14/10/10

COMUNITÀ DI VALLE: VERSO IL COMUNE UNICO?


Il 24 ottobre prossimo i Fiemmazzi, o come dicono taluni, i Fiammazzi saranno chiamati di nuovo al voto. Per la prima volta eleggeranno l’assemblea della cosiddetta Comunità di Valle, il nuovo ente che sostituirà, non solo formalmente, l’inconsistente assemblea comprensoriale. In sostanza la differenza più evidente tra vecchio e nuovo sta proprio nel fatto che alla Comunità di Valle saranno attribuite competenze reali (e non solo di mero indirizzo) a suo tempo non concesse al Comprensorio: urbanistica, ambiente, energia, trasporti, politiche sociali, eccetera.
Al netto della curiosità? per la novità, dell’entusiasmo dei 180 candidati circa che vagheggiano un posto al sole, nonché del clamoroso problema dell’inadeguatezza della rappresentanza politica onde per cui, paradossalmente, i “non degni” degli scranni comunali potranno accaparrarsi una sedia teoricamente ben più importante, il quesito che resta è: ce n’era bisogno? Perché attribuire a questo nuovo ente intermedio competenze in parte già dei Comuni e in parte già della Provincia? La risposta in apparenza è semplice e intuitiva: perché un ente sovracomunale, la Comunità di Valle appunto, potrà agire su talune materie con maggiore omogeneità ed equilibrio rispetto alla somma delle azioni amministrative delle singole municipalità, evitando “disarmonie” tra paese e paese. Si pensi all’urbanistica soprattutto, ma non solo. Ma allora il Comune che fa? Viene meno nella sua funzione primaria di gestore territoriale? E il consiglio comunale, già abbondantemente depotenziato e “inutile”, si manda a casa? E ancora, potrà verificarsi un “conflitto d’interessi” tra Comunità e Comune? E se sì, la singola municipalità, titolare per territorialità, potrà mettersi di traverso qualora la nuova assemblea comunitaria decida di intervenire e scavalcarne la volontà sul proprio territorio?
E poi, come si garantisce la parità di rappresentanza (e di “peso”) tra le varie municipalità all’interno del nuovo ente? Sinora, in assenza della C.d.V., sulla recente famigerata questione ancora aperta della bretella Fondovalle – S.S.48 in disputa fra Tesero e Cavalese, la nuova amministrazione comunale di Tesero è stata in grado di parare il colpo, impedendo quantomeno la realizzazione dell’ipotesi stradale prevista inizialmente. Ma se la stessa questione, anziché dal Comune di Tesero, attuale titolare per competenza territoriale, venisse trattata dal nuovo consesso valligiano costituito ad esempio da 11 Cavalesani, 8 Predazzani, 1 Molinaio, 5 Castellani 3 Vareni e 2 Teserani, e presieduto da un Cavalesano, chi, tra i due paesi interessati, avrebbe più probabilità di spuntarla?
Dunque l’arma appare a doppio taglio. Se da un lato l’ottimizzazione e l’armonizzazione delle politiche urbanistiche, ambientali o dei trasporti, sarebbe senz’altro auspicabile, dall’altro c’è il rischio che le cose sgradite e sgradevoli di interesse sovracomunale, per le quali il singolo comune poteva decidere al limite l’opzione zero (leggi campo da golf a Daiano), vengano imposte alle municipalità più deboli e con minore capacità e rappresentanza politica.
C’è quindi molto da chiarire e da chiarirsi. Una buona occasione per capirne qualcosa in più sarà data dalla presentazione della lista “IMPEGNO PER FIEMME” guidata da Luigi Casanova, che domani sera, venerdì 15 ottobre alle 20,30 presso la Sala Bavarese di Tesero, potrà togliere un po’ di dubbi e di perplessità agli eventuali presenti.

L’Orco

11/10/10

LA BLASFEMIA DEL PAESE REALE


In questi anni Silvio Berlusconi ha aggirato nel modo più turpe un'orfana di padre e di madre, minorenne, sfilandole qualche decina di miliardi, ha giurato il falso in Tribunale, ha commesso gravi reati da cui è uscito assolto solo per prescrizione, ha corrotto un testimone in giudizio perché desse una falsa testimonianza che gli è servita per salvarsi in un paio di altri procedimenti, attraverso una settantina di società "off-shore" è autore di un'evasione fiscale colossale, tutti atti oltre che penalmente rilevanti, moralmente ripugnanti, e l'Osservatore Romano, alias il Vaticano, non solo non ha mai mosso orecchia ma, soprattutto sotto la direzione di Mario Agnes, ma anche dopo, ha attaccato costantemente la Magistratura italiana quando si è permessa di richiamare il Cavaliere e i suoi accoliti a quel rispetto della legge cui tutti siamo tenuti e in particolare chi ricopre alte e altissime cariche pubbliche. Insorge improvvisamente adesso e si indigna per una mezza bestemmia inserita in una barzelletta detta da Berlusconi in privato un anno fa. E tutti i giornali, compreso il nostro, gli vanno pedissequamente dietro. Questo è un Paese che ha perso ogni senso della gerarchia dei valori e delle cose che sono importanti e di quelle che non lo sono affatto. «Insopportabile» non è la pseudobestemmia di Berlusconi, ma l'ipocrisia, il tartufismo, il moralismo un tanto al chilo che permeano ormai l'intero Paese. E poi se è l'ora di finirla con l'impresentabile Berlusconi, per ben altri motivi delle sue barzellette, è anche l'ora di finirla con Papi, Cardinali, Cei, Bagnaschi, preti di tutte le risme che, con un pretesto o con un altro, entrano ogni giorno a piedi uniti negli affari interni dello Stato italiano (se Sarkozy, in una cena fra amici, avesse raccontato una barzelletta blasfema, nessun Osservatore Romano sarebbe intervenuto). Se le opposizioni e i giornali che, in modo diverso, la fiancheggiano vogliono rendere l'ennesimo favore a Berlusconi insistano pure, invece che sulla sentenza Mills, su questa sciocchezza dell' "orchidea" che se allarma alcune beghine cattoliche lo rende simpatico a tutti gli altri. Perché noi oltre che di Santi, di Poeti e di Navigatori, siamo anche un popolo di Bestemmiatori (si pensi alle "madonne", quasi liriche, dei toscani). Monsignor Fisichella ha detto che la blasfemia di Berlusconi va giudicata all'interno del contesto in cui è avvenuta. Una volta tanto siamo d'accordo e speriamo che la pseudobestemmia di Berlusconi serva almeno a evitare un grottesco cartellino rosso al calciatore che, preso un tremendo pestone dall'avversario, sacramenta come dio comanda. Perché questo è il nuovo regolamento della Figc in omaggio all'ipocrisia di un Paese che è cattolico a parole e nelle parole e profondamente blasfemo nei fatti.

Massimo Fini - Il Fatto Quotidiano 08/10/10

GUERRA DEI SESSI?


Sempre più spesso i fatti di cronaca ci permettono, quasi più delle relazioni politiche, di avere il polso sullo stato della nostra civiltà occidentale. Non passa giorno che sui quotidiani, nei telegiornali e in internet non ci raccontino storie terrificanti. C'è chi dice che i nostri governanti fanno apposta ad amplificare a dismisura notizie locali per tenere tutti in uno stato di tensione continuo, per indurci ad accettare più volentieri regole limitative della libertà e controlli polizieschi. In caso contrario, in un sistema cosiddetto democratico come il nostro, non potrebbero avere spazio e giustificazione. Vero certamente, ma è altrettanto vero che gli avvenimenti non sono inventati, e sono lì, più forti di ogni immaginazione, a testimoniare una realtà cruda, feroce, sempre più diffusa. Quello che colpisce è la quantità e la varietà dei fatti. Salgono alla ribalta con impeto, meravigliano il più incallito dei delinquenti per l'efferatezza, l'assurdità delle circostanze, come se si avesse a che fare con un meccanismo perverso che va per i fatti suoi, senza ragionevolezza, sempre più in fretta, e che produce mostruosità sempre più grandi e... ancora, ancora, ancora. C'è chi dice che ci sono sempre stati, con la differenza che ora se ne parla di più. Sarà. Ho qualche dubbio. Fra i tanti casi spiccano per frequenza e gravità quelli di uomini che infieriscono sulle donne, tanto da far pensare ad una guerra dei sessi. Ci sono i sostenitori dell'idea che gli uomini non possono sopportare l'emancipazione delle donne, il loro abbandono del ruolo tradizionale; le accusano di aver scardinato l'ordine sociale. Ci sono teorie, per lo più femministe, che suppongono sia in atto un processo di regressione, voluto coscientemente, per togliere alle donne quei diritti e quell'uguale dignità di persona propria degli uomini che disturba equilibri millenari. C'è la tesi molto interessante di Marcello Veneziani per la quale l'uomo uccide non per maschilismo ma per infantilismo tragico, delirio puerile, ferocia dei deboli. Come se dicesse: “Se tu te ne vai, la mia vita non ha più senso”. Allora meglio farla finita. Senonché l'ennesimo fatto di cronaca di questa estate scombussola le carte: “Follia a Milano; mollato dalla ragazza uccide una passante, le sfonda il cranio a furia di pugni”. Mettiamo pure che fosse molto arrabbiato, che avesse perso la testa. Perché uccidere una donna sconosciuta, una qualunque? Perché proprio una donna? Una madre di famiglia poi. Mi viene il dubbio che ci sia altro, che questo non sia che il segno estremo di una tendenza ormai comune, quella che evidenzia un bisogno, nella nostra società, di dominio, di potenza su qualcuno, su qualcosa. La chiamerò “necessità di sopruso”, tendenza trasversale, presente in tutti gli strati della società, che si proietta ad esempio dall'imprenditore al dipendente, dal manager alla segretaria, dall'uomo all'animale, dal padre al figlio handicappato o alla figlia, desiderata e violata. Se il dominio può essere esercitato dal più forte nei confronti di un altro più debole, spesso sono gli uomini a commettere delitti sulle donne, perché non hanno altro su cui dominare. Hanno solo le loro donne su cui sfogare le proprie frustrazioni, esercitare la loro potenza, la rabbia, il dolore. Statisticamente può sembrare ci sia una guerra dei sessi in atto, ma in realtà non è così. Chiedersi il perché di tutto questo bisogno di dominare è più che legittimo. La nostra società, formalmente egualitaria, in realtà è retta dalla prepotenza e dal sopruso: non è forse vero che chi ha successo fonda, in modo più o meno appariscente, la sua fortuna sul predominio? Non è forse vero che chi non ci riesce invidia, odia e si rivale su qualcun altro? Chi non ha quasi nulla cosa fa? Proietta il male fuori di sé. Non si spiega così l'accanimento su di un barbone? Lo stupro di una suora? L'uccisione del proprio criceto in un microonde? (ebbene sì, anche questo è successo). In questo quadro si spiegano allora anche i casi di donne che uccidono i compagni, quando questi si trovano in condizione di inferiorità, di donne che uccidono i loro bambini, e tanto altro. Recentemente mi ha fatto accapponare la pelle il racconto di un gruppo di donne molto giovani che, con un oggetto, hanno a lungo stuprato un'amica che aveva portato via il fidanzato ad una di loro, e l'altra, di un bambino che ha ammazzato il fratellino semplicemente perché aveva voglia di uccidere qualcuno. La nostra società è malata. Tutti contro tutti. L'individualismo, la sopraffazione, ci vengono inculcati e ci appartengono. La cultura non costituisce più un freno. Spesso trionfa l'incultura si dice. Ma qui c'è una cultura immorale che trionfa. I bambini vengono educati alla violenza con tutti i mezzi, dai videogiochi ai film, con o senza 3D, da compagni, da cattivi maestri, dai media davanti ai quali sono soli, dal divertimentificio che ci specula sopra. Troppo facile allora dare la colpa alle femministe che hanno voluto l'emancipazione delle donne e che adesso non vogliono rinchiudersi in casa. Troppo semplicistico dire che ci sono le uome e i gay che confondono le acque e che hanno distrutto i ruoli. Il pasticcio è molto più complesso, richiede a tutti di boicottare il pensiero dominante. E anche un ripiegamento su se stessi per l'assunzione di una parte di responsabilità. Il proprio quotidiano è costruzione che deve essere scandagliata, ripensata, rivisitata in maniera consapevole. Solo così ci si potrà sedere tranquilli sulla sponda del fiume aspettando che tutto un mondo, storto e perverso, crolli.

Daniela Salvini

PASSAPAROLA - 11/10/2010

INCANTO NOTTURNO

INCANTO NOTTURNO
Sara

LE OCHE E I CHIERICHETTI

LE OCHE E I CHIERICHETTI
Bepi Zanon

TESERO 1929

TESERO 1929
Foto Anonimo

PASSATO

PASSATO
Foto Orco

ANCORA ROSA

ANCORA ROSA
Foto Archivio

VIA STAVA ANNI '30

VIA STAVA ANNI '30
foto Anonimo

TESERO DI BIANCO VESTITO

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Foto Giuliano Sartorelli

LA BAMBOLA SABINA

LA BAMBOLA SABINA
Foto Euro

LA VAL DEL SALIME

LA VAL DEL SALIME
Foto Euro

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN

SEBASTIAN E IL BRENZO DI BEGNESIN
Foto di Euro Delladio

MINU

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Foto di Sabina

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