05/10/10

CATTIVI MAESTRI


Caro Evgeny, con un po’ di ritardo ecco il commento sulla seconda edizione della manifestazione Fiemme senz’auto, diversamente chiamata, come tu dici, l’ipocrisia del senz’auto. Per risponderti faccio mio il pezzo di Max, pubblicato ieri. Aggiungo soltanto che la funzione educativa, che a me – è vero – sta a cuore, proprio in queste occasioni va a farsi benedire, semplicemente perché in queste occasioni, forse intenzionalmente, si equivoca nel merito e nel metodo. Lo sforzo culturale, da esercitare su più livelli, ha bisogno innanzitutto di inquadrare bene il merito della questione, poi di esempi, di costanza, di volontà (la cosa che manca in assoluto di più), oltreché di giusto metodo. Qui invece il merito, lungi dal venire ben messo in luce, viene ulteriormente “annebbiato” da un metodo improprio, equivoco. La “carnevalata”, come già scrivevo in occasione della prima edizione dello scorso anno, non contribuisce affatto alla presa di coscienza generale del problema, che dovrebbe essere la vera ragione di questa iniziativa. Ci si ritrova invece immersi nell’ennesima festa campestre, o meglio, nella seconda festa dello Stradone di Fiemme, con musiche, intrattenimenti gastro, balli e piroette, nel pieno rispetto dell’evento seriale ad uso e consumo promozionale. Tant’è vero che lunedì mattina alle 7,20, il GR regionale, nientemeno, imbeccato da una puntuale velina, senz’altro aggiungere o commentare, riferiva della perfetta riuscita della giornata senz’auto in Val di Fiemme!
Ma riuscita di che? Come osservava bene Max, sarebbe riuscita se ieri mattina a scuola non fossero sfilate le solite carovane di “mamme terribili”, come accade ogni santo giorno. Se a Piera, in bici, anziché in tre ci fossimo recati almeno in quattro, se alla “coopera”, a piedi, da via Restiesa non fosse scesa soltanto la signora Giovanna (la quale peraltro, per le sue difficoltà motorie, sarebbe tra le poche persone giustificate ad usare la vettura), se almeno ieri l’autista della Trentino Trasporti non fosse passato contromano in via Stava per scendere sullo stradone col suo bel fuoristrada, come fa ogni mattina, impenitentemente e senza pagar dazio, da tre anni in qua!, u.s.w.
Dopo la prima edizione 2009, da questa tribuna, avevo suggerito alcuni correttivi da apportare alla sicura riproposizione della giornata car free. Risultato? Zero correttivi apportati, ma in compenso parecchi diversivi aggiunti, tanto per confondere ancora di più i già confusi partecipanti. Errare humanum est, perseverare diabolicum. Purtroppo, credo che così come per Metroland, anche in questo caso ci si trovi di fronte a un’impostura. Probabilmente non c’è una reale convinzione politica a sostegno dell’iniziativa. La si promosse l’anno scorso perché faceva parte di una strategia d’immagine. Giusta per i tempi e per l’avvicinamento all’Evento. Perché insomma, come per Metroland, era politicamente corretta.
Tuttavia, nonostante la pietosa evidente inconsistenza, parafrasando Max, dico che piuttosto che niente meglio piuttosto, restando convinto che la funzione educativa, rispettando quella sequenza operativa indicata all’inizio, possa alla lunga avere un senso, purché non la si deleghi a dei cattivi maestri. In questo caso, si è deciso invece di affidarsi ancora una volta a costoro. Come, con diversa valenza, è d’uopo, qui a Tesero, fare con le Corte. Lì, in quella sera d’agosto, te li trovi agghindati di grembiuli e cappelli col gams, che simulano quelli di un tempo, armeggiando mestoli, falci e rastrelli. Qui, in una mattinata d’ottobre, te li ritrovi, diversamente vestiti, a fare gli educatori festosi, con la stessa teatrale baldanza e senza il benché minimo senso del pudore. Bastava farsi un giro domenica in piazza Battisti a Tesero per scovarne diversi tra i gazebo allestiti per l’occasione. Ma Tesero, per questa sua specificità, sicuramente è un caso a parte.
Concludo affermando che oltre alla leva culturale appena accennata occorrerebbe agire, e poter contare, anche sulla leva del controllo. Cioè su un buon servizio di polizia municipale, con vigili a loro volta convinti e decisi a qualificare ed educare gli utenti della strada. Mi pare di poter dire invece che il servizio non sia dei migliori e pochi siano quelli in divisa che “sentono” la propria professione come qualcosa di più di un semplice lavoro. Voglio credere che ciò dipenda da problemi di organico e dalla impossibilità quindi di darsi alla causa come essa pretenderebbe. Certo è che senza un servizio efficiente e puntuale che reprima e scoraggi le tante infrazioni al codice perpetrate ogni giorno all’interno dei paesi, la scuola dei cattivi maestri aumenterà a dismisura i propri iscritti. E poiché tutto si tiene, finché le lezioni di educazione civica saranno affidate proprio a codesti signori, i cattivi maestri appunto, ciò che ne risulterà nella sostanza non potrà essere che un’ ipocrita messinscena.

L’Orco

1 commento:

  1. Caro Orco, grazie.
    Fammi dire che domenica 3 ero in valle, e sono stato marginalmente toccato dalla magica giornata senz'auto. Ho così dovuto infrangere il divieto per poter parcheggiare la mia velocissima e futuristica auto inquinante. Non era chiaro, infatti, il percorso che avrei dovuto compiere per raggiungere la repubblica di Socce proveniendo da Predazzo. Chiarissimo invece il dileggio che mi ha colpito, quando una bambina -debitamente indottrinata dai parents- mi ha additato come un eco-criminale avendola superata a 10km all'ora sulla SS48. Il tutto completato da uno scuotere di testa dei genitori soddisfatti. Ho così dovuto constatare che la follia collettiva può colpire anche ad orologeria, ossia on demand.
    Faccio anche fatica a scrollarmi di dosso l'impressione che tanta solerzia fosse il risultato di un certo campanilismo. L'organizzazione di questa Festa dello Stradone "par i nosi popi" è stata impeccabile, la piazza era uno splendore già alle 7 di mattina; al confronto le Corte de Tiezer (che non sono una festa campestre, ben inteso!) essendo più che altro "par i foresti", fanno acqua da tutte le parti da anni: quel giorno infatti bisogna chiuderle in fretta in fretta, magari restando senza companatico. Si apre alle 17, ma anche alle 18, e si chiude alle 21, tutti a dormire con le galline per restare in tema bucolico.
    Per quanto riguarda la giornata senz'auto sarebbe bello si ragionasse su almeno due punti. Primo. Non si può ope legis privare le persone della libertà di circolare ad libitum, mettendo transenne che intralciano peraltro la circolazione dei mezzi di soccorso. Se non voglio partecipare devo avere la libertà di andarmene e tornare. Secondo. Chiedo agli organizzatori se siano disposti a riproporre questa giornata, diciamo ogni domenica d'autunno, ogni domenica di primavera e, perché no, anche a luglio ogni tanto (giusto per istruire anche un pò i cattivi foresti, tanto sono tutti vecioti appiedati)?

    Insomma non fermatevi qui, ad maiora!

    Per quanto mi riguarda chiedo scusa alla famigliola che ho terrorizzato e a cui ho scombussolato i piani educativi. Per me come per loro valga ciò che diceva David Crockett «Be always sure you're right - then go ahead»

    Un caro saluto,
    Evgeny

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