19/08/17

FILODRAMMATICI

L' Associazione 19 Luglio Val di Stava ha rinnovato recentemente il direttivo. Approfittando delle dimissioni del presidente che ne ha retto le sorti nell’ultimo periodo, a nostro avviso, avrebbe invece fatto bene a chiuderla qui. Dire basta. Fermarsi a riflettere se, in trent'anni e passa di presenza in loco, a qualcosa è servita. Chiedersi, per esempio, se essa abbia impedito, o quantomeno rallentato, lo sciupio e il consumo di suolo vergine e abbia contribuito ad inculcare nella nostra gente concetti quali finitezza, limite e sostenibilità territoriale. Perché al netto dell'ampia e puntuale retorica che, in quanto inevitabile, pur va concessa, e a prescindere altresì dagli obblighi statutari, per tale istituzione questo avrebbe dovuto essere il più importante fine da perseguire! Nonché, di conseguenza, quello di trasmettere alle nuove generazioni il senso del rispetto e della salvaguardia ambientale. Noi riteniamo che questi obiettivi non siano stati nemmeno sfiorati.

Senza valutare tutto ciò, si è deciso invece di continuare. Con un nuovo direttivo e, presto, con un nuovo statuto. A che pro? Non si sa.

Dalle dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate dal nuovo presidente, pare si intenda coinvolgere maggiormente l’associazionismo paesano per rinfrescare la memoria collettiva, su quel tragico 1985, ormai sfuocata. Questa non ce l'aspettavamo. Davvero un bel colpo di scena! Le annuali rievocazioni non sono evidentemente servite a molto. Però, se davvero la trovata del nuovo direttorio è questa, c'è da preoccuparsi:
 


 
non osiamo immaginare cosa cogiteranno le fantasiose menti alla guida degli innumerevoli sodalizi che compongono lo sterminato arcipelago del volontariato teserano.

Forse qualcuno è già al lavoro e sta pensando a messe campestri di suffragio, pantomime in costume e processioni con orchestrine jazz stile New Orleans...

Clemente, permettici un consiglio: lascia perdere! Approfitta dell’occasione e disfa codesta Associazione. Se in 32 anni non è riuscita a radicare gli anzidetti concetti non solo nella cittadinanza di Tesero, ma nemmeno e soprattutto negli amministratori comunali che da allora in poi l'hanno governata, è del tutto inutile perseverare. E se ti illudi che scomodando l’associazionismo locale almeno il ricordo possa ritrovare vigore, sta fresco! Dio ce ne scampi! Ma guardati attorno: ti pare di vivere in un paese di filosofi e di pensatori? La memoria è una propensione individuale, difficile da coltivare in laboratorio solleticandola occasionalmente a comando, massimamente in questi luoghi. Qui si vive (anche) di un turismo che si sostanzia nella leggerezza e nel 'fa, approfitta e divertiti'. Comportamenti che non conciliano affatto con l'auspicato recupero mnemonico. Qui, fuor di ogni dubbio, la sobrietà non è di casa e affinché il ricordo non vada inevitabilmente a spegnersi il contesto ha la sua importanza. Eccome!

Da quel tragico 19 luglio, fatti salvi gli annuali momenti rievocativi, il paese si è immerso nella più sfrenata e spensierata superficialità. Nessun monito (e ne sono stati fatti a iosa) è riuscito a vincolare questa comunità a un maggior rigore e a far propria la benefica consapevolezza di ciò che purtroppo è accaduto e del perché. E nessun espediente, temiamo, potrà modificarne l'inerzia. Non rimane che ‘portare in tribunale’ i libri dell'Associazione, ché di oltraggi alla memoria, appunto, quei nostri morti ne hanno subiti abbastanza.

A.D.


 


1 commento:

  1. L'italia e la valle di Fiemme non esula da ciò, dà il meglio di sé nelle commemorazioni. La fondazione Stava ne è un bell'esempio...

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