06/02/16

OH, DIAMINE! UN ALTRO (INUTILE) GRILLO PARLANTE


Sono 8.500 i camion utilizzati per trasportare 105.000 metri cubi di neve artificiale, realizzata con 40.000 metri cubi di acqua potabile, prelevata dagli acquedotti dei 17 Comuni su cui passa il tracciato della gara. Sono questi gli spaventosi numeri che con orgoglio hanno fornito gli organizzatori per riuscire a realizzare la Marcialonga 2016, nell’inverno che si dice sarà archiviato come il più caldo e asciutto della storia.


Ma siamo proprio sicuri che si possa andare orgogliosi di un’operazione simile? Prelevare acqua potabile dagli acquedotti comunali, consumare energia elettrica ed invadere un’intera valle con migliaia di camion per fare una gara di fondo? È vero, tutto questo enorme dispendio di energia ha salvato una gara storica come la Marcialonga, ma a quale prezzo? Forse ne sarà valsa la pena a livello economico - ma a tal riguardo sarebbe interessante leggere attentamente il bilancio finale - ma sicuramente è stata una profonda sconfitta dal punto di vista dell’ambiente.

Io sono un adulto che diventa ancora bambino ogni volta che vede scendere la neve, nonché amante della montagne e grande appassionato di scialpinismo e quindi mi ci metto anch’io fra coloro che sono dispiaciuti per questo inverno secco, ma - seppur a malincuore - i miei sci quest’anno sono rimasti fermi in cantina e al loro posto ho scoperto delle bellissime escursioni invernali a bassa quota. In poche parole ho fatto di necessità virtù: mi sono adeguato al cambiamento del clima.

Ovviamente mi rendo che la mia scelta è più facile rispetto a chi lavora nel turismo di montagna e organizza delle grandi manifestazioni, ma la strada intrapresa (e non solo quest’anno) è quella sbagliata. Ripensare a un modello di turismo invernale non necessariamente legato allo sci è ormai una scelta irrimandabile, l’«accanimento sciistico» – mi si passi il termine - anche senza neve naturale è una follia. È contro natura.

Gli inverni non sono più quelli di una volta, è un fatto innegabile, bisogna prenderne atto e avere il coraggio cambiare mentalità. Peraltro, come cittadino, mi chiedo dove sia la coerenza dei nostri governanti quando da una parte si vieta di usare l’acqua per innaffiare gli orti e si istituiscono le targhe alterne per abbassare l’inquinamento, e dall’altra si autorizza il prelievo d’acqua per fare neve artificiale e si lasciano circolare migliaia di camion solo per garantire una gara di fondo.

Se la neve non c’è si organizzi una gara di skiroll invece che di fondo o una bella corsa invece che la ciaspolada, sono convinto che gli appassionati capirebbero e apprezzerebbero la scelta. Tutto il turismo invernale andrebbe reinventato con nuove proposte alternative, soprattutto in quelle località di bassa quota dove tutto fa pensare che in futuro di neve ne cadrà sempre meno.

Far finta di niente e proseguire in modo miope su questa strada potrebbe essere un atto sconsiderato che un domani non troppo lontano la natura potrebbe far pagare a caro prezzo, soprattutto ai nostri figli».

Massimo Ruzzenenti


9 commenti:

  1. Quindi questi 300.00 mila euro ( circa) spesi dai vari comuni per la realizzazione di questo evento in tempi di estremo bisogno sono serviti a poco! Benché si ragioni a trovare soluzioni oculate sotto ogni prospettiva,ciò che si presta in futuro è il progetto "continuativo" di scelte ponderate con rispetto e logica d'utilizzo; sembra però che il limite stia nel "pensiero economico" sia che ne valga o meno la pena.... l'importante è che ci sia un bel giro monetario ( anche se fittizio!) Basterebbe essere realistici, e dire semplicemente di NO! QUESTA VOLTA NON NE VALE LA PENA!! Perché nell'opera titanica c'erano comunque delle pecche, la gente che ha partecipato all'evento tanti non hanno apprezzato... anzi!
    W.R.

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  2. È molto vera questa lettera e ci fa realmente riflettere su come trattiamo il territorio in generale.Dobbiamo ,però, pensare che il Trentino vive di turismo e questi eventi portano in casa nostra beneficio ,spero a tutti quanti . Il nostro punto di vista dovrebbe cambiare per far sî che il territorio non sia violentato , ma amato arricchito da una passione interiore quella di stare bene quando lo si vive a pieno!!!

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  3. ho appena letto la lettera "risposta" sull' Adige di oggi.........

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  4. ho appena letto la lettera "risposta" sull' Adige di oggi.........

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  5. Puoi fare sintesi dell'articolo???

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    1. Ecco la risposta:
      Non c'è nessun danno dalla neve artificiale GIOVANNI MARTINELLI
      marcialonga
      Vorrei rispondere all'intervento di Massimo Ruzzenenti sull'Adige di venerdì scorso sui danni ambientali causati dall'innevamento programmato dei 70 km del tracciato della Marcialonga. Il mio studio nel 2009 è stato incaricato dagli organizzatori di effettuare una ricerca sul possibile utilizzo di acqua per generare neve di provenienza non da acquedotti. Con la mia esperienza professionale in campo ambientale e sensibile al problema ho cercato e individuato delle fonti alternative e il progetto è stato quindi completato e reso esecutivo nell'anno seguente. Secondo tale progetto il 70% delle fonti di approvvigionamento proviene da fonti non potabili e precisamente: Moena - zona partenza, acque di sorgive catturate dal fronte degli scavi della nuova circonvallazione, convogliate in un bacino interrato, che poi serve anche in estate per l'irrigazione del campo sportivo. Forno: troppo pieno dell'acquedotto. Predazzo: prelievo da alveo Avisio. Ziano di Fiemme: acquedotto dismesso della zona Belvedere. Masi di Cavalese: acque del rio Val Armada e infine Cascata da troppo pieno acquedotto.
      Non si può certo affermare, pertanto, che il prelievo vada a incidere sul bilancio degli acquedotti civili. Per il trasporto dei 100.000 metri cubi di neve è vero che è necessario il trasporto su ruote, ma questo vale anche per i metri cubi di legname che ogni anno vengono prelevati dalle rinomate foreste di Fiemme, che tutti ci ammirano e ci invidiano.
      La Marcialonga senza neve non avrebbe motivo di esistere e non è pensabile sostituire tale manifestazione, che oramai fa parte del bagaglio di cultura e di tradizione delle valli di Fiemme e Fassa, con un'altra competizione, a meno di non inserire sotto le solette delle piccole ruote e creare una strada a tre corsie lungo tutte le valli.
      Consiglio il signor Ruzzenenti, appassionato della montagna, che però non ho visto nella lista degli iscritti alla Marcialonga, di iscriversi alla prossima edizione 2017 in modo da poter comprendere meglio lo spirito che anima gli oltre 7.000 valorosi e a scivolare su un nastro di neve, pur se prodotta dall'uomo e non dal buon Dio.
      Giovanni Martinelli - Cavalese

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  6. Insisto nel dire che l'uomo è l'ambiente camminano di pari passo .La natura adesso ci manifesta, nel suo cambiamento ,com'é vissuta l'umanità in questi ultimi anni: individualista, egoista e trasandata sempre pronta a pensare di ricevere e sfruttare senza dare in cambio niente .Ora , essa ,giustamente , si riappropria del suo buon potere che con le naturali ciclicitá ci faceva star bene e scandiva il tempo del mondo . Ormai penso che si é stufata dell'uomo ,di un uomo così.

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  7. Allora no ci sono problemi!!! Ero convinta che esistessero "acque potabili" ed " acque non potabili"( tipo il torrente Avisio dove l'utilizzo per i cannoni per la neve artificiale è sconsigliato perché non adatta) poi vedi che ci sono degli studi in merito che evidenziano acque non potabili da fonti spontanee che volendo evitarne lo spreco le si usa tranquillamente ad uso dei cannoni,quindi, da ciò mi nasce un dubbio!! Che sia potabile/non potabile/ fonte spontanea/fonte cristallina chi ne ha più ne metta l'acqua del "sindaco" è cara!! Benché di fonte spontanea, è costata ben 300.00 mila euri....
    W.R.

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  8. La marcialonga ha indubbiamente il suo fascino. Sportivo, culturale, storico, ha segnato negli anni un'appuntamento importante negli inverni della gente di Fiemme e Fassa. Fa riflettere però come l'uomo abbia la presunzione di avere il controllo assoluto, anche sulla natura. Condivido le affermazioni di Martinelli sull'utilizzo " ecologico" dell'h20 ma comunque rimane una forzatura innevare 70 km in una situazione di assenza totale di neve. Ma mi fanno riflettere ancora di più le affermazioni dei nostri politici provinciali che stanno studiando delle strategie per innevare tutte le stazioni turistiche invernali in un tempo che va dalle 48 alle 72 ore!!! creando nuovi bacini, impianti di raffreddamento dell'acqua, ecc... non sarebbe forse meglio impegnare le risorse per studiare un "nuovo" turismo invernale? Sono convinto che le realtà simili alla nostra che investiranno in questa direzione, dimostrando lungimiranza e visione a lungo termine, saranno un passo avanti. Cosa questa che si dimostrerà vincente sia dal punto di vista ambientale che economico.

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