26/08/14

AGNI DA ERBA, AGNI DA MERDA


 

Stagione agricola e apistica da dimenticare. E' finita con un bottino molto scaso l'annata colturale 2014. Tutto merito di dio pluvio che da oltre cinque mesi non concede tregua. Dopo un inverno umido e calavernoso come mai si ricordi, l'ultima quindicina di marzo, con un sole caldo e un cielo limpido aveva illuso. Taŝi che fòrsi... E invece l'abbaglio è durato poco. Da aprile in poi, con una sola breve parentesi intorno alla prima decade di giugno, l'incessante susseguirsi di pioggia a pioggia, intervallata da una qualche mezza giornata o poco più di sole pieno qua e là, ha compromesso definitivamente la resa delle campagne. Per dare l'idea dell'assoluta anomalia stagionale basta ricordare che nella maggior parte del territorio di Fiemme non si è ancora riusciti a effettuare il primo sfalcio dei prati. Riguardo alle patate, i cui quantitativi di prodotto sarebbero stati buoni, il dramma si è consumato repentino un venti/venticinque giorni fa. Sino a fine luglio infatti le colture, tranne qualche pianta 'ntramèzo, erano apparentemente sane. I campi a terreno aperto drenante erano riusciti a sopportare la sovrabbondanza d'acqua e se domine dio almeno in questo ultimo mese ci avesse messo una pezza qualcosa probabilmente si sarebbe salvato. Purtroppo anche in questo caso nei confronti dei campesinos non c'è stata magnanimità. La peronospora sino allora incombente ma non conclamata ovunque ha "bruciato" a vista d'occhio tutti i coltivi in poco più di una settimana e al quadro tutt'altro che festoso dei prati di questa memorabile estate si è aggiunta altra desolazione. Risultato finale a fine raccolto: te tabià ašše dal fen öde e te i òlti patate marce. Comunque sia - come che diss 'l Ceschele - resta "almanco la sodisfazion de aver fato fadiga!"

Riguardo al miele se possibile è andata ancora peggio. Gli apicoltori sino a un certo punto della stagione erano fiduciosi. Le api - come si sa - riescono davvero a fare miracoli anche in presenza di andamenti meteorologici sfavorevoli. Difatti, più o meno sino a metà giugno gli alveari più forti erano riusciti a provéder valghe. Poi anch'essi hanno alzato bandiera bianca. In Trentino-Alto Adige a consuntivo la produzione media dell'anno è risultata inferiore del 70% - 90% rispetto a una stagione ordinaria. Insomma a questo punto anche se le rogazioni sono passate da tempo e per quest'anno quello che è stato è stato, non ci resta che pregare che almeno dopo tanta grazia non si ripeta la stagione invernale scorsa. Altrimenti o l'ipocondria s'impadronirà di ognuno di noi o ci trasformeremo tutti in rane o boagnoli.

A.D.

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