23/02/13

NO STOP



È appena iniziata ‘la festa’ e già le voci di una possibile quarta volta si stanno diffondendo. Non è bastato il netto no di Bolzano alla proposta Mella-Degò di candidare la regione alle Olimpiadi bianche del 2022 per far desistere l’irriducibile coppia d’assi trentina dal rilancio. Sì, sì! avranno esclamato all’unisono Bepo & Toni – evidentemente ancora convinti di abitare nel paese dei chèga dinari – che ce ne importa  še i todeschi no i gh’en völ šavér. Il vecchio Durny, che di soldi se ne intende come e più de quei da Trènt, era stato chiaro e il suo rifiuto non basava su motivazioni preconcette: “No, grazie! Per noi non è tempo di trovate mangiasoldi.”  Ma si sa, l’Altoadige non è il Trentino e il buon Luis di cognome non fa Dellai.
E sì che anche l’economia locale comincia a risentire  dell’effetto Monti: occupazione in caduta libera e tasse in incremento. In prospettiva dunque tempi magri. Lo si capisce benissimo guardandosi intorno. Eppure in Provincia si fa finta di niente. Anzi il capo s’incazza pure perché a Roma qualcuno è tentato (sinora purtroppo solo a chiacchiere) di chiudere un po’ i rubinetti. Caro Dellai è inutile inalberarsi e dire che il governo nazionale non distingue tra chi governa bene e chi invece sperpera. A parte l’ottimo esempio di coerenza, candidandoti proprio con la lista di Monti, non ci sembra che i baraccamenti di Lago che mondiale dopo mondiale si sono via via aggiunti  possano essere annoverati come opere di buon governo e di oculatezza amministrativa. Speriamo che chi l’autunno prossimo finalmente ti sostituirà capisca che le risorse, inevitabilmente sempre più scarse, devono servire a risolvere problemi veri, sentiti da tutta la collettività, e non a creare laghetti artificiali, costruire totem, tagliare il territorio con  nuove inutili strade e scavalcare i torrenti con ponti pedonali in legno.
Ma la macchinetta acchiappa citrulli è ben oliata ed ecco che in rapida successione l’Informazione, dopo la bella trovata degodenz-mellariniana, ci informa che in Trentino c’è un solo comparto economico che ancora si barcamena bene, quello turistico-alberghiero. Che ti dicevo! avranno esclamato in coro i soliti Toni & Bepo. Ma santa ingenuità! Certo che alberghi e impianti girano meglio del resto. Ci mancherebbe pure che non fosse così, vista la valangata di quattrini che l’ente pubblico liquida da sempre al settore. L’ISTAT, o chi per lui,  dovrebbe però anche dirci chi ne beneficia esattamente e quanta occupazione muove. Non certo la maggioranza della potenziale forza lavoro locale. Cuochi e camerieri? 200 chef, pagati il giusto, non è che ti cambino il segno economico e nemmeno 2000 camerieri sottopagati (quasi tutti stranieri), che se non fosse perché arrotondano elemosinando e si arrabattano dopo lavoro in ambiti al limite dell’illegalità, per le paghette che ricevono dai signori albergatori non riuscirebbero a mettere insieme il pranzo con la cena. Tutte cose qui già dette, che però ribadiamo per non farci passar per fessi, come la puntuale propaganda, verosimilmente suggerita dall’anzidetta coppia, così intenderebbe.
Insomma, per il bene di tutti c’è da sperare  che questa logora classe politica, insieme al Principe che domani tenterà di farsi regalare un biglietto per Roma, finita la festa, si squagli con la neve mondiale ed entro l’autunno (in vista delle prossime elezioni regionali) si possa intravvedere una nuova e più responsabile classe dirigente.

L’Orco

P.S.

Son passati 900 giorni circa, ma sembra un secolo fa. Giuliana se ne è andata (all’opposizione) e Alberto ha definitivamente abbandonato il Palazzo. Francesco resta in sella e il processo ‘normalizzatore’ è compiuto. Che rimane di quella lista “alternativa” e del suo programma? Boh! Vorremmo che Alberto, libero adesso dai legacci istituzionali che lo hanno frenato, intervenisse su queste pagine. E ci dicesse come e perché il progetto è naufragato ancora prima di iniziare a dispiegarsi. Forza Alberto, scrivici e dicci tutto. “A feri molai”!

1 commento:

  1. Caro Orco
    accoglierò prossimamente il tuo invito a proporre, magari anche con il contributo di Giuliana, una disamina delle ragioni che, a mio parere, hanno ostacolato il progetto/programma di cambiamento e crescita proposto in origine dalla lista "Cambiare per crescere" nata come giustamente dici "alternativa" ma rientrata troppo presto nella "normalità" di un modo di amministrare consolidato.
    Sarà una riflessione pacata, non a "feri molai" perchè sono consapevole che il confine tra la ragione e il torto è molto sottile, sicuramente molto personale.
    Questo dilemma è ricorrente nei miei pensieri quando rivisito la mia breve avventura amministrativa vista dalla parte di chi ha/aveva la "ciave de l'olto" come tu ebbi a definire su questo blog coloro che hanno in mano le "sorti" del paese.
    Alberto

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