17/10/07

IL PAESE INCANTATO


Stimato Euro,
dai numerosi commenti uditi mi pare di capire che il tuo blog sia ormai piuttosto popolare ed assiduamente frequentato.
Ciò che mi stupisce è l’ilarità destata da ciò che vi è letto, in particolare dai testi dei quali tu stesso sei autore.
Ti chiederai cosa vi sia di strano in questo; il tuo stile è pungente ed accattivante ed è naturale che sortisca tale effetto.
Tuttavia credo che il riso più che divertito dovrebbe essere amaro, com’è difatti quello suscitato normalmente dalla satira , indotto dallo percezione di uno scarto esistente fra il carattere dei temi e lo stile sardonico adottato per esporli.
Invece no, si ride proprio di gusto. Il tutto è ridotto alla battuta, all’ invenzione avulsa dal contesto, mentre il contenuto sembra essere solo un fatto accidentale o almeno secondario rispetto alle arguzie e alle trovate spassose.
Abbiamo spesso parlato delle difficoltà che si incontrano nel tentativo di instaurare una comunicazione autentica in grado di affrontare le questioni che sono anche al centro delle tue riflessioni. Ecco l’ennesimo esempio.
Il tuo blog, che nell’intento suppongo dovesse essere uno strumento di sensibilizzazione, è stato prontamente assimilato, metabolizzato ed ora anch’esso fa parte gioco, della commedia, alla pari di tante altre cose.
Tale è la sicurezza, l’ottusa certezza delle proprie ragioni , il livello di assopimento che ben difficilmente il riso sarà accompagnato da un moto d’autocritica.
Questa ovviamente è solo una mia percezione, forse frettolosa e viziata dal pregiudizio, tuttavia il dubbio per ora permane.
Mi premerebbe leggere una tua riflessione in merito.

Settembrini


Caro Settembrini tu sei uomo colto. Ami le lettere e la musica e credo che per questo il patimento che ti deriva dal trovarti in una società ridicola e materialista oltre ogni misura aumenti ogni giorno di più. Condivido le tue considerazioni che al di là del contingente ragionamento sul blog (strana parola in verità) meriterebbero uno spazio molto più ampio delle due righe che esso può concedere. Col tempo mi auguro tu possa esporre ciò che pensi, ancorché, giocoforza, gradatamente e a spizzichi e bocconi. Spero altresì che altri come te interloquiscano e si ritrovino in questo luogo a ragionare dei fatti e delle cose con chiunque voglia affrancarsi, per quel che si può, dalla schiavitù e dalle ristrettezze, pur luccicanti, del quotidiano. Il nome dietro cui ti celi mi piace. Evoca tempi lontani, di vigori cerebrali ormai perduti. L’enciclopedista Lodovico Settembrini, allievo di Giosuè Carducci, finito chissà come dentro la testa dell’Autore e poi in quel monumentale romanzo chiamato “Der Zauberberg”… Io quel gran libro, come ben sai, non lo ho mai letto, per pigrizia soprattutto e per la consapevolezza di una lettura ponderosa, però so che le assonanze tra l’attuale periodo storico e quello cui fa riferimento quell’opera ci sono eccome. La distanza di quasi un secolo che separa dal nostro tempo i fatti in essa narrati, nella psicologia umana e nei conseguenti comportamenti, in fondo – al di là del progresso tecnologico – non si percepisce quasi per niente. Ma, appunto, l’Umanità non progredisce affatto col progredire delle innovazioni tecnologiche e scientifiche. Anzi, lo vedi, sta regredendo!... Comunque ne riparleremo.
Ritorno ora all’attualità del tuo intervento. Dici che parecchi sbirciano dentro a questo blog. In verità non lo so quanti siano, qualcuno di sicuro c’è. Resta la domanda sul perché – come giustamente osservi – quasi nessuno di costoro abbia inteso proferire parola. Solo pochi lettori hanno commentato vergot. La risposta penso si nasconda nell’incapacità di autonomia che è tipica di questa comunità. E della paura di diventare pecore nere e dunque riconoscibili ed emarginabili. È una comunità che ha la necessità – come già scrivevo – di avere sempre un pastore che sorveglia. Non a caso tutto nel paese è autoreferenziale: dalla parrocchia al comune, dai pompieri all'associazione sportiva, dalla banda alla filodrammatica, dagli amici del presepio agli amici del Pulcherio, tutto si tiene e non si muove foglia che il signor Piero non voglia. Restare allineati e coperti è fondamentale per beneficiare dei piccoli o grandi favori che la comunità paesana garantisce ai suoi pazienti e docili appartenenti: il riconoscimento sociale, qualche incarico di visibilità, la sicurezza di una mano nella “sistemazione” di qualche parente, l’atteggiamento benevolo rispetto alla richiesta di una licenza edilizia…, per le pecore nere invece l’ostracismo e l’oblio. Ciao.


euro

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