29/07/07

STRUMENTI DI DECEREBRAZIONE


Un tempo la pubblicità proponeva prodotti, magnificando questa o quella caratteristica, oppure il prezzo migliore o l’efficacia dell’uso. Oggi la pubblicità propone modelli di vita. Sbagliati. Esalta sempre di più l’assenza di limiti, il che è in contrasto con la realtà del mondo fisico, con il Secondo Principio della Termodinamica; spinge verso standard di vita inaccettabili, dove il superfluo, l’eccessivo, il trasgressivo sono diventati gli unici elementi di distinzione e di emulazione. Si tratta di un vero e proprio bombardamento psicologico che trasforma il comportamento dell’uomo, facendo leva sulle sue debolezze. Crea danni ambientali ma soprattutto danni sociali, esacerbando i conflitti, spingendo al massimo alla competizione, devastando i rapporti umani in nome di simboli inanimati e costosi. La ricerca del simbolo (per esempio un potente SUV!) come elemento di affermazione di sé diventa allora prioritaria, su di essa viene impostato un intero stile di vita che talora sfocia anche nell’illegalità per procurarsi risorse economiche al di sopra delle reali possibilità personali. Traguardi effimeri, che una volta raggiunti, lasciano insoddisfatti e annientano la spiritualità dell’essere umano. Dopo la crisi petrolifera degli anni ’70 (del secolo scorso), i bassi consumi erano diventati un elemento distintivo delle nuove automobili e figuravano a chiare lettere nelle campagne pubblicitarie (“la Uno è risparmiosa”): un elemento in grado di innescare processi virtuosi. Non è servito a nulla. Tornata l’Età dell’abbondanza petrolifera, oggi quasi nessuna casa automobilistica si sogna di pianificare una campagna pubblicitaria di una nuova auto sui dati di risparmio energetico, anzi, sono cose da poveracci, che si scrivono in carattere piccolo sul libretto di istruzioni, ma non servono per far presa sull’immaginario di persone deboli, abituate solo più a reagire alle sirene del lusso, della velocità, del consumo folle e illimitato. La pubblicità di oggi è anche sempre più spesso inutile ed equivoca. In molti casi – vedi enti un tempo pubblici, ora pseudoprivati – non vende alcun prodotto, vende immagini e menzogne. Treni, energia, poste: tutti dicono che sono al tuo servizio, tutte facce sorridenti di clienti-utenti felici.
Poi i treni arrivano in ritardo, alle poste c’è la coda e le bollette sono sempre più salate. E quando si reclama, ci sono sempre lunghe attesa ai call-center o invalicabili “procedure”: “Buongiorno Signore, lei ha ragione, ma è la procedura, non posso farci nulla!” i veri responsabili del (dis)servizio, dove sono? Perché non ci sono nomi e cognomi e facce, con cui parlare guardandosi negli occhi?


Tratto da "Le mucche non mangiano cemento" di L.Mercalli e C.Sasso

Nessun commento:

Posta un commento

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

Archivio blog