22/12/11

COMUNICATO STAMPA



Dal 2009, Transdolomites si è fatta promotrice dell’azione che ha portato alla realizzazione dello studio ferroviario della società Qnex per il collegamento ferroviario Trento-Alba di Canazei. A partire dallo stesso anno si è avviato un lungo percorso di confronto con le popolazioni, con le pubbliche amministrazioni, con le associazioni di categoria delle valli dell’Avisio e della città di Trento. Un’esperienza innovativa che dura da più di tre anni e non ancora conclusa. Nel 2011 abbiamo lavorato con molta determinazione per far crescere questa idea progettuale, grazie al lavoro di numerosi esperti di progettazione di ferrovie di montagna, e quello che sta venendo alla luce è un lavoro veramente pregevole che porterà il collegamento a fare capolinea a Penia, ossia oltre Alba di Canazei.
Il consenso attorno alla proposta di una ferrovia moderna che colleghi Trento con la Val di Fassa sta crescendo costantemente. Lo dimostrano i vari articoli pubblicati sugli organi d'informazione, le tante persone che ogni giorno ci chiedono di essere aggiornate nel merito, le mozioni dei consigli comunali, ultima, in ordine di tempo, quella del Comune di Predazzo. Ma altri sono i comuni in Val di Fiemme e in Val di Cembra che già hanno votato la mozione promossa dall’Amministrazione comunale di Ziano di Fiemme guidata dal sindaco Fabio Vanzetta.
Dopo tre anni dedicati al coinvolgimento dei territori, le comunità attendono da Transdolomites un segnale forte e chiaro, un cambio di marcia. Quel cambio di velocità che riteniamo sia giunto il momento di fare e che sarà costituito da una serie di azioni che avranno lo scopo di dare concretezza e incisività per raggiungere un traguardo dichiarato: la realizzazione della ferrovia dell'Avisio.
Sarà il 2012 l’anno nel quale vogliamo arrivare a concretizzare tutto quello che abbiamo seminato negli anni scorsi. La prima iniziativa riguarderà l’attivazione di un Forum che chiami a raccolta le comunità delle valli dell’Avisio. Questa intenzione era stata presentata in conferenza stampa, nell’agosto 2011, congiuntamente da Fabio Vanzetta e Transdolomites.
A breve, direttamente a mezzo lettera o e-mail, e indirettamente mediante comunicati stampa, Transdolomites proporrà a tutti quelli interessati all’argomento e desiderosi di rendersi parte attiva, di aderire a questo Forum sulla mobilità delle Valli dell’Avisio, al quale verrà data voce e accessibilità tramite un blog dedicato.


Massimo Girardi
Presidente di Transdolomites
Tel 320.4039769

20/12/11

TUTTO VERO

DUBBI (PARCÀNDOLA DE NADÀL ’N STILE ‘RAŜA’)




Peccio, o Avèzo?
Bocce rosse, o Bocce blu?
Sfrinzole de or, o Sfrinzole d’arzento?
Lüci ferme, o Lüci che va e ven?
’Ncoloride, o No?...

A la araba, o A la tirolese?
Con le palme, o coi Ŝenéori?
Volpe e galine, o Elefante e dromedario?
Re Magi sì, o Re Magi no?
Lieti Pastori, o Fürbi Bacani?...

Giro dei Presepi, o tonda de i ‘Mercatini’?
Faŝón quel dei Presepi.
Ohh, Ma varda ’sti cabioti... Che èlo? Polinari?
Ah no, adess vedo! Tüti i agni ’na növa...
Ben bravi però, nó…

Agriföol, o Becašoriss?
Regai ‘che resta’, o ‘Noma ’n penšier’?
“Bone feste”, o bèle “Augüri”?
Stille Nacht o Merry Christmas?

Notte santa, o Notte danada?
Con la tò’ femena, o Con quela ciavàda?
Messa de mezanotte, o Messa de le diés da šera?
Con la Comünion, o Senza?...

Marena e spanciada, o Digiuno e astinenza?
Al ristorante, o te l’Òlto?
Poa, o Tacchino?
Da la Còpera, o föra ’l Dino?...
Spümante o Acqua de spina?
Zelten, Pinza, o šol farina?

E par pararla ŝo, faŝóne an ’na sciada?
Ma sì, dai, dai.
Šü la neve, o šü la ciópa?
Fondo, o discesa?
Lavazé, o Pampeago?
O še fal pü presto a nar ŝa Lago?...

La beves ’na bira? Še gh’è ’l Checcone, sì!
‘l Checcone no ’l gh’è, gh’è ’l Bepo, casomae.
Bòn an ’l Bepo! Anzi mejo: cossì še’n bevón cinque!
Dal Topo, o dal Tivini?
Ma ’l Tivini l’ha šerà che l’è agnorüs.
T’as reŝón! Alora dal Topo!

Dio, dio, che ma de testa!
N’hae sché pien i cojoni.
L’è bele che doman e šon ancora ’n traina!
E ti Toni no es stüfo?
Ah no, vè! Tös ’n migol de zelten?
No, niente, grazie. Ma, se propio propio, ’n dedo de sgnapa.

Banda de Tieser, o Banda de Pardacio?
Grisoverdi o Türchini?
Né una, né l’altra, par ancö n’hae šentü assà.
Dai Franzele gé, che gh’è le bandiste con la divisa növa…
Vegneria volentiera šol se le füsse senza.

E alora che fas che?
Forsi me tiro a ŝaga.
Doe righe d’en bon libro, o ’na ociada a la scatola da le baoŝie?
Niente, šon massa straco. Bonanotte, Toni.
No, spèta ancora ’n pöco...

Ma ostia, la rüao?
Strütà de dir monae.
Faŝé ’n migol de basta.
Da bravi, ŝe a dormir.
Daŝeme ’n pö de tregua, che i coscritti ŝa i leva.
Sacramenta!

Mejo nar Toni.
Sì, mejo mejo, ché l’è mato quel là.

Aì , mato e catìo. Še la ürta ne ciapón ’n orinal so par ’l cao.
A doman Franzele.
Aì, a domàn.

Ohh, quante che gh’en volèva.
A le tante i šé ’n nai e da nöo tütto ’ntorno l’è cèto.
Adess, che l’è quasi šan Stèfen,
finalmente l’è dal bòn stille nacht.

18/12/11

SE NON ORA, QUANDO?





“Se non ora, quando?” ripeteva l’altra sera un parlamentare dell’IDV, durante la dichiarazione di voto sulla fiducia alla manovra Salva Italia. Ed elencava un rosario di azioni e di provvedimenti che Monti e il suo governo ‘tecnico’ avrebbero potuto fare ed adottare a ‘saldi invariati’, senza dover infierire sulla base sociale e senza pregiudicare quindi la ‘pace sociale’ in questo difficile momento. Così invece la casta, non solo quella politica, è salva e se la ride, ma, sia chiaro, si sarebbe salvata e avrebbe potuto ugualmente ridere, anche se il peso della ‘bastonata’ fosse stato scaricato interamente su di essa. Ma tant’è. Questo hanno deciso i ‘tecnici’, facendo però, imperdonabilmente, un clamoroso errore di valutazione della situazione, dalle conseguenze politico-sociali imprevedibili. Perché sottovalutare un richio così alto? Perché essi tra un anno non ci saranno più? Probabile: era destino che a loro toccasse di fare il lavoro sporco. Magari però semplicemente perché cane non morde cane.
Riproponiamo dunque la domanda: se non ora, quando? Non è facile prevederlo esattamente. Di sicuro non subito, forse entro i prossimi 12 – 24 mesi. Non perché i tempi non siano maturi, non perché i presupposti materiali non ci siano tutti, ma perché la massa d’urto non è ancora pronta. Scrive infatti lo storico Luciano Canfora in “Critica della retorica democratica” – Editori Laterza : “…il fondamento delle rivoluzioni è innanzi tutto la tensione morale. Senza nulla togliere, ovviamente, ai presupposti materiali, in assenza dei quali nessuna crisi si innesta, qui intendo per “fondamento” quel quid della psicologia collettiva che effettivamente mette in moto il sommovimento rivoluzionario: il quale non è mai inevitabile, e che, per esplodere, ha bisogno della diffusa convinzione dell’insostenibilità dell’ordine esistente e della convinta scelta di mettere in discussione tutto, dalla tranquillità di vita alle certezze quotidiane. Questo “salto” gravido di conseguenze estreme non è mai compiuto alla leggera da nessuno (…). Molte volte esso sarebbe possibile, ma rare, rarissime volte effettivamente accade: appunto perché è una scelta radicale, che sconvolge l’intera esistenza e richiede slancio e tensione morali molto al di sopra della media, spesso propiziati da condizioni eccezionalissime, come una guerra catastrofica (1917) o l’improvvisa rivelazione dell’incredibile debolezza del potere (1789).”
La rivelazione dell’incredibile debolezza del potere è sotto gli occhi di tutti. La tensione morale è stata però cancellata da un pezzo, quantomeno da quando al potere è asceso l’Uomo della Provvidenza con la sua corte di puttane e di lacchè: ricostituirne un quantitativo sufficiente alla bisogna, non sarà cosa né di un giorno né di due. La convinzione dell’insostenibilità dell’ordine esistente dipende invece da quanto la casta dell’informazione giornalistica, soprattutto quella televisiva (con le sue Lucia Annunziata, le sue Lilli Gruber, i suoi Fabio Fazio, eccetera, sempre compiacenti e indulgenti nell’ intervistare i potenti di turno, col sorriso e la tranquillità di chi, grazie a contratti, appunto, ‘da casta’, sta al riparo dalla tempesta in corso) riuscirà ancora ad anestetizzare la coscienza collettiva, sopendo la voglia di riscatto di quel popolo che ogni sera si pone in tele-ascolto, davanti alla scatola magica, prima di coricarsi.

L’Orco

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

TESERO DI BIANCO VESTITO
Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

MINU
Foto di Sabina

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