17/02/13

L'ILLUSIONISTA



Col denaro, specie se ti è stato ‘regalato’, si può fare di tutto. Persino certificare la corretta crescita di un bosco e la sua eco-sostenibilità. Di questi tempi, era fondamentale avere la certezza di vivere accanto a una foresta che sa crescere in maniera naturale. Ora, grazie all’ennesima pensata dell’uomo della provvidenza, lo sappiamo. Nella sua ultra ventennale carriera di deus ex machina del turismo fiemmese, l’Illusionista non ci ha mai fatto mancare niente.
Ha certificato l’aria, l’acqua, la mobilità, e ora, a grande richiesta, anche il bosco e il suo prodotto. D’altronde lui e la sua creatura più cara, vogliono “approcciarsi all’ambiente con una filosofia meno impattante possibile”. Gliene siamo grati. Tutto ciò che concepisce e poi puntualmente traduce in realtà, dalle montagne russe  alle voliere in quota, dalle bretelle stradali ai ponti sui torrenti, dalla trasformazione in posteggi degli ameni scorci paesani alla sottrazione di terreni agricoli, dall’illuminazione notturna delle piste all’ipertrofica produzione artificiale del suo “oro bianco”, lui lo fa sempre abbracciando pienamente quella filosofia.   E ovviamente pretende  che gli si creda e lo si faccia sapere in giro.
La strategia per rendere nota la sua forte passione ecologista è semplice. Prima  paga (con soldi pubblici, è bene ricordare) un certificatore. Gli fa dire  che qui l’aria è la migliore, che anche l’acqua è la migliore, che il traffico qui inquina meno di altrove, che il bosco qui cresce come Dio comanda e la filiera del legno segue un processo produttivo ottimale, eccetera, eccetera. Quindi,  ottenuto l’ attestato, fa convocare una bella conferenza stampa, alla quale dopo averli invitati, chiede ai bravi amministratori locali di recitare una particina in commedia. Infine, al ciak si gira, entra in scena direttamente dando fondo al repertorio retorico sul tema oggetto della discussione. È qui che l’Illusionista dà il meglio di sé e raggiunge le vette più alte dell’arte incantatoria. Lo testimonia la puntuale assenza di contraddittorio: tutti ossequiosi, proni,  silenti, affannati tuttalpiù a dar manforte, quando serve, nel giustificare l’ingiustificabile. Mai qualcuno che sbotti con un perentorio “Ma che cazzo dici!”
Sì, perché il bosco, di crescere correttamente, non lo ha imparato né dalle furbe società di certificazione, nè tanto meno da questi amministratori. Le foreste, non solo quelle di Fiemme, ma anche dell’Alto Adige e persino quelle svizzere, eco-sostenibili lo sono sempre state. La verità è che all’ Illusionista  delle selve frega niente. Né dell’oro bianco, né di quello verde. L’unico oro per il quale ha un debole è quello tradizionale,  color giallo. Per lui conta soltanto che l’immagine passi. L’arte dell’illusione, appunto. E da trent’anni lui le immagini le fa passare, sempre.
Il finale è scontato. La conferenza si chiude, tra pacche sulle spalle, ammiccamenti, auguri, saluti. La foresta, la certificazione, l’ecologia, le strutture in legno-ma-con-filiera-corta sono già dimenticate.  I bravi amministratori, dopo aver svolto ancora una volta con diligenza il loro compitino si accingono ora a un ben meritato… spuntino: Marzemino gran riserva Fiemme 2013, tartine alla laghèra in salsa masadina, salmone rosa dell’Avisio affumicato e… certificato. I giornalisti chiudono i taccuini e se ne vanno. Presto, i loro pezzi, gravidi di tautologiche spiegazioni, dopo l’obbligato giro mediatico sulla stampetta locale potranno aggiungersi e far bella mostra nell’album mai finito delle millanterie del Nostro.

A. D.

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