15/10/16

UNA PAROLA AL GIORNO




Non ci siamo mai illusi che questi giovani amministratori, per il solo fatto di avere trent’anni o giù di lì e non settanta, potessero dare qualità al governo del paese. No, non lo abbiamo mai pensato. Anzi, temevamo esattamente il contrario! Soltanto i poveri di spirito avvezzi ai luoghi comuni e al politicamente corretto potevano crederlo. Noi pensavamo che essi, proprio per il fatto di essere figli della decadenza e del disfacimento sociale, non avrebbero potuto che agire conformemente ai valori di riferimento di questa società. I fatti sinora ci danno ampiamente ragione.

La pecca più clamorosa ed evidente di questi nuovi barbari è ovviamente l'insensibilità. Non hanno la minima consapevolezza delle conseguenze di ciò che fanno o non fanno; dell’enormità di decisioni che, prese con l’ottusa leggerezza dell’insipienza o non prese per l'assoluta mancanza di autorevolezza e conoscenza, da un canto, ad esempio, annichiliscono in un niente decenni di storia e di memoria collettiva e dall'altro pregiudicano gravemente il presente e il futuro della salute pubblica e della nostra qualità della vita.

Ma fa lo stesso, nessun problema. E' il gioco del potere bellezza: "Siamo o non siamo noi gli eletti?"

Così, giratisi dall’altra parte, eccoli sedersi dietro a un tavolo, in una sala qualsiasi di uno dei tanti templi culturali di questo paese analfabeta ed acchiappare ratti, con la consueta disinvolta noncuranza, il loro strumento preferito, il microfono, per parlare a vanvera di toponimi locali, presentare libri di storia patria e disquisire di tradizioni e del tempo che fu…

Purtroppo, come diceva il buon Alex Zanotelli, sono soltanto dei "tubi digerenti", arroganti, viziati e viziosi. Nessuna qualità precipua che ne caratterizzi il legame col territorio e la cultura di provenienza li distingue e li differenzia da altri amministratori di altri luoghi, tanto che, ad esempio, potrebbero essere perfettamente interscambiabili e posti a governare - si fa per dire - una località balneare.

In verità hanno un unico credo autentico, quello del non lasciarsi scappare e del cogliere con astuzia e cinismo, pro domo loro, ogni occasione che gli si presenti.

Non è un caso se questa giunta comunale, il peggior esecutivo della storia del paese, è guidata (in tandem con uno spregiudicato co-pilota) da una trentenne carrierista che non ha esitato a buttarsi in un’avventura davvero fuori dalla sua portata. Però era un’occasione unica per garantire ad entrambi i comandanti un futuro (e un presente) all’altezza delle loro smisurate ambizioni. E, appunto, l'hanno colta. Ma a nostro danno, visto che la loro canaglieria ha trasformato Tesero in un far west in cui vige soltanto la legge dell'appartenenza e dei leccaculo.

D’altronde, la politica della sciatteria e dei circenses non da oggi in questo paese 'paga'. Perché dunque cambiarla? Il problema a questo punto è - se possibile - come uscirne. Siamo pessimisti, i presupposti mancano del tutto. Finché la cassa di risonanza del malcontento sarà relegata in un blog dove le esternazioni di chi si oppone, per fobica paura o per vigliaccheria, non vengono mai sottoscritte e rivendicate alla luce del sole, questi scellerati continueranno a fare ciò che vogliono. Non c'è alternativa: bisogna creare una massa critica di persone ben identificabili (se ce ne fossero almeno dieci, sarebbe già una gran cosa). Soltanto allora si potranno far valere, almeno in parte, anche le ragioni della contrarietà. Se la si vuol capire, bene. Altrimenti non ci resterà che aspettare lungo le rive dell'Avés il passaggio dei loro cadaveri. 

L'Orco

13/10/16

LA FESTA DEGLI ALBERI

Mercoledì, 12 ottobre 2016. Primo pomeriggio di una splendida giornata di sole. Di ritorno dalla mia solita passeggiata quotidiana, da via Restiesa, dò un'occhiata in direzione del piazzale delle scuole elementari. Per poco non mi prende un colpo! Cosa succede? Cosa stanno combinando? Apro e chiudo gli occhi un paio di volte per assicurarmi che la vista non mi inganni. Metto a fuoco. No! Non ci posso credere! Sbalordita e incredula mi tocca assistere a uno spettacolo che non avrei mai voluto vedere e che mi spezza il cuore. In diretta, davanti ai miei occhi, un maestoso abete rosso viene abbattuto al suolo senza pietà né possibilità di scampo. Poco più in là altre piante, che prima di lui hanno incontrato lo stesso destino, sono ora enormi montagne di fronde verdi. Intorno ad esse alte e corpulente figure gironzolano armeggiando con scuri, zappini e attrezzi vari accompagnate dall'inconfondibile rumore delle motoseghe. Noo! I peci de le scöle nó i gh'è pü! Allungo il passo per raggiungere il più in fretta possibile il luogo del misfatto e cercare di capire più da vicino cosa stia succedendo. Lo scenario che mi si presenta davanti è a dir poco assurdo. Un'intera fila di conifere (abeti e larici), meravigliosi e rari esemplari di bellezza, da oltre mezzo secolo fedeli compagni di gioco di generazioni e generazioni di bambini non c'è più. Le svettanti creature che io bambina ho visto crescere e diventare sempre più alte, che per anni, come soldatini sull'attenti hanno fatto bella mostra di sé, delimitando il lato sud-ovest del piazzale delle scuole, regalandoci il loro salubre profumo, la loro bellezza, l'ombra e la frescura nei giorni più afosi dell'estate, ora giaciono miseramente a terra, barbaramente e ignobilmente rase al suolo per mano dell'uomo.
Mi chiedo: "Quale mente illuminata può aver decretato una fine così indegna e immeritata di questi esemplari, tra l'altro in perfetta salute e con quale motivazione?"

Mi avvicino a uno degli operai, che mi viene incontro beffardo, con aria quasi compassionevole e mi indica un terzo uomo: "Quello è il capo operai. Chiedi a lui."

Come da copione mi viene risposto che loro non sanno niente, loro eseguono soltanto gli ordini, loro fanno quanto gli si chiede di fare. "Ma qualcuno vi avrà pur detto perché, ditemi qualcosa, inventatevi una scusa, ma parlate!" Ma... forse per motivi di sicurezza... "Ditemi allora dove sta la pericolosità." Ma... gli alberi sono troppo vicini alle case... "(Balle, non mi sembra proprio, una di queste case, tra l'altro, è anche la mia.)" In caso di forte vento potrebbero spezzarsi e fare danni...

Finalmente qualcuno si "sbottona", si fa per dire! Mi sembra di aver capito che vogliano seminare erba, piantare alberi a foglia caduca... "I soliti temeli, immagino..."

"Mi dispiace, ma non me la state raccontando giusta."

Sono delusa, triste e molto arrabbiata. Rimango di cattivo umore tutto il pomeriggio. E intanto continuo a pensare. Sarà per il tendone? Quel bel tendone bianco di plastica profumanta che da giugno a fine agosto / inizio settembre con la sua ingombrante presenza la fa da padrone nel bel mezzo del piazzale, rubando spazio e ostruendo la vista dei prati e dei boschi più lontani?

Sarà per il palco della baby-dance? Altra trovata che da anni, troppi ormai, accompagna obtorto collo le nostre serate estive, con la sua assordante ridicola musica, quando qualcuno forse si augurerebbe soltanto un po' di silenzio e di tranquillità.

O forse il brutale abbattimento arboreo è soltanto la prima mossa di un piano inconfessabile architettato nelle segrete stanze del Palazzo? Parcheggio sotterraneo? Stravolgimento stradale di via Fia?... In paese si mormora di percorsi, di stradine, di scivoli che dal piazzale, lato sud-ovest, lungo la rampa scenderebbero sulla via Fia...

Io, cittadina di Tesero, sono profondamente indignata per il gratuito scempio provocato, l'ennesimo vergognoso sfregio inferto al paese, che è anche il mio paese, oltre e prima che della sindaca e del suo staff! Mi sento privata della possibilità di dire la mia, di salvaguardare quel poco che è rimasto. Mi venga data una risposta!

Ora che il mio bel piazzale non è più e non sarà mai più quello di prima, privato della sua parte migliore, la più antica, la più importante e preziosa, la più caratterizzante, voglio che tutto lo schifo che nelle intenzioni di chi è al comando ci verrà sicuramente riproposto venga allo stesso modo eliminato, senza pietà, senza riserve. Via il tendone, via la baby dance, via l'asfalto, voglio il prato. Ho bisogno e diritto di pace, di silenzio, di aria buona.

Qualcuno dovrà rispondere della gravità di quanto accaduto e palesare le vere ragioni che hanno spinto a tanto.

Stiamo assistendo a continui interventi di questo tipo sul nostro territorio comunale e, se tanto mi dà tanto, da un momento all'altro mi aspetto di vedere la squadra dei boscaioli di nuovo all'opera, questa volta per abbattere l'ultima fila di alberi superstite: gli ippocastani sul ciglio della rampa del Fanin.

E cosa devo raccontare ai miei alunni io, che sono la loro maestra, che magari dovrei insegnare loro l'amore verso la natura e il rispetto del territorio? Cosa risponderebbe la sindaca o l'assessore alla domanda "Perché hanno abbattuto gli alberi? Erano così belli!" "Sì, è vero. Ma il tendone è più bello" oppure "Sì, ma sono più importanti le automobili. Dobbiamo costruire un parcheggio." o ancora "Vedrete, adesso faremo un bel parco nuovo, con tanti giochi, ma senza alberi."

E che nessuno mi venga a parlare di sicurezza, perché allora gli stessi amministratori sono stati degli incoscienti ad autorizzare per anni l'allestimento di tendone e baby-dance in un luogo così pericoloso.

E se poi non si dovesse trovare un'ubicazione alternativa per queste due imprescindibili attrazioni, ve la dò io la soluzione. Lago! Terra di Marcialonghe e di Mondiali, Centro del Fondo, praterie sgombre d'alberi, luogo di ritrovamento del tamburo, patria della sindaca e di altri illustri politici, sede della premiata ditta Misconel, dalle cui ciminiere, ci assicurano, esce solo vapore acqueo. Quale altro posto migliore per accogliere e ospitare alpini festosi e bambini danzanti?



Delia Delladio - Scuola Elementare Tesero

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

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Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

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Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

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