03/03/13

SENZA PAPA E SENZA RE, MA…



Benedetto XVI se n’è andato via. Farà l’eremita. Gli scandali di Santa Romana Chiesa lo hanno prostrato. La sede apostolica è vacante e i cattolici, in attesa del nuovo papa, sono privi di guida spirituale. Poco male.

L’Italia è in ambasce. L’economia, nonostante Monti, è in caduta libera. La disoccupazione cresce, il reddito disponibile è al minimo. Nel Sulcis la pazienza è finita, si stanno oliando fucili e pistole. E nell’ex produttivo Nord-Est la voglia di passare alle vie di fatto è forte. L’esito delle elezioni nazionali del 24 e 25 febbraio scorsi è stato disastroso. Nessuna formula di governo ora è praticabile. Lo stallo politico produrrà ulteriore tensione sociale. Le prospettive sono brutte, anzi pessime. Gli italiani sono in braghe di tela e senza guida materiale. Tra poco, probabilmente, la situazione degenererà cruentamente. Molto male.

In val di Fiemme, ‘isola felice’ tra i monti trentini, le cose invece vanno decisamente meglio. Oggi si concludono le manifestazioni sciatorie mondiali. Nonostante l’inclemenza del tempo di fine febbraio il pubblico, ben carburato da fiumi di birra e di vino bollente, s’è fatto vivacemente sentire. Le moidele vikinghe si sono scatenate come dio comanda. L’onda sonora dei loro campanacci allacciati in vita, delle trombe e delle sirene si è propagata allegramente nell’aria frizzante della piccola Lago. Un mare d’auto, nel rispetto assoluto dello slogan Fiemme Vallevvvivvva e dei due poveri bus elettrici, ha occupato ogni giorno i prati circondanti la frazione, distillando sulla neve e sulla ciópa fradicia pressata dagli pneumatici grigie gocce di particolati incombusti. E pazienza se il medagliere italiano è rimasto vuoto, ché non era questa ovviamente la ragione del tutto. Importavano i contatti televisivi mandati per il mondo. Ottocentomilioni, pensate. Ventimila dei quali, birichini, hanno addirittura bucato l’atmosfera finendo sulla Luna. Ora, grazie ad essi ovunque conoscono la nostra bella valle. Dalla Lapponia alla Terra del Fuoco, dal Bangladesh alla Mongolia, passando per Hanoi, Pechino, Atene, Chicago, Honolulu e Bogotà. Se poi, accidentalmente,  a Salorno o a Dro, chiedendo al primo passante che incontrate un parere sulle tribune mondiali di Lago di Tesero, vi sentite rispondere “Lago di che?”, chi se ne frega. E frega niente anche se i 750.000 norvegesi, ospitati sti giorni a Cavalese, per i prossimi 10 anni nessuno li rivedrà da queste parti. L’intento di questa bella manifestaziòn non era di incrementare negli anni a venire le presenze turistiche in Fiemme. Tutt’altro! D’altronde nell’epoca della globalizzazione, di internet, di facebook e del bombardamento mediatico 24 h 24, soltanto i babbei potevano credere che sarebbero bastati 12 giorni di inquadrature ai quadricipiti e ai sederi di fondisti e  fondiste per far memorizzare indelebilmente all’intera umanità un prato innevato di una piccola località, di una, a sua volta piccola, provincia italiana. La scopo non dichiarato di tutta questa  messinscena mediatico-televisiva era che a convincersene fossero alla fine proprio i fiemmazzi, tanto da essere disposti tra qualche anno a farsi infilare lietamente la nuova supposta. Saranno loro infatti a subire la quarta irripetibile edizione tra 8 o 10 o 12 anni. Purtroppo, per allora le eccellenti strutture e infrastrutture mondiali testé certificate e premiate, ‘fiore all’occhiello’ della valle e del Trentino intero, non saranno più adeguate. Ma guarda te la sfiga! Quindi sarà necessario, per la quarta volta, aggiungerne di nuove, riadattare quelle appena fatte, allargare e allungare le piste, aggiungere parcheggi, modificare l’orografia del territorio e, naturalmente, realizzare l’arcinecessaria bretella di collegamento Piera (o Tesero) – Fondovalle.  Tutto questo per buttare di nuovo nel cesso altri 30 o 40 milioni sottratti all’esausto contribuente nazionale, e, dopo altri 12 giorni di op, op, op, di moidele vikinghe, di campanacci e ubriacature collettive, riaprire la caccia alla quinta assegnazione.

Ma non corriamo troppo. Da domani la propaganda inizierà a dare i numeri. Cifre grosse, roboanti, per far titoli cubitali in cronaca locale. Come anticipato la prima intervista al capo supremo dell’organizzaziòn sarà data in esclusiva a R.F.104. Poi, raffreddate le luci sull’evento inizierà il lavorio sottotraccia del Nostro. 
Il momento non è buono e chissà quale sarà l’evoluzione politico-economica italiana ed europea di qui a qualche tempo. Difficile prevederlo. Lo spettro di una crisi alla greca aleggia minaccioso sull’Italia. Noi fiemmazzi però siamo fiduciosi. Ma quale crisi d’Egitto, basta coi menagramo. In fondo ce la siamo sempre cavata. Succederà di nuovo, ne siamo certi. E in un giorno radioso, affacciandosi al balcone di palazzo Firmian per la quarta volta il gran capo esclamerà alla piazza acclamante tra sventolii di palme: Nuntio vobis gaudium magnum! Habemus mondialem.”



Ario

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