03/11/21

SI SALVI CHI PUÒ

Man mano che la nebbia si dirada e il quadro d'insieme si fa via via più fosco, una parte ancora minoritaria del Popolo, pur con imperdonabile ritardo, comincia finalmente a ridestarsi e a prendere coscienza del terrificante piano di trasformazione socioeconomico, nascosto dietro la cosiddetta pandemia, organizzato e preparato da tempo dall'élite neoliberista mondiale. Di certo, la tanto agognata immunità di gregge non si raggiungerà, ma, senza una pronta e generale reazione popolare, il gregge probabilmente farà una brutta fine.


Quarta lettera al Fatto Quotidiano (non pubblicata):

Egregio Direttore, onde non essere scambiato per un ‘intruso seriale’ premetto che sono un lettore della prima ora (quantunque non abbonato) del Fatto. Supposto che le mie tre precedenti mail non siano state pubblicate per il contenuto non conforme al racconto ‘ufficiale’ della pandemia Covid-19, con questa mia quarta e ultima breve lettera vorrei semplicemente suggerirle un libro. Pubblicato recentemente, scritto da Pasquale Bacco (patologo) e Angelo Giorgianni (magistrato) e prefato da Nicola Gratteri: Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19. Un lavoro di ricerca impressionante e documentato che sbugiarda senza possibilità di replica la narrazione quotidiana dei giornaloni (Corriere, Stampa Repubblica, ecc.) e, fatta salva qualche rarissima voce stonata, delle tivuone (Rai, Mediaset e La7).  Ecco, vorrei che Lei, assiduo frequentatore del ‘salotto’ della mia conterranea, coetanea e affiliata Bilderberg Lilli la Rossa – data l’impossibilità da parte mia di contattarla personalmente – glielo consigliasse, così poi, forse, la signora Gruber riuscirebbe a farsi una ragione del perché, dopo due anni di martellante, unidirezionale propaganda a reti unificate ci sia ancora gente che non crede agli asini che volano. E tanto vorrei facesse con il ‘suo’ rockettaro Scanzi e la ‘sua’ aspra e selvaggia Lucarelli (quella che i non vaccinati diventino poltiglia verde…). Infine, restando in argomento e a proposito di ‘salotti’ televisivi non capisco perché chi, come Lei, Cacciari e altri, non segua pedissequamente il binario unico dello storytelling impostato, debba immancabilmente premettere al suo argomentare: “Io sono vaccinato!” Quasi che, omettendo questa precisazione, il successivo ragionamento si trasformi ipso facto in eresia! Mi pare un segno di debolezza, una concessione pericolosa a un regimetto in divenire, la cui forza pervasiva dipende anche da questi dettagli.

E. Delladio - Tesero (TN)