01/01/13

ANNO NUOVO



Tra sei giorni le indigestioni, i fastidiosi chiassi,  le “buone feste” saranno già un ricordo e pure le vagonate di “auguri”, profuse per riflesso condizionato, verranno prontamente dimenticate. Dal sette di gennaio l’uomo civilizzato, massimamente quello italico, abbandonerà  questa obbligata concessione alla superstizione e ai luoghi comuni e sino al prossimo dicembre ‘tornerà alla ragione’.

Tornerà a preoccuparsi per lo spread, per l’incertezza del lavoro, per il carovita sempre più… caro. A maledire Monti, Maroni, Tremonti e Berlusconi per la condizione nella quale lo hanno fatto precipitare. A incazzarsi per lo sperpero di denaro pubblico e per la continua erosione dello stato sociale. Ma continuerà anche a credere alla bontà delle costosissime favole degodenziane, a confidare nel ritorno della ‘crescita economica’, e a pensare che, votando Monti, Maroni, Tremonti e Berlusconi (e Dellai e Bersani e Casini e Fini...), dopo le elezioni nazionali di febbraio le cose cambieranno.

I  Maya forse sbagliarono i tempi e forse l’apocalisse non rispecchierà cliché cinematografici, ma che questa siffatta società sia destinata prima o poi a finire è cosa certa.



A.D.

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