12/08/19

MANCA POCO




Si parlava di inconsapevolezza, a proposito di amministratori. E i fatti conseguenti a decisioni politiche e/o amministrative, anche quelli più marginali, confermano sinora l'incapacità colposa di prendere coscienza di quanto sia drammaticamente compromessa la situazione ambientale da parte di chi, a tutti i diversi livelli decisionali, si pone alla testa di una comunità. D'altronde, il pensiero unico nel quale siamo immersi e dal quale non riusciamo a distoglierci nemmeno durante il raccoglimento per l'avemaria mattutina ha azzerato le coscienze di gran parte di noi contemporanei. E' una combinazione micidiale che, salvo miracoli, produrrà disastri a ripetizione.


 
 
 
 
 

Passando dal generale al particolare, vediamo che in questi nostri lidi montani è incessante il rilancio vòlto a trasformare e ampliare l'offerta dei parchi gioco, quali sono sostanzialmente diventati i nostri paesi. Nessuno sa dove si vuole arrivare, nessuno si pone limiti. E la massa confusa, presa dalla complicazione artatamente creata del vivere quotidiano, a sua volta avalla ogni ulteriore passo, semplicemente, acriticamente, inconsapevolmente. Nessuna domanda, nessun dubbio. Si proceda! E si procede.

I cambiamenti climatici, ormai conclamati e fattuali, le cui prime conseguenze anche qui sono già ben visibili, non solo non sono ancora entrati nel vocabolario di base dell'uomo qualunque, ma nemmeno in quello dell'intellighenzia che dovrebbe guidarlo. Così facendo e così comportandoci, stiamo velocemente procedendo verso il punto di non ritorno, mentre invece servirebbero immediate e importanti misure per contrastare almeno in parte gli effetti del peggioramento ambientale. Purtroppo, come detto, è del tutto evidente che non siamo ancora nemmeno alla presa di coscienza del problema, dato che ci tocca constatare con raccapriccio che l'inerzia del fare procede nella direzione opposta! Avanti dunque verso il precipizio, avanti con la cementificazione dei suoli: bacini artificiali a duemila metri, perché di neve e di sci, se tanto ci dà tanto, dovremo morire. Come se, per fare turismo in inverno, al di là di quel tutto sommato ridicolo svago, non ci fosse nient'altro. E poi, per stare nel nostro piccolo, piste di ski roll, anch'esse improvvisamente ultra necessarie e imprescindibili, per fare quello estivo. Psicosi, smanie, pazzie collettive indotte da un'industria turistica che considera il territorio e gli elementi naturali beni rinnovabili dalla disponibilità infinita.

Ma, come si diceva, il tempo è poco e se invece di apprendisti stregoni, spesso cooptati nelle stanze dei bottoni per conto terzi, fossimo governati da persone responsabili e informate, la frenata rapida di emergenza avrebbe dovuto essere attivata già da tempo. Servirebbero coscienza e scienza, e invece abbiamo solo cialtroneria, spocchia e presunzione. Con chi parliamo, a chi ci rivolgiamo in questo deserto culturale?

La conferenza, che qui riproponiamo, tenuta presso il dipartimento di fisica dell'università di Torino qualche mese fa da Luca Mercalli - probabilmente il più autorevole climatologo italiano - è quanto di più drammatico si possa ascoltare. Dei quindici consiglieri comunali di Tesero in quanti l'avranno già sentita? E quanti di quelli che ancora non l'avessero fatto si prenderanno la briga di ascolarla dall'inizio alla fine?
 
Ario

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