21/10/21

RISTRUTTURAZIONE OSPEDALE DI FIEMME: INIZIATA LA RACCOLTA FIRME

Claudio Cia ieri si è recato direttamente all’ospedale di Cavalese per dare il via alla raccolta firme volta a chiedere che il Consiglio provinciale si attivi affinché “la PAT prosegua con il progetto di ristrutturazione dell’Ospedale di Cavalese abbandonando qualunque ipotesi che preveda la realizzazione di una nuova struttura ospedaliera in differente sede”.
Secondo il consigliere di Fratelli d’Italia i recenti sviluppi sull’Ospedale di Cavalese confermerebbero quanto aveva evidenziato già nelle scorse settimane, «ovvero – spiega Cia – una vicenda dalle tinte fosche per un progetto calato dall’alto tenendo per mesi all’oscuro la popolazione, e su cui tuttora vi sono più domande che risposte».
L’intento della petizione è quello di coinvolgere maggiormente i professionisti sanitari e la popolazione locale piuttosto che anteporre le esigenze del “mattone” a un piano strategico e strutturato per programmare la sanità di valle nei prossimi 20/30 anni.





«La ristrutturazione dell’attuale ospedale è certamente la via più percorribile per avere una struttura completata in tempi ragionevoli – aggiunge Cia – ad un costo di quattro volte inferiore al progetto di Masi, e che genera inoltre un importante indotto per tante attività e famiglie locali. Va quindi compreso il senso di appartenenza che lega i cittadini di Cavalese all’attuale nosocomio, nato per iniziativa della Magnifica Comunità di Fiemme e che solamente a metà degli anni ’80 divenne di proprietà della Provincia».
Il consigliere insieme a Vettore conferma che la raccolta firme proseguirà nelle prossime settimane con i seguenti gazebo: sabato 23 ottobre davanti all’ospedale di Cavalese, sabato 30 ottobre a Moena in Piazza De Sotegrava e sabato 6 novembre a Cembra sul viale principale.
«La politica deve sempre mettersi in ascolto delle istanze che provengono dai territorio – conclude Cia – perché una politica incapace di ascoltare i cittadini non rappresenta nessuno. Quando la democrazia tratta il cittadino da soggetto passivo, essa finisce per ammalarsi».

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