L’occupazione
nazionale, checché ne dica mitraglia
Renzi,
langue. Il giobatt
non
sembra capace di riavviare l’auspicato ciclo virtuoso. Il Sole 24
ci informa stamane che però la stagione delle riforme non è ancora
finita. Poi sì che l’Italia ricomincerà a correre… E’ un
vecchio refrain, tanto per rassicurare, detto e ripetuto ogni giorno
che passa, a cui crede ormai solo il governo. Nel 2011 si accorsero
che per tranquillizzare i mercati mancava la riforma delle pensioni.
Fatta. Poi l’anzidetto Mitraglia s’accorse che per liberare le
aziende dal ricatto sindacale, e dunque rimettere in moto la macchina
produttiva, mancava quella del lavoro. Fatta. Infine s’accorse che
era necessaria ed improcrastinabile la riforma istituzionale per
tranquillizzare l’Europa e garantire all'Italia stabilità
politica. Fatta anch’essa (referendum di ottobre permettendo). Però
dopo tutto questo insistito 'ammodernare' la nazione e riformare
tutto il riformabile la situazione del ‘paese reale’ non cambia.
Anzi. I dati ISTAT ballano sui toni del grigio, un giorno su di uno
zero virgola, il giorno dopo giù di un altro zero virgola. La verità
è impietosa. Qualcuno, sulla base di non si sa bene quali calcoli,
profetizza il ritorno alla situazione ante crisi non prima del 2025!
Evviva.
Intanto
le aziende arrancano e anche nella nostra piccola realtà paesana
l'andazzo corrisponde più o meno a quello nazionale. Dopo il taglio
dei negozi di vicinato, anche molte aziende artigiane e commerciali
sono in ambasce; alcune hanno chiuso i battenti, altre sono lì lì
in precario equilibrio pronte a farlo… Insomma, se il quadro e
fosco, e lo è, un po’ di ottimismo per fortuna ce lo dispensa la nostra
amministrazione. Quella sì, solida, in salute, produttiva!
La sindaca, di tricolor vestita, dopo il referendum fallito proclama a mezzo stampa che il risultato delle urne non è stato una bocciatura e l’esecutivo non vacillerà. E se non è una bocciatura ci dica allora che cos’è, perdiana... Ma la capiamo, ora che la piramide di comando è ben organizzata, sarebbe stupido abbandonare la partita. Pur dispiaciuta per il milione e trecento andato a farsi benedire a causa della mancata fusione, con il quale avremmo potuto comprare ancora qualche tendone per le imminenti feste di piazza e qualche altra motosega per i prossimi ritocchi arborei, la prima cittadina vuole proseguire. Però, fatti alla mano, gentile sindaca, una domanda ci sia consentita: ma a cosa serve questo esecutivo? Ah saperlo… A un anno dalla rivoluzione di maggio non lo abbiamo ancora capito. O forse sì: per ritrovarsi tra amici una volta in settimana al cospetto del dispotico segretario per verificare ed eseguire gli ordini di servizio del Nostro. Ecco, sì, probabilmente è proprio questa l’unica sua ragion d’essere.
La sindaca, di tricolor vestita, dopo il referendum fallito proclama a mezzo stampa che il risultato delle urne non è stato una bocciatura e l’esecutivo non vacillerà. E se non è una bocciatura ci dica allora che cos’è, perdiana... Ma la capiamo, ora che la piramide di comando è ben organizzata, sarebbe stupido abbandonare la partita. Pur dispiaciuta per il milione e trecento andato a farsi benedire a causa della mancata fusione, con il quale avremmo potuto comprare ancora qualche tendone per le imminenti feste di piazza e qualche altra motosega per i prossimi ritocchi arborei, la prima cittadina vuole proseguire. Però, fatti alla mano, gentile sindaca, una domanda ci sia consentita: ma a cosa serve questo esecutivo? Ah saperlo… A un anno dalla rivoluzione di maggio non lo abbiamo ancora capito. O forse sì: per ritrovarsi tra amici una volta in settimana al cospetto del dispotico segretario per verificare ed eseguire gli ordini di servizio del Nostro. Ecco, sì, probabilmente è proprio questa l’unica sua ragion d’essere.
Beh,
l'unica forse no. Un'altra ce n'è di sicuro e non meno becera.
L'attesa del prossimo 27. Ogni mese ne passa uno, che
piova o splenda il sole, che grandini o tampesti, dal Primo a san
Silvestro, per anni quattro ancor.
Elisir di lunga vita, capace di lenire le quotidiane amarezze
dell'ingratitudine dei sudditi. La gioia più grande per chi a Tesero
come a Trento dell’occupazione immeritata di cadreghe ha fatto il
suo lavoro. Pazienza, ce ne faremo una ragione. Intanto l’Avisio
ormai da giorni è una cloaca a cielo aperto e la Misconel ha
ricominciato a espandere nell’aria i suoi fumi avvelenati come se
nulla fosse, il verde pubblico è stato diradato, per le strade ci si
'ngamberla
nei
bolognini, e di assessori in giro a controllare che qualcosa
funzioni nemmeno l’ombra.
E’
passato appena un anno e già in paese il rimpianto per Barbolini è
forte. Ci vorrebbe una spallata…
Ario