06/01/13

L’INSOPPORTABILE LEGGEREZZA DI FACEBOOK



Come tutti gli strumenti, anche Facebook dovrebbe essere neutro. Le modalità d’impiego e le loro conseguenze dipendono da chi lo utilizza, dalle situazioni e dai luoghi. Nel Maghreb, per esempio, si dice sia stato il motore della cosiddetta Primavera araba. Da noi, in tutta evidenza se ne fa un uso meno rivoluzionario. Asseconda soprattutto l’irrefrenabile necessità di esternare al mondo intero! frizzi, lazzi e vacuità…

Da profani, il primo contatto con la cosiddetta rete sociale ti sbalordisce, come una magia. Creato l’account d’accesso, eccoti a tua insaputa e in tempo reale amico di alcuni perfetti sconosciuti. Poi, se ti fai prendere dall’entusiasmo, in un amen, di altri amici ancora. A quel punto, se non sei lesto a fermarti, nel giro di pochi minuti  il mondo è ai tuoi piedi. E lì comincia il bello...

Essenzialmente in Facebook puoi condividere, condividere, condividere. Che cosa? Teoricamente ti tutto. Praticamente molto poco. Anche perché gli amici-a-tua-insaputa, dopo un po’, mal sopportano la tua voglia di ragionamento o la tua eventuale vis polemica. Sono apodittici, s’imbronciano e non ti parlano più. E se t’intestardisci li fai proprio arrabbiare: ti mettono il lucchetto e fine dell’amicizia.

Gli amici-a-tua-insaputa, non solo scanzonati adolescenti, ma anche rispettabili funzionari di banca, valenti imprenditori, irreprensibili amministratori pubblici, severi insegnanti, sopra ogni altra cosa e di gran lunga in Facebook amano condividere le immagini. Prima di tutto la loro, che soppesano e scelgono con grande attenzione. Con quella si presentano al mondo. Una volta scelta la foto del profilo, il più è fatto. Lo strumento ha già praticamente raggiunto lo scopo. Ma con un po’ d’ardimento ci si può anche spingere oltre. E allora ecco le immagini delle ultime escursioni in montagna, di un’alba, di un tramonto, delle nuove luminarie, di un incantevole paesaggio invernale, dei presepi, come no. E poi ancora quella di un piatto di lucaniche fumanti accompagnato dall’irresistibile didascalia “la lucanica ha fretta, la dieta può aspettare”, tre slogan, alcune citazioni. Mi sono accorto che molti dei miei amici-a-mia-insaputa sono fan della Nutella. Oltre alle immagini, gli amici-a-mia-insaputa qualche breve parola comunque la dicono. Ma è cosa rara. Le Colonne d'Ercole di questi impavidi navigatori del web generalmente sono le esclamazioni. Di stupore. Di meraviglia. Un ohhh. Due ahhh.

Simpatica come tutto il resto è la formula ritualizzata con cui in Facebook gli amici-a-loro-insaputa condividono il loro virtuale mondo a effetti speciali: “Toni ha inserito questo nuovo elemento. Bepo ha condiviso l’elemento di Toni. A Bepo piace l’elemento inserito da Toni. Anche Menega ha condiviso questo elemento. A Menega piace. Menega ha detto: Ohh, bello! Bepo ha detto: Che spettacolo! Toni ha detto: Grande!”



Ario Dannati

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