09/03/13

FANTASMI



Dopo aver ascoltato il contenuto di cinque cassettine audio fatte recapitare al blog da un anonimo mittente, da tre giorni stiamo vomitando. Purtroppo per difficoltà tecniche non siamo in grado di pubblicarne il sonoro (delle cassettine, non dei conati). Cercheremo quindi di sintetizzarne il contenuto in forma scritta. Esse sono senz’altro  frutto di un paziente lavoro di spionaggio, eseguito con professionalità, pronte all’uso per un qualche eventuale ricatto. Si tratta in pratica del resoconto degli intrallazzi quotidiani nelle poco segrete stanze di palazzo Firmian. In una in particolare, quella dell’attuale facente funzioni di sindaco. Quando di tanto in tanto la nostra magica palla di vetro ci informava dell’andazzo amministrativo comunale, pensavamo, ingenui, di trovarci al cospetto di un’amministrazione ingessata ancora in fase di rodaggio e dunque non ancora capace di proporre e di produrre il cambiamento promesso, fidenti comunque che a breve avremmo respirato aria nuova.  Ciò che fuoriesce dall’ascolto del materiale di spying ci consegna invece una verità di gran lunga peggiore e triste. Non si trattava affatto di rodaggio: quella raffazzonata congrega amministrativa era semplicemente incapace di rompere l’inerzia. Infatti, al giro di boa di questa sciagurata avventura, la maggioranza consiliare è ancora alla mercé del  segretario comunale, come il primo giorno. Trascorsi ormai tre anni il programma di legislatura proposto alla cittadinanza è lettera morta. Usciti di Giunta gli assessori Carpella e Iellici, i soli due a opporsi con la necessaria energia alle prevaricazioni del capufficio, il gruppo vincitore delle elezioni 2010 s’è liquefatto definitivamente come neve al sole. Mentre mancano soltanto altri due anni alla scadenza del quinquennio amministrativo e dopo aver ultimato obbligatoriamente gli arretrati della precedente  amministrazione, le residue energie, fisiche e finanziarie, sono state sinora impiegate nelle menate di Lago.  Il sindaco non ha referenti tra i suoi uomini, ma fuori ne ha Uno ed uno solo che ogni santo giorno, lo assilla e lo usa. In Giunta non c’è mai stato lavoro di squadra. Ognuno fa quel che gli pare. Il motto uno per tutti, tutti per uno è stato messo in pratica  a esclusivo tornaconto del Nostro. Un triennio buttato al vento, di pasti, rimpasti, brindisi e cazzate. Il paese langue nella sua fatale inerzia. Lago-est (Tresselume), tra abbattimenti arborei, parcheggi, asfaltature, baracche e tendoni è stata spersonalizzata dalle puttanate mondiali (per la cronaca, il baraccone verde con i suoi sotterranei è costato alla collettività soltanto 6 milioni e 542 mila euro). I laghéri ignavi come sempre,  per un piatto di garnèle o per qualcosa in più, hanno lasciato che un ulteriore pezzo della loro identità e del loro territorio andasse a farsi benedire. Nemmeno un porco dio s’è levato dalla tacitata frazione. Però è vero c’è stata tanta allegria, ma proprio tanta. E pazienza se a seguito della grande sbornia collettiva ci sono state decine di ricoveri all’ospedale per coma etilico ed è andato a fuoco un teatro…
Finita la festa restano le macerie. E le debite. La povera maggioranza è frastornata. Che farà per il tempo che ancora le rimane? Boh, si naviga a vista. Le finanze pubbliche sono agli sgoccioli, per la seconda centrale sul rio Stava, pure essa tra le opere programmate, niente da fare. Il treno è ormai passato, siamo in spending review.  Il resoconto di metà legislatura, previsto nel programma di lista, non è stato fatto e non si farà più. Meglio così, qualcuno almeno eviterà di essere preso a calci in culo. Intanto la minoranza sorniona se la ride e si prepara al prossimo giro. L’esito del quale, ad oggi, appare scontato e riserverà all’assonnata popolazione una gradita? sorpresa.

L’Orco    

05/03/13

A GRILLO CONVIENE ASPETTARE IL NUOVO VOTO

Misteri gaudiosi. Monsignor Ernesto Galli della Loggia scopre che il populismo non è il Male Assoluto. O, quantomeno, che si è fatta molta confusione sul populismo e arriva a legittimarlo anche in certi aspetti del nazismo (Corriere 27/2). I nostri fini dicitori, che dovrebbero essere gli interpreti della realtà, a furia di star chiusi nelle loro stanze di professori, han finito per non capirne nulla, sono stati sorpresi dall'exploit di Grillo e ora cercano disperatamente di riposizionarsi per far dimenticare che per decenni sono stati complici di quella partitocrazia che 5Stelle sta per spazzar via, offrendo i loro servigi al nuovo vincitore. Lo stesso è accaduto agli uomini politici che, saltabeccando da una TV all'altra, parlando in teatrini compiacenti, confabulando in Transatlantico intenti a confezionare sofisticate strategie, non si sono resi conto, fino all'ultimo, che lo 'tsunami' non era una parola ma un'onda che li avrebbe travolti. Eppure non era tanto difficile da capire, bastava scendere in strada, entrare in un bar, prendere un autobus, per capire che aria tirava.
Adesso Bersani, dopo averlo coperto di insulti («indegno», «uno che porta la gente fuori dalla democrazia») implora Grillo di concedergli almeno l' 'appoggio esterno' e gli promette la presidenza della Camera. Ma Grillo ha già risposto con un regolamentare 'vaffa'. Non penso nemmeno, nonostante il leader di 5Stelle si sia espresso in contrario, che Grillo accetterà di votare i singoli provvedimenti che rientrano anche nel suo programma. Perchè non gli conviene contaminarsi, anche solo marginalmente, con una classe dirigente che ha dichiarato di voler spazzar via, tutta. Gli conviene aspettare, come ha fatto finora, che si finisca da sola. L'unica possibilità di formare un governo è una 'Grosse Koalition' fra Pd e Pdl. Ma in tal caso i due ex maggiori partiti si sputtanerebbero definitivamente davanti a quel che resta dei loro elettori e un governo del genere, per le sue insanabili contraddizioni interne, cadrebbe nel giro di pochi mesi. L'altra ipotesi è che si vada alle urne subito, dopo aver cambiato la legge elettorale. In un caso o nell'altro 5Stelle non prenderà più il 25,6% ma il 40 o il 50. Il voto del 26 febbraio è stato solo il primo colpo. Il prossimo sarà quello del ko definitivo.
Il progetto di Grillo va oltre quello di eliminare una classe dirigente degenerata. E' molto più ambizioso. Intende rivedere da cima a fondo un modello di sviluppo, quello occidentale, che ci sta portando al tracollo economico dopo aver realizzato quello sociale, etico, umano. Non so se lo si è davvero capito ma Beppe Grillo è un tradizionalista che utilizza strumenti modernissimi, il web, contro le storture della Modernità. Basta pensare al suo discorso sul lavoro:«Il lavoro è importante, ma non puo' essere tutta la nostra vita, che è fatta di altro». Tradotto significa: meno lavoro, meno guadagni, meno produzione, meno consumi ma più tempo, che è il vero valore della vita, per noi. Una partita difficilissima, che avrà contro tutti gli attuali establishment e che impegnerà le generazioni a venire. Ma almeno il 26 febbraio è stato dato, in Italia, paese storicamente laboratorio, il calcio d'inizio.

Massimo Fini
Il Fatto quotidiano, 2 marzo 2013

04/03/13

L’ULTIMO FUOCO D’ARTIFICIO



E’ finita com’era cominciata, con i fuochi d’artificio. L’ultimo ha preso di mira il bel teatro di Cavalese, il più bello di Fiemme. Alle 2 e 30 circa di oggi, lunedì 4 marzo, l’antica struttura, voluta dall’allora podestà di Cavalese, Bruno Mendini,  progettata dal valente architetto Cirillo Zadra e inaugurata nel 1928, è stata avvolta dalle fiamme e incenerita. Se ne va un pezzo di storia della valle e con essa, metaforicamente, cade l’ultimo baluardo della Cultura  (con la c maiuscola) di Fiemme e dei fiemmazzi. Quella della qualità autentica che non aveva bisogno d’essere certificata, poiché condizionata dalla scarsità di risorse e necessariamente quindi ‘prodotta’ con oculatezza dagli amministratori dell’epoca. Oggi le nostre assemblee comunali, abituate alla zuppa grassa somministrata da mamma provincia, totalmente incapaci di tener la barra dritta rispetto alla velocità del cambiamento dei costumi, si barcamenano alla bell’e meglio assecondano la superficialità e la dabbenaggine diffuse e le pretese infinite di questo o quel padrino. I loro membri, pescati a caso nel mucchio di una comunità vieppiù disattenta al patrimonio collettivo, si ‘vendono’ per un voto, per un’intervista o per un momento di celebrità in video, cavalcando i più triti luoghi comuni e facendosi ridicoli interpreti della cultura (con la c minuscola), dei tendoni, delle feste campestri infinite, delle voliere in quota e degli improbabili inni.
Forse quel manifesto anonimo, apparso qualche tempo fa a Tesero, avvertiva, nella sua primitiva scrittura, di questo decadente, diffuso senso del bene comune e manifestava contemporaneamente la ribellione all’incessante sciupio di risorse pubbliche. Insomma, voleva esternare, forse, l’insofferenza di parte della comunità alla trasformazione in un ‘divertimentificio’ tout court della propria Heimat e alla spersonalizzazione del suo territorio. Ma nessuno evidentemente lo ha ancora capito.

L’Orco

03/03/13

SENZA PAPA E SENZA RE, MA…



Benedetto XVI se n’è andato via. Farà l’eremita. Gli scandali di Santa Romana Chiesa lo hanno prostrato. La sede apostolica è vacante e i cattolici, in attesa del nuovo papa, sono privi di guida spirituale. Poco male.

L’Italia è in ambasce. L’economia, nonostante Monti, è in caduta libera. La disoccupazione cresce, il reddito disponibile è al minimo. Nel Sulcis la pazienza è finita, si stanno oliando fucili e pistole. E nell’ex produttivo Nord-Est la voglia di passare alle vie di fatto è forte. L’esito delle elezioni nazionali del 24 e 25 febbraio scorsi è stato disastroso. Nessuna formula di governo ora è praticabile. Lo stallo politico produrrà ulteriore tensione sociale. Le prospettive sono brutte, anzi pessime. Gli italiani sono in braghe di tela e senza guida materiale. Tra poco, probabilmente, la situazione degenererà cruentamente. Molto male.

In val di Fiemme, ‘isola felice’ tra i monti trentini, le cose invece vanno decisamente meglio. Oggi si concludono le manifestazioni sciatorie mondiali. Nonostante l’inclemenza del tempo di fine febbraio il pubblico, ben carburato da fiumi di birra e di vino bollente, s’è fatto vivacemente sentire. Le moidele vikinghe si sono scatenate come dio comanda. L’onda sonora dei loro campanacci allacciati in vita, delle trombe e delle sirene si è propagata allegramente nell’aria frizzante della piccola Lago. Un mare d’auto, nel rispetto assoluto dello slogan Fiemme Vallevvvivvva e dei due poveri bus elettrici, ha occupato ogni giorno i prati circondanti la frazione, distillando sulla neve e sulla ciópa fradicia pressata dagli pneumatici grigie gocce di particolati incombusti. E pazienza se il medagliere italiano è rimasto vuoto, ché non era questa ovviamente la ragione del tutto. Importavano i contatti televisivi mandati per il mondo. Ottocentomilioni, pensate. Ventimila dei quali, birichini, hanno addirittura bucato l’atmosfera finendo sulla Luna. Ora, grazie ad essi ovunque conoscono la nostra bella valle. Dalla Lapponia alla Terra del Fuoco, dal Bangladesh alla Mongolia, passando per Hanoi, Pechino, Atene, Chicago, Honolulu e Bogotà. Se poi, accidentalmente,  a Salorno o a Dro, chiedendo al primo passante che incontrate un parere sulle tribune mondiali di Lago di Tesero, vi sentite rispondere “Lago di che?”, chi se ne frega. E frega niente anche se i 750.000 norvegesi, ospitati sti giorni a Cavalese, per i prossimi 10 anni nessuno li rivedrà da queste parti. L’intento di questa bella manifestaziòn non era di incrementare negli anni a venire le presenze turistiche in Fiemme. Tutt’altro! D’altronde nell’epoca della globalizzazione, di internet, di facebook e del bombardamento mediatico 24 h 24, soltanto i babbei potevano credere che sarebbero bastati 12 giorni di inquadrature ai quadricipiti e ai sederi di fondisti e  fondiste per far memorizzare indelebilmente all’intera umanità un prato innevato di una piccola località, di una, a sua volta piccola, provincia italiana. La scopo non dichiarato di tutta questa  messinscena mediatico-televisiva era che a convincersene fossero alla fine proprio i fiemmazzi, tanto da essere disposti tra qualche anno a farsi infilare lietamente la nuova supposta. Saranno loro infatti a subire la quarta irripetibile edizione tra 8 o 10 o 12 anni. Purtroppo, per allora le eccellenti strutture e infrastrutture mondiali testé certificate e premiate, ‘fiore all’occhiello’ della valle e del Trentino intero, non saranno più adeguate. Ma guarda te la sfiga! Quindi sarà necessario, per la quarta volta, aggiungerne di nuove, riadattare quelle appena fatte, allargare e allungare le piste, aggiungere parcheggi, modificare l’orografia del territorio e, naturalmente, realizzare l’arcinecessaria bretella di collegamento Piera (o Tesero) – Fondovalle.  Tutto questo per buttare di nuovo nel cesso altri 30 o 40 milioni sottratti all’esausto contribuente nazionale, e, dopo altri 12 giorni di op, op, op, di moidele vikinghe, di campanacci e ubriacature collettive, riaprire la caccia alla quinta assegnazione.

Ma non corriamo troppo. Da domani la propaganda inizierà a dare i numeri. Cifre grosse, roboanti, per far titoli cubitali in cronaca locale. Come anticipato la prima intervista al capo supremo dell’organizzaziòn sarà data in esclusiva a R.F.104. Poi, raffreddate le luci sull’evento inizierà il lavorio sottotraccia del Nostro. 
Il momento non è buono e chissà quale sarà l’evoluzione politico-economica italiana ed europea di qui a qualche tempo. Difficile prevederlo. Lo spettro di una crisi alla greca aleggia minaccioso sull’Italia. Noi fiemmazzi però siamo fiduciosi. Ma quale crisi d’Egitto, basta coi menagramo. In fondo ce la siamo sempre cavata. Succederà di nuovo, ne siamo certi. E in un giorno radioso, affacciandosi al balcone di palazzo Firmian per la quarta volta il gran capo esclamerà alla piazza acclamante tra sventolii di palme: Nuntio vobis gaudium magnum! Habemus mondialem.”



Ario

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

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