13/06/17

FOREVER SNOW: L’ITAP SFIDA I CAMBIAMENTI CLIMATICI

L’opinione pubblica paesana non mormora, non discute, non dibatte. Guarda attonita, o forse ebete, incapace di un sussulto, di un’indignazione. È morta e sepolta. L’opposizione comunale non è all’altezza del suo ruolo, e Dio solo sa quanto avremmo bisogno di un contrappeso di qualità per contrastare la presunzione di una maggioranza asservita e impalpabile; un’opposizione capace di argomentare con competenza e all’occorrenza di battere i pugni sul tavolo. L’intellighenzia giovanile (le decine e decine di laureati e diplomati presenti in paese) è muta, in parte tacitata da un incarico, una presidenza, una licenza edilizia, e in parte, peggio ancora, indifferente. La PAT, in epoca lontana baluardo al dilettantismo amministrativo delle periferie e garanzia di buona amministrazione, annovera ora al suo interno innumerevoli spregiudicati dilettanti, plebiscitati a Trento non certo per le loro qualità morali e intellettuali. Quale ultima speranza, confidavamo nel parroco, coi suoi legami ultraterreni e il privilegiato rapporto diretto con il Massimo Fattor. Ma anche lui evidentemente è poca cosa; in caso di perdurante siccità, garantirà, forse, qualche orazione ad hoc.
 


 
I cambiamenti climatici sono un fatto inequivocabile al centro delle agende politiche internazionali. A Tesero, però, pare non ce ne importi una pippa! Le cronache riportate dai quotidiani locali sulla recente serata di presentazione del nuovo bacino di accumulo di Pampeago lo testimoniano perfettamente. Pur di striscio evocati, proprio durante quell’incontro pubblico, essi non spaventano e si procede e si rilancia con disprezzo ed arroganza, come se i problemi di realizzazione di quell’opera fossero casomai soltanto tecnici ed economici e non invece soprattutto ambientali e morali.

Lo sconcerto è totale.

Delle parole del Santo (i famosi MAI PIÙ) pronunciate 29 anni fa ai piedi delle rovine di altri tragici bacini e a un tiro di schioppo dal luogo ove verrà edificato il nuovo invaso, chi se ne frega…

“Il dominio accordato dal Creatore all’uomo non è un potere assoluto, né si può parlare di libertà di ‘usare e abusare’ o di disporre le cose come meglio aggrada. La limitazione imposta dallo stesso Creatore fin dal principio ed espressa simbolicamente con la proibizione di ‘mangiare il frutto dell’albero’ mostra con sufficiente chiarezza che, nei confronti della natura visibile, siamo sottomessi a leggi non solo biologiche, ma anche morali, che non si possono impunemente trasgredire”.

Di fronte a un procedere così incongruo, dopo oltre 30 anni di anniversari celebrati in gran pompa e di insistiti moniti, ci saremmo aspettati quantomeno e finalmente prudenza, attenzione, cambio di indirizzo, voglia di cercare alternative ad un’offerta turistica costantemente in competizione col territorio. Invece… Invece le parole non coincidono mai con i fatti: attenzione, rispetto, cura, prevenzione, si ripetono infinite volte soltanto in quelle occasioni, ma nella realtà Il consumo e lo sciupio territoriale qui continua senza l’apparente minima preoccupazione generale.

La Fondazione Stava, che va a insegnarla al mondo intero, ha qualcosa da dire in proposito, o le ardite intraprese di ITAP e CERMIS non rientrano tra le fattispecie presenti nel suo statuto da monitorare, biasimare e finanche condannare?

Quanto dovremo attendere ancora per vedere un cambio di rotta, finalmente virtuoso? Quanto è difficile cambiare registro? Perché ci si incaponisce? Si faccia qualcos’altro. Si promuova un nuovo modo di ‘vivere’ la stagione invernale. Se non si useranno più gli sci non per questo gli impianti dovranno venire smantellati. Si promuova il trekking di alta quota, il nordic walking, si converta la marcialonga skiing in cycling (come già si fa da qualche anno in estate). E chi più ne ha, più ne metta. Fantasia, diamine!

Ma dov’è il problema? Perché di fronte alla chiara evidenza della tendenza climatica in atto ci si accanisce con lo sci, costi quel che costi? Con opere artificiali costosissime, a carico ovviamente dell’Ente pubblico, sottrazione di risorse naturali, modificazioni orografiche importanti, 'cannoni' che soffiano e ululano notti e notti intere a 2400 metri (ma anche a 900, in quel di Lago). È un procedere miope, stupido e pericoloso. E, serbatoio o non serbatoio, potrebbe non durare ancora molto. Perseverare su questa strada è davvero diabolico.

L’Orco




1 commento:

  1. Caro Orco , ormai Tesero non è più il paese dei "sapienti" ma quello degli "allocchi"! Quello che fa veramente "rabbia" e concordo con te è constatare l'assenza di voci critiche -a parte la tua -
    Anche oggi sul quotidiano il Trentino, si legge di un convegno che si terrà al Muse, " SULLE ALPI LA TEMPERATURA AUMENTA A VELOCITÀ DOPPIa" Parlando delle Alpi, viene detto che l’ aumento di temperatura dal 1850 ad oggi è stato tra 1°C (come la media globale) e circa 2°C, con qualche differenza da regione a regione e una variabilità stagionale. Uno studio recente ci dice per esempio che nell’ ultimo secolo- secolo e mezzo, le temperature sono aumentate nelle Alpi a un tasso circa doppio rispetto alla media dell’ emisfero nord...e ancora .. "CRUCIALE SARÀ AD ESEMPIO LA CAPACITÀ DI RACCOGLIERE L’ACQUA DI FUSIONE GLACIALE, PER EVITARE SCARSITÀ IDRICA". Invece noi raccoglieremo acqua per fare NEVE ARTIFICIALE !! Si si , proprio ALLOCCHI!!

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