07/10/14

ACHTUNG GEFAHR!


Se volé pònti strenti e, so 'n Porina, strade che va ‘n slavina, votà democristina (Mario Zen, 1951). Durante le dispute elettorali paesane dell’immediato dopoguerra si battagliava e si cercava il consenso anche così. A dimostrazione di quanto in quegli anni lontani fosse sentito dall'intera comunità il problema della buona viabilità intercomunale di servizio. Allora l’agricoltura e la zootecnia erano la prima economia del paese e le strade che conducevano agli arativi (ogni metro quadrato veniva sostanzialmente coltivato) dovevano essere tenute al meglio per garantire il transito sia ai carri a trazione animale, sia ai caridié a trazione umana. Adesso in campagna per lavoro e non per spasso ci vanno solo pochi irriducibili stacanovisti, ostinati coltivatori di un campetto qui e uno là, nonostante le rese economicamente sconvenienti. Forse è per questa ragione, o forse per atavica trascuratezza, che la manutenzione dei collegamenti dal paese alle due principali località agricole, Saltogio e Porina/Milon, da tempo non è più una priorità per le nostre amministrazioni comunali. Di tanto in tanto, quando proprio un minimo di aggiustamento è improcrastinabile, vi si manda una squadra di manutentori recuperata attraverso le cooperative per l’impiego temporaneo, senza un ordine di servizio preciso e attrezzata alla bell’e meglio, così tanto per far giornata. Di solito la squadra si arrangia e lavora "a sua discrezione", senza cioè che il capo omeni del comune ‘l sé 'nfestidie di fare un salto sul posto per darle un’occhiata. Ed è proprio a seguito di quelle sistemazioni improvvisate e ad libitum che per l’utente occasionale di passaggio il rischio d’incidente aumenta. Se sei stato informato dei lavori appena eseguiti, prima di recarti nel campo ti conviene fare una scappata in chiesa e recitare almeno cinque "Angelo di Dio...". Se invece nessuno ti ha avvisato e ti rechi soprappensiero, per esempio te Milón, per cavare un paio di solchi di patate, rischi se ti va bene di ritrovarti con l’ammortizzatore anteriore dell’Ape in cabina e gli attrezzi riposti nel cassone so par i óri. La settimana scorsa il caso volle mi trovassi proprio su quella strada. Stavo salendo a piedi dalla vecia di Porina quando giunto al trivio con la növa e quella per Tradü m’imbattei in un Ape che scendeva. Fu una fortuna (per il conducente) incontrarmi in quel punto. Riuscii così ad avvisarlo di fare attenzione alle nuove canalette di scarico (semplici ma fonde trasversali tagliate di piccone) che avrebbe trovato in sequenza da lì in avanti. Proseguì quindi cauto e pochi metri dopo riuscì a fermare il mezzo prima di affossarsi nella prima della serie. Se l’avesse presa appena più velocemente si sarebbe probabilmente scassato il motocarro.
Dunque, egregio vicesindaco, ti scrivo nella speranza tu abbia la compiacenza di recarti in zona in sopralluogo e adottare le conseguenti misure riparatorie. La sede stradale, per come versa - e non solo a parer mio - andrebbe fresata completamente. Adesso ci sono tratti in cui il colmo interno della carreggiata è di 20 - 25 centimetri più alto dell’esterno. E’ pericoloso e il rischio che la ruota sterzante di un Ape scivoli da una parte o dall’altra spingendo il mezzo fuori strada è alto. Con l’occasione potrai vedere le canalette di scarico dell’acqua piovana, di fresco escavate dalle squadre di manutenzione. Sono dei veri capolavori di (in)competenza e (in)perizia, con i relativi pozzetti che scaricano la ghiaia dello sterrato direttamente sui prati privati sottostanti. E se per sfortuna ne prendi una a sette all’ora ti viene su la prima, la seconda e anche la terza comunione…

Lo so sono lavori che non portano granché in termini di voti, perché poco visibili e ormai, purtroppo, di residuale interesse economico. Però converrai che l’incolumità di chi percorre le strade del paese, interne all’abitato o di campagna poco importa, dovrebbe essere tutelata a prescindere da qualsiasi altra valutazione. Grazie per l'attenzione e saluti.

A.D.


2 commenti:

  1. Penso che la posa di canalette in legno o in metallo sia indispensabile per il corretto mantenimento delle strade di campagna; come è indispensabile la pulizia costante delle stesse senza la quale qualsiasi intervento risulta inutile. Le scoline "intagliate" nel terreno non sono una buona soluzione per strade come quella di Milon soggette ad un discreto passaggio ma comunque si trovano in giro. Lo scolo dell'acqua sui terreni a valle è purtroppo lo scotto da pagare in questi casi: non si può pensare di creare una rete di acque bianche anche per le strade di campagna. D'altra parte se le canalette vengono tenute pulite si evita l'erosione del manto stradale ed il conseguente scarico della ghiaia nei prati.

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  2. Questo problema esiste anche sulla strada che da loc. Quattro Strade porta a Pensa (il prolungamento di Via Cavada alta, per capirci). Lì, quando quel tratto è stato asfaltato evidentemente non si è tenuto conto del deflusso delle acque a valle... infatti ogni volta che piove abbondantemente, ecco che l' "alecio" che scende lungo la strada ai margini del Montebello e che porta in Via Fia si riempie d'acqua (che scende dai prati e dalla strada "de Pensa" situata a monte) e come un vero e proprio rio porta a valle parecchio materiale che ostruisce il tombino, con conseguente travaso e deflusso delle acque in superficie lungo la Via Fia alta, fino all'asilo, più o meno... il problema è stato segnalato più volte al Comune, ma ancora non si è fatto nulla per porvi rimedio...ovvio che se già nel passato hanno scavato un canale in quella zona un motivo ci sarà, però forse è il caso di intervenire una volta per tutte più a monte con un sistema di scòlo dell'acqua piovana più efficiente... (Massimo)

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