L'allarme
è stato dato qualche giorno fa. Un allarme concreto, fattuale, non
effimero e modaiolo come quello evocante improbabili e lontane
modificazioni climatiche. No, questa è una questione seria, tanto
seria che le associazioni allevatori delle valli avisiane si sono
riunite in seduta plenaria per cogitare il da farsi. Dopo l'iniziale
ovvio generale sconcerto, è tempo di agire. E agire in fretta. Ma
chi l'avrebbe detto, proprio qui, in Trentino, addirittura in queste
nostre magnifiche, famose, invidiate valli di Fiemme e Fassa, che
tutto il mondo conosce! Come si dice, a volte la realtà supera,
purtroppo, la fantasia.
Il
nostro benessere, così faticosamente guadagnato e meritato, è
nuovamente in pericolo. Dopo tanto fatto e brigato, eliminati via
via tutti gli intralci, credevamo di aver raggiunto il perfetto
equilibrio e creato in questa nostra terra il nuovo Eden. Certo, con
qualche cinghiale tra le balle, ma perlomeno senza orsi e zanzare.
A.D.
E
invece... Invece, ci si è messo anche il lupo. Addirittura un lupo
carnivoro e cattivo! Pensavamo che soltanto nelle fiabe dei Grimm e
di Perrault il lupo fosse un cattivo carnivoro! Ma com'è possibile?
Forse si è pregato troppo
poco, o con troppo poca convinzione. O forse - ma ciò sarebbe davvero imbarazzante - siamo di fronte ad un errore originario, una disattenzione compiuta, incredibilmente, da
Domine Dio durante la Creazione. Perché l'intenzione certamente era quella di includere
quell'animale tra gli erbivori al pari di cervi, caprioli e camosci.
Un lupo brucante, insomma. Così che le greggi e gli armenti
sarebbero stati al sicuro. Nessun agnello e nessun capretto avrebbe
rischiato di finire tra le fauci di quel canide e
i pastori avrebbero potuto consegnarli sani e salvi nelle mani
premurose del beccajo. E
invece toh, il lupo c'è, è un carnivoro, ogni tanto ha pure fame e addirittura rivendica il suo diritto di
vivere.
Eh,
no! Macché, scherziamo? Qui soltanto l'uomo, un tempo molto lontano
sapiens,
ma ora, per naturale evoluzione, stupidens,
ha diritto di fare quel cazzo che gli pare. Rompere
i coglioni a tutto il resto del creato, inquinare, cementificare, far
strade, asfaltare, costruire invasi in quota per mantenere i suoi
tanti parco giochi invernali, urbanizzare incoerentemente piani e
monti, giorovagare motorizzato a piacimento dagli zero ai tremila
metri, errabondare indisturbato ovunque e comunque.
Grazie
alla sua stupidità gli equilibri ambientali del pianeta sono
saltati, ma l'homo
stupidens, ogni
giorno più stupido, anziché finalmente capire il nesso causa-effetto dei cambiamenti in atto nella nostra biosfera e, in quanto principale responsabile, velocemente rinsavire,
qui
è in allerta per il lupo.
A.D.