19/03/13

L'ORA DI MUSICA



Recentemente, durante una delle tante due-ore di meditazione serale del venerdì  Jacopo si chiedeva se avesse ancora senso (se lo avesse mai avuto) insegnare musica nella scuola dell’obbligo. L’arte – diceva –  non è né per tutti, né di tutti; la sensibilità musicale non è apprendibile, o ce l’hai dentro o non ce l’hai. È  un istinto primigenio individuale. Chi ne è portatore è naturalmente ‘obbligato’ ad assecondarlo... La scuola può dunque servire?  Per affinare quell’istinto forse sì, anche se, scuola o non scuola, prima o poi esso in qualche modo si ‘arrangerebbe’. Ecco perché – continuava – per quanto l’intento pedagogico possa essere ‘nobile’, per una cosa così peculiarmente soggettiva, è insignificante abbozzarne l’idea  tra un’ora di matematica e una di storia, in una classe di alunni potenzialmente distratta e, appunto, ‘insensibile’.
Ai miei tempi quei 60 sgangherati minuti li chiamavano l’ora di musica. Ed in effetti – lo ricordo benissimo – quello spazio artistico altro non era che un’ora aggiuntiva di ricreazione al cospetto di un insegnante frastornato, tra le urla della classe e un grammofono che di funzionare non ne voleva sapere. A battagliare in quella hit parade ‘classica’ erano di solito in due: "La Moldava" e “Le quattro stagioni”, che però mai si aveva grazia di gustare interamente perché quando l’insegnate finalmente riusciva a domare il dispettoso giradischi, convincendolo con le cattive a diffondere dal vinile graffiato quel gracchiante sonoro, l’ora di musica se ne era quasi andata. Poi, con la faticosa evoluzione della didattica arrivarono anche i flauti di plastica rossa e i tamburelli  e dall’ascolto incompiuto della "Primavera" vivaldiana si  passò all’esecuzione del “Fra’ Martino” a canone…
Insomma, Jacopo mi ha convinto: quell’ora sarebbe meglio impiegarla a ripassare l’itagliano o la matem²atica. Materie che potrebbero ancora servire a vivere prosaicamente il quotidiano e forse a trovare un lavoro. Di sicuro ascoltare l’arte altrui a vivere così non serve. Ma a sognare e a fantasticare, sì. Cose però anch’esse né per tutti, né di tutti.

A.D.

1 commento:

  1. così come è organizzata adesso l'attività musicale nelle scuole, in effetti, non serve certo ad "insegnare" musica....ci vuole altro !! ma perchè la musica dovrebbe essere solo cosa per pochi "unti"? io non sono certo fra questi, ma anche ad un analfabeta musicale come me la musica ha dato molto, io non mi soffermerei a considerare la musica come fine a se stessa, la musica contiene moltissime altre potenzialità

    RispondiElimina

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

Archivio blog