair morto, dimenticate le cifre spaventose di ettari bruciati. Leggo già che se l'America non riesce a spegnere gli incendi, perchè mai dovremmo farlo noi? E quando alla televisione vedo la parola Sardegna, so già che non parleranno dei fuochi che l'hanno devastata, ma del Billionaire. Ecco, fateci caso, il Billionaire ha più spazio, nei telegiornali di questa settimana, del problema degli incendi. I piromani dell'idiozia e della rassegnazione hanno ripreso a appiccare fuoco all'Italia. Gli alberi non votano. Ricordatevelo, al prossimo inatteso, imprevisto, inevitabile rogo. E telefonate a Briatore, forse lui ha un estintore, o una pompa a champagne.”


Stefano Benni

CONTROCANTO


Al calar della sera, di un qualunque sabato di agosto, tra le case, si espande quasi impercettibilmente uno strano indefinibile odore che non sa né di erba appena tagliata, né di terra, né di letame. È un odore moderno, forse è odore di plastica. C’è un vociare di fondo; maschere variopinte e senz’anima si aggirano per le vie troppo illuminate, nel vano tentativo di riesumare un antico passato sepolto. È l’esercizio insistito e ostinatamente ripetuto di una comunità finta, conformista, diventata ricca e tronfia. Che ha sacrificato, sul presuntuoso altare del “benessere”, giorno dopo giorno, da tempo ormai lontano, proprio quel territorio di cui oggi (solo oggi, in questa sera d’agosto) ne esalta la vita e i suoi frutti faticosi. Sappiamo che il fine autentico di ogni manifestazione rievocativa celebrata in una località turistica non è quello di ripristinare momentaneamente quel filo ormai spezzato col passato, per l’intima e imprescindibile necessità di confermare la propria identità. La vera ragione di tutta questo frenetico riproporre è soltanto quella di far vedere “agli altri” - ma non gratuitamente, beninteso – ciò che quella comunità nel suo profondo più recondito presume ancora d’essere (ma che da tempo invece non è più). Senza alcun sentimento di nostalgia autentica e dolorosa per una perdita irrimediabile. E questo lo si percepisce benissimo standoci dentro. Non se ne accorge il turista, né il curioso passante occasionale, ma chi quel tempo lo ha potuto assaporare e vivere, coglie benissimo tutta la finzione e l’insensibilità che dietro questa messinscena evocativa si nasconde.
Ed è massimamente intollerabile, per quanti credono ancora nei valori di quel passato, dover “subire la lezione” da chi di quel tempo non è affatto maestro e che, passata la festa, lo rinnega nei fatti per i rimanenti 364 giorni dell’anno. Da chi per le strade di quel luogo non cammina più a piedi, da chi non rispetta più il silenzio, da chi odia i ritmi lenti della natura, da chi detesta il profumo dei tigli, da chi ignora quanta cura abbisogni un coltivo in campagna, da chi non conosce il difficile uso della falce, da chi non sa quanto costi fatica il più piccolo orto, perché ad esso, davanti alla casa, preferisce “godersi” un pulito, asettico e ben rasato praticello all’inglese.
Questa è la vera ragione di tanto posticcio rievocare. Un pretesto per aggiungere denaro al denaro. Per “promuovere”, ancora una volta – l’ennesima – un territorio che viceversa avrebbe soltanto un urgente bisogno di tranquillità e di rispetto. Semplicemente questo.


L'Orco

02/08/07

NUOVA VIABILITA' A TESERO. SI PARTE?



Stimato Assessore,


la questione la conosci e, sinceramente, a ribadirla mi parrebbe di fare un torto alla tua intelligenza e anche alla mia. Quindi soprassiedo. Restano i fatti che, sinteticamente, sono questi.
Le promesse che in merito mi erano state fatte (in più occasioni e da più interlocutori) sono purtroppo rimaste lettera morta. Si era detto a suo tempo (lo avevi detto proprio tu in febbraio nell’intervista data all’Avisio) che ad aprile si sarebbe sicuramente partiti con il nuovo piano viabilità. Poi sono venuti fuori dei “problemi” che ostavano: illuminazione di via Valusella, lavori esterni al municipio. Adesso via Valusella è sistemata. Restano quelli al municipio. Ma a breve, conclusi anch’essi, non dovrebbero più sussistere ragioni di stallo. Il Sindaco già nella riunione della primavera 2006 parlava – come certamente ricordi – di alcuni posteggi satellite da considerarsi infrastrutture prioritarie, preventive e necessarie (delle teste di ponte, potremmo dire) per il successivo approntamento del piano organico complessivo della viabilità. Uno di questi, ad Arlasa, è ormai da tempo in funzione ma, come era del tutto logico e come gli avevo anche detto, esso non ha migliorato di nulla la situazione in centro (e a dirla tutta nemmeno a Soc). Tanto vale, potrei metterci la mano sul fuoco, anche per quelli previsti e non ancora realizzati di Sorasass e delle Valene. Come temevo, a distanza di due anni dalle mie prime segnalazioni, l’unico fatto evidente resta (a parte le parole e i carteggi intercorsi tra di noi) il “casino” che imperversa senza il minimo miglioramento in centro paese, che in questo periodo di affluenza turistica si accentua ancor di più. Questa è, come si dice, la prova del nove di quanto sia difficile per le amministrazioni locali in genere agire su piani diversi da quelli infrastrutturali e cimentarsi, con qualche apprezzabile risultato, sul piano puramente “culturale”. Perché di “lavori” se ne fanno sempre (e per le amministrazioni farne molti è addirittura motivo di vanto), che poi servano o no è una questione secondaria, perché per farli – purtroppo, dico io – i soldi ci sono sempre. Ed è ovvio che qui ci siano. Tesero da 22 anni non fa che usufruire di denari a profusione grazie al rapporto preferenziale e privilegiato conseguente la catastrofe del 19/07/1985. E impiegandoli a Lago (Centro del Fondo e dintorni) o a Stava, di quelli “che contano” non si scontenta mai nessuno. Quando però invece dei soldi ci si deve mettere la faccia, allora la musica cambia. Ed è verosimile (forse qui mi sbaglio, ma l’impressione che questa prolungata inerzia mi dà è proprio questa) che da parte vostra (magari non da parte tua) ci sia chi sta frenando o cercando di far passare tutto nel dimenticatoio! Me lo potevo ben aspettare. È una costante di questa nostra comunità: distinguersi per pigrizia mentale. Ma ripeto, forse mi sbaglio. Anzi, spero di sbagliarmi. E a proposito di pigrizia mentale, permettimi una breve divagazione. Domenica scorsa 29/07/2007, a Moena, ho assistito a un’interessantissima conferenza tenuta da uno dei più importanti studiosi dei cambiamenti climatici, specificatamente dell’ambiente alpino, tale dottor Luca Mercalli, direttore fra l’altro della Società Meteorologica Italiana. L’incontro era ben segnalato sull’Adige di domenica, in cronaca locale. Ebbene tra il numerosissimo pubblico presente vi erano rappresentanti delle amministrazioni di Moena (che peraltro ne aveva curato l’organizzazione), di Predazzo e di Cavalese. Della nostra amministrazione invece non c’era nessuno! E si parlava di cose serie, delle conseguenze dirette e pratiche nel nostro quotidiano di questi cambiamenti. Dopo un ampia e dettagliata lezione sulle modificazioni climatiche in atto, dovute all’immissione in atmosfera di CO2 si è poi passati all’analisi del “da farsi”. Si è parlato di risparmio energetico, della necessità di adeguamento delle abitazioni alle nuove esigenze energetiche, di diminuzione del territorio disponibile, di mobilità e di trasporti (che, detto per inciso, “pesano” un buon 40% del problema), sino ad arrivare, certo che sì, alla riconversione, giocoforza, anche dell’offerta turistico invernale, visto che le precipitazioni tenderanno a diminuire e anche la produzione artificiale della neve (per la sempre più scarsa disponibilità d’acqua) diventerà un problema. Necessità di riconvertire dunque le mode (perché la pratica dello sci è in definitiva solo una delle tante mode “suggerite” ai consumatori, nulla di più). Eccetera. Cose pertanto di precipuo interesse pubblico, per cui non a caso le amministrazioni dei tre principali paesi della valle avevano ben pensato di “inviare” almeno una rappresentanza. Possibile che nessun amministratore di Tesero si sia sentito in dovere di partecipare? Di prendere spunto e coraggio da una relazione dettagliata e di grande livello scientifico, ben esposta e chiarificatrice, per dare il via a qualcosa di concreto in questo senso? Un consigliere di Moena, durante il dibattito conclusivo, ha fatto presente la necessità di promuovere informazione e consapevolezza. Appunto! E chi, se non gli amministratori, dovrebbe promuoverla? La situazione è stata analizzata con molto realismo, senza enfasi e catastrofismi. Ma una cosa è stata detta chiara e forte: bisogna muoversi, parlarne, agire, prendere provvedimenti, fare e diffondere “cultura”. Chiusa la divagazione.
Concludo chiedendoti gentilmente di farmi sapere una volta per tutte e possibilmente con certezza dei tempi, quando partirà questo benedetto piano viabilità; perlomeno per quella parte che come dicevi anche tu non troverebbe ostacolo nei lavori al municipio.
Nella speranza di non doverti più disturbare in merito Ti ringrazio per l’ascolto e resto in attesa di un tuo gentile riscontro scritto.

Euro

29/07/07

STRUMENTI DI DECEREBRAZIONE


Un tempo la pubblicità proponeva prodotti, magnificando questa o quella caratteristica, oppure il prezzo migliore o l’efficacia dell’uso. Oggi la pubblicità propone modelli di vita. Sbagliati. Esalta sempre di più l’assenza di limiti, il che è in contrasto con la realtà del mondo fisico, con il Secondo Principio della Termodinamica; spinge verso standard di vita inaccettabili, dove il superfluo, l’eccessivo, il trasgressivo sono diventati gli unici elementi di distinzione e di emulazione. Si tratta di un vero e proprio bombardamento psicologico che trasforma il comportamento dell’uomo, facendo leva sulle sue debolezze. Crea danni ambientali ma soprattutto danni sociali, esacerbando i conflitti, spingendo al massimo alla competizione, devastando i rapporti umani in nome di simboli inanimati e costosi. La ricerca del simbolo (per esempio un potente SUV!) come elemento di affermazione di sé diventa allora prioritaria, su di essa viene impostato un intero stile di vita che talora sfocia anche nell’illegalità per procurarsi risorse economiche al di sopra delle reali possibilità personali. Traguardi effimeri, che una volta raggiunti, lasciano insoddisfatti e annientano la spiritualità dell’essere umano. Dopo la crisi petrolifera degli anni ’70 (del secolo scorso), i bassi consumi erano diventati un elemento distintivo delle nuove automobili e figuravano a chiare lettere nelle campagne pubblicitarie (“la Uno è risparmiosa”): un elemento in grado di innescare processi virtuosi. Non è servito a nulla. Tornata l’Età dell’abbondanza petrolifera, oggi quasi nessuna casa automobilistica si sogna di pianificare una campagna pubblicitaria di una nuova auto sui dati di risparmio energetico, anzi, sono cose da poveracci, che si scrivono in carattere piccolo sul libretto di istruzioni, ma non servono per far presa sull’immaginario di persone deboli, abituate solo più a reagire alle sirene del lusso, della velocità, del consumo folle e illimitato. La pubblicità di oggi è anche sempre più spesso inutile ed equivoca. In molti casi – vedi enti un tempo pubblici, ora pseudoprivati – non vende alcun prodotto, vende immagini e menzogne. Treni, energia, poste: tutti dicono che sono al tuo servizio, tutte facce sorridenti di clienti-utenti felici.
Poi i treni arrivano in ritardo, alle poste c’è la coda e le bollette sono sempre più salate. E quando si reclama, ci sono sempre lunghe attesa ai call-center o invalicabili “procedure”: “Buongiorno Signore, lei ha ragione, ma è la procedura, non posso farci nulla!” i veri responsabili del (dis)servizio, dove sono? Perché non ci sono nomi e cognomi e facce, con cui parlare guardandosi negli occhi?


Tratto da "Le mucche non mangiano cemento" di L.Mercalli e C.Sasso

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

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Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

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