Sono
passati 495 giorni dal 10 maggio 2015, data di inizio di questa
consigliatura e al netto del flop referendario e della burrascosa
vicenda tra il segretario e la giunta, sostanzialmente, sono state
due le questioni di interesse generale approdate (e approvate) in
consiglio comunale. La prima, il via libera alla progettazione e alla
costruzione della pista di ski-roll e la seconda, la recente
conclusione dell'iter burocratico della variante del P.R.G.(Piano
Regolatore Generale).
Due questioni di notevole peso specifico in termini di impatto
ambientale, sulle quali speravamo si levasse almeno da parte della
minoranza consiliare una qualche voce di critica se non di aperto
dissenso. Invece, niente. Sulla pista di ski-roll l'intero gruppo
dell'opposizione ha deciso di astenersi, il che in politica equivale
di fatto a un comodo
assenso. Nel merito
l'unica voce contraria, paradossalmente, è venuta dal consigliere di
maggioranza Danilo Vinante che ha espresso la sua opinione, e dunque,
per rappresentanza, quella dei suoi elettori, in piena autonomia di
giudizio e senza farsi intimorire dalle pressioni che forse gli
saranno piovute addosso dai suoi stessi compagni di lista. Così
vorremmo si comportassero sempre gli eletti di qualsiasi colore e di
qualsiasi appartenenza: schiena dritta e autonomia! A Danilo, per
questo, va il nostro plauso.
Sul
P.R.G. l'Opposizione
ha addirittura votato a favore della revisione. Ci saremmo aspettati
ben altro. E sì che anche su questa questione di stranezze
& incongruenze
meritevoli di un qualche appunto ce ne sarebbero state a gogò.
In
pratica quella variante approvata placidamente, stravolge e capovolge
addirittura il senso etimologico della locuzione P.R.G. Da Generale
(cioè di interesse di tutti) a Particolare (cioè ad
personam, come
qui di recente correttamente qualcuno ha commentato).
Tesero dunque sarà inondato da nuove colate di cemento. La relazione
accompagnatoria agli elaborati (64 pagine fitte fitte di begli
aggettivi e premurose prescrizioni) di ritorno dalla verifica tecnica
redatta dalla commissione urbanistica provinciale – una decina di
super architetti di fama – serve, come sempre in questi casi,
soltanto ad addolcire la pillola. La verità di quest’ulteriore
concessione al sacrificio territoriale
la scopriremo concretamente quando si attiveranno gli escavatori sui
luoghi delle nuove costruzioni ed importanti parti di paesaggio
spariranno per sempre, per lasciare il posto a nuovi edifici con relative nuove strade di accesso, nuove automobili
che le percorreranno e nuovo traffico che si genererà.
In
pratica tutte le richieste di fabbricazione (residenziale e non) sono
state accettate ed incluse nel piano senza valutarne e considerarne a
sufficienza le conseguenze. Ogni nuovo insediamento esterno,
si sa, comporta inevitabilmete un peggioramento generale della
vivibilità (e del traffico) del paese in maniera direttamente
proporzionale alla distanza tra il nuovo e il vecchio abitato,
moltiplicando in modo esponenziale i costi a carico
dell'amministrazione.
Si
pensi a tal proposito e per esempio come il recente provvedimento
giuntale di istituire un divieto di transito temporaneo in via Fia
(un'ora al giorno, mezz'ora al mattino e mezz'ora a mezzodì) durante
il periodo scolastico per un tratto di strada di 70 (settanta) metri!
sia stato percepito da molti come un insormontabile problema.
Ebbene, se continueremo a espandere le zone residenziali senza
prevedere i relativi sbocchi viari alternativi che diluiscano il peso
del traffico e non lo convoglino sul solito paio di strade interne,
detti provvedimenti oggettivamente di facile metabolizzazione,
appariranno sempre più intollerabili e insuperabili.
Proprio
valutare e ragionare su queste cose dovrebbe essere il compito di chi
amministra una comunità, ma il sospetto è che anche in questo caso
ancora una volta anziché l'interesse generale sia prevalso il
proprio esclusivo tornaconto: concedere a tutti in fondo permette di
non inimicarsi alcuno e ciò, per coltivare il consenso, è la cosa
più tranquilla e semplice da fare.
Purtroppo
stiamo pagando l'inconsistenza di amministratori che al di là della
facciata e degli schieramenti sono quasi tutti esattamente
sovrapponibili e interscambiabili. Non è possibile e non può essere
accettato da chi ha votato la lista Uniti
per Crescere che essa
si azzuffi e faccia il diavolo a quattro solo sulle cosiddette
cazzate residuali.
Lo sperpero dei bolognini gettati alla malora in località Pertegari
grida vendetta, ma non è il
problema del
paese. Così come non lo è la presunta malversazione legata
all'appropriazione degli scalini dell'ex caseificio comunale.
Chi
a suo tempo votò quella lista e quegli uomini pretendeva ben altro.
Per esempio, almeno un intervento in aula sulla questione
Misconel a sostegno di
quanti (e non sono pochi) in paese hanno potuto verificare obtorto
collo quanto i fumi
provenienti dall'asfaltificio siano tutt'altro che una cazzata
residuale.
Ecco
quindi che avere amministratori comunali assisi
in quel consesso
solo per interesse personale, ovvero per curare le proprie attività
economiche, approfittando di un posto strategico, o per garantirsi
una carica in qualche modo remunerativa, o ancora per sentirsi
importanti e godere di un presunto prestigio sociale, o, in ultimo
(pur non sporcandosi direttamente le mani) per
garantirsi a vita un posto al sole in Provincia,
è un costo sociale niente affatto marginale che la collettività
paesana sta pagando da tempo e pagherà per chissà quanto ancora.
L'Orco