11/01/18

BASTA LA TRASPARENZA?

Prima dell'avvento della globalizzazione, madre di tutte le sciagure presenti e future, i consigli d'amministrazione delle piccole casse rurali di paese erano spesso costituiti da persone incompetenti in materia, prive dei rudimenti necessari per il ruolo che ricoprivano. Ciò nonostante, facendo di necessità virtù, qualche volenteroso disposto a darsi coraggio e a immolarsi per la causa lo si trovava sempre. Era prassi 'arruolarlo' per cooptazione attraverso il voto assembleare, quasi sempre pilotato. Per ovvie ragioni, all'interno dell'organo deliberativo, la loro era una presenza più che altro di rappresentanza e non già di effettiva sostanza. Era il direttore, competente per forza e per dovere, che istruiva le pratiche, relazionava sulle richieste, suggeriva le opportunità e poi, tirate le somme anche degli scarni pareri dei consiglieri, indirizzava le scelte della cooperativa di credito. Il consigliere, per quel suo insufficiente sapere, generalmente ascoltava, qualche volta esprimeva un sommesso parere, il più delle volte taceva. Trascorreva il tempo della riunione, dapprima vigile e interessato, poi via via che le questioni si facevano più tecniche e complesse, distraendosi o sonnecchiando.
A quel tempo però, cosa tutt'altro che secondaria, i depositanti cavavano qualcosa dai loro risparmi; le commissioni bancarie erano ridottissime; gli impiegati, già ben pagati (il più ambito posto fisso del tempo!), non erano ancora un esercito. Soprattutto però, i consiglieri 'dilettanti' venivano gratificati soltanto con un modesto gettone di presenza e con il riconoscimento che la comunità di appartenenza tributava loro per il barboso impegno periodico che la carica ricoperta richiedeva. L'è tel consiglio de la cassa rurale! E tanto gli bastava.
Poi arrivò la globalizzazione. Le piccole casse rurali cominciarono a palesare deficit di competitività e si trovarono nella necessità  di 'potenziare il motore', aggiungendo sinergia attraverso operazioni di fusione. Successe così anche da noi. Dapprima Tesero con Panchià e Ziano con Predazzo. Poi Tesero e Panchià con Ziano e Predazzo, che divenne da allora la Cassa Rurale di Fiemme. In un gioco obbligato dove l'istituto originario più piccolo cedeva via via alla cassa più corposa una parte della propria autonomia e specificità. Così, di fusione in fusione, di inglobamento in inglobamento, le peculiari caratteristiche di quei piccoli istituti di credito, tanto care all'ideologo della cooperazione trentina don Lorenzo Guetti, e cioè la vicinanza ai soci, la riconoscibilità sociale, l'attenzione capillare alle istanze della comunità, la modestia e lo spirito di servizio degli amministratori, scomparvero velocemente.
Ad esse subentrarono anonimato, spersonalizzazione, lontananza. Lo 'zio Luigi' - com'era chiamato bonariamente dai soci della cassa rurale di Tesero l'allora direttore Canal - che scendendo dal piano superiore della vecchia sede  incontrava i clienti allo sportello e con essi si soffermava a dire due parole, ora è stato sostituito  da un funzionario di cui la maggioranza dei soci non conosce né il nome, né l'identità.
L'ultima fusione, tra la Cassa Rurale di Fiemme e la Cassa Rurale Centrofiemme, avvenuta pochi giorni fa, non farà che aumentare questo straniamento tra i soci, teorici proprietari dell'istituto, e i propri amministratori.

E se, come si racconta, la globalizzazione altro non permette, di questo passo arriveremo tra non molto ad un'unica cassa rurale trentina. A quel punto tutti gli amministratori  saranno persone sconosciute e anonime. Conseguentemente, visto poi che rispetto ai tempi dello 'zio Luigi' di vantaggi economici le casse rurali non riescono più a darne, quale sarà la motivazione per convincere un potenziale nuovo cliente a scegliere esse anziché altre banche presenti sul territorio?
Agli attuali tassi di interesse, per cavar fuori da un qualsiasi strumento finanziario disponibile sul mercato il corrispettivo di quanto percepisce il meno gratificato dei consiglieri, di cui alla sopraesposta tabella,  dovremmo tutti essere dei nababbi, dalla disponibilità di denaro ragguardevolissima.
Ma se questo è ciò che passa il convento globalizzato e però il 'dilettantismo' è ancora ben presente all'interno dei consigli di amministrazione, è onesto nei confronti dei soci liquidare a quegli stessi 'dilettanti' quel po' po' di prebende?   O siamo tutti diventati politici arrembanti a caccia di comode cadreghe ben pagate? Con quale consapevolezza e con quale bagaglio culturale ci si candida ad amministrare una cassa rurale della quale poco o nulla si sa? Dov'è finito lo spirito di don Guetti?
Se depositare denaro non remunera più e  ogni piccola operazione costa indecentemente, sarebbe doveroso ridurre in proporzione agli amministratori  le laute prebende che oggi intascano. Non basta la trasparenza. Serve l'onestà!

A.D.

 

07/01/18

QUARTO POTERE

Oggi, in cronaca locale, l'Adige ha pubblicato un articolo di fondamentale importanza. Trattasi della cronaca minuziosa e ridondante dell'incontro tra le amministrazioni di Tesero e Panchià e i corrispondenti coscritti del '99, avvenuto qualche giorno fa a palazzo Firmian. Iniziativa perfettamente in linea con lo stile propaganda-live, nata nel 2015, anno di  insediamento delle attuali amministrazioni di Tesero e Panchià.  
Che la popolazione tutta sappia ciò che i sindaci hanno conferito ai nuovi 'plotoni'! Giovani concittadini, futuri custodi delle nostre tradizioni, reduci sì dai bagordi di santo Stefano, che però, tra non molto, una decina di mesi appena, saranno chiamati a votare. Questo è il punto. E' bene che in autunno non sbaglino simbolo e nome. Perciò far capire che questa amministrazione gli è vicina, soprattutto in quel delicato momento della loro vita in cui varcheranno la soglia del seggio elettorale, può giovare.  Ne va - detto volgarmente - della riconferma del nostro campione in Provincia, perbacco!

D'ora in poi quindi, almeno sino ad ottobre, ogni occasione per  raccattare voti e consenso (anche la convocazione dei coscritti a palazzo, certo che sì) farà brodo. E la stampa locale sarà precettata e usata come un megafono per ricordare a tutti le tante iniziative fatte dal Nostro ed i suoi prodi, per l'esclusivo bene della comunità
Sulle pagine di Fiemme e Fassa si susseguiranno le veline confezionate dai compiacenti pubblicisti, per lisciare il pelo  agli  amici, agli amici presunti ed anche a chi proprio amico non è, ma nemmeno giurato nemico. Contemporaneamente saranno  silenziate le notizie scomode, o ritenute tali, che in qualche modo potrebbero 'deformare' la suadente immagine del nostro Salvatore della patria.

L'Orco 

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

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