08/09/10

NEMO PROPHETA IN PATRIA


A settant’anni dalla scomparsa, la figura del compositore teserano Achille Delmarco è ormai pressoché dimenticata in paese. A ben vedere, è strano che un borgo depositario di una tradizione musicale dai più considerata esemplare, se non proprio impareggiabile dopo i profluvi coral-bandistici degli ultimi anni, non si curi della memoria di un musicista di tutto rispetto, un artigiano di sicuro mestiere, che occupò un posto di un certo rilievo nel contesto musicale trentino di inizio secolo.
La condizione di oblio a cui è relegato il Nostro appare tanto più ingiustificata se la si paragona al costante interesse che, nella vicina Moena, è riservato al compositore dilettante Ermanno Zanoner, in arte (e che arte!) Luigi Canori, le cui opere copiose non mancano di essere eseguite per la gioia e la soddisfazione di non pochi ed entusiasti musicofili.
Nella speranza di risvegliare un po’ di interesse, si riportano le informazioni relative alla vita e alla produzione del Delmarco contenute nel Dizionario dei musicisti trentini, che, pur nella loro stringatezza, permettono di cogliere l’irrequietezza di un personaggio in perenne movimento, in grado di cimentarsi con disinvoltura in generi musicali diversi, dalla musica per banda all’operetta, dalla musica sacra a quella da camera.


Delmarco Achille, figlio di Stefano (Tesero 17.10.1877 - Cavalese 18.10.1940). Maestro di banda e compositore. Si accostò alla musica giovanissimo, cantando nel coro e suonando nella banda. Tra il 1901 ed il 1903 studiò a Trento con Cesare Rossi, dirigendo contemporaneamente la Banda di Vigolo Vattaro. Nel 1903 entrava nel Liceo musicale di Trieste, prima nella classe del maestro Roberto Satolla e quindi in quella di Gustavo Wieselberger. A questi anni risale una delle sue prime composizioni , la marcia per banda Da Vigolo Vattaro a Trieste. Gli studi venivano poi completati nel 1908 al Liceo di Pesaro, dove si era trasferito dal 1905, nelle classi di Antonio Cicognani ed Amilcare Zanella. Già nel 1908, neodiplomato, veniva assunto quale maestro della banda di Levico; lì conosceva Giulio Ricordi, ospite della località termale, che gli pubblicava il suo primo lavoro: Sulle Alpi, marcia per banda. Altre composizioni sinfoniche (Andante e Scherzo) venivano apprezzate dalla critica in occasione di un concerto alla Società Filarmonica di Trento l’11 dicembre 1909. Scioltasi la Banda di Levico nel 1914 allo scoppio della prima Guerra Mondiale, Achille Delmarco si trasferiva a Roma per lavorare nell’orchestra dell’Augusteo. Nel 1919 riprese il suo posto a Levico, rimanendovi fino al 1931 (con una breve parentesi negli anni 1920-23 passati alla guida della Banda di Rovereto). Dopo Levico fu per cinque anni maestro della Banda di Brunico (dal novembre 1931 al 1935), di Merano (1935) e quindi di Cavalese, dove alla Banda, allora inserita nell’Opera Nazionale Dopolavoro, affiancava nel 1939 una fanfara della Gioventù Italiana Littorio. La sua produzione (conservata in parte a Tesero presso il maestro Carlo Deflorian e in parte donata dal figlio nel 1987 alla Biblioteca Comunale di Trento e negli archivi delle bande di Levico e Rovereto), comprende un consistente numero di trascrizioni per complessi bandistici, pagine bandistiche originali, brani per orchestra e diversa musica cameristica, riconducibili spesso, in questi due ultimi casi, ad esercitazioni scolastiche. Scrisse anche un’operetta per ragazzi dal titola La Tana ed il Nido (tre atti per due soprani e orchestra) su testo di Giuseppe Fanciulli, rappresentata a Levico prima del 1930, e diverse partiture sacre. Agli anni del soggiorno romano (più precisamente al 1915, con prima esecuzione nella basilica di S. Giovanni in Laterano nel 1917) risale la pubblicazione della sua prima Messa a tre voci miste ed organo presso la casa editrice “Musica sacra”, espressione di quanti aderivano ai principi riformistici del movimento ceciliano. Altre pagine simile si aggiunsero negli anni seguenti, sino alla Messa in onore della B.V. Immacolata che, con le sue armonie delicate, gli abili giochi imitativi spesso alternati a passaggi accordali, la varietà dei tempi e la continua alternanza fra voci soliste e tutti, rappresenta forse il lavoro più significativo. Lo stile di tutte queste pagine sacre, scrive Clemente Lunelli, si muove “fra la semplice melodia sentimentale di Perosi e un certo gusto alla stringatezza contrappuntistica di Ravanello”.

Effevi

3 commenti:

  1. Vista l'imminente apertura della nuova sede della scuola di musica e ricorrendo questo importante anniversario, potrebbe essere una buona idea intitolare l'edificio a questa interessante figura della cultura musicale, non solo teserana, pensando ad una serie di iniziative volte alla riscoperta della sua notevole produzione musicale. Ne parlerò con l'amministrazione.

    Ciao, Ezio

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  2. Finalmente una nota (è proprio il caso di dirlo) positiva a proposito di “teseranità” su questo blog… a questo punto però mi sorge un piccolo dubbio: non è che forse esiste una “teseranità” di serie A (positiva) e una di serie B (negativa) a seconda di chi scrive o di chi ne parla oppure a seconda del tema trattato?
    Ironia a parte, condivido e ritengo molto interessante l’intento di riportare alla dimensione della memoria collettiva la biografia e l’opera di personaggi come, in questo caso, Achille Delmarco (operazione che a mio modo di vedere può essere sempre valida, indipendentemente da precise ricorrenze o anniversari “a cifra tonda”, che pure sono i momenti in qualche modo obbligati, o comunque più “comodi”, per “fare memoria”).

    Cordialità.
    Emmeccì (salute!)

    p.s.
    Segnalo alcuni siti web dove viene citato Achille Delmarco:

    http://www.bandatesero.it/musicisti.htm
    http://www.vitatrentina.it/rivista/2010/anno_85_-_n_01/pag_6_attualita/da_hofer_a_padre_alex_gli_anniversari_di_casa_nostra
    http://www.bkbruneck.net/chronik.htm
    http://www.bandalevico.it/home/Banda_Storia.html
    http://www.federbandetrentine.it/index.php?module=dchscard&func=display&tid=31


    Segnalo anche un articolo apparso su Strenna Trentina 2010 (pag. 150) a cura di Luciano Decarli intitolato “Achille Del Marco maestro di banda, compositore”, e le seguenti pubblicazioni:

    Carlini Antonio, Zeni Annely, Rovereto e le sue tradizioni bandistiche, ed. Musica Cittadina. 'Riccardo Zandonai', Manfrini, Calliano 1995

    Giordani Italo (a cura di), “1817-1992: Banda Sociale ‘Erminio Deflorian’ 175esimo”, Manfrini Editori, Trento, marzo 1992.

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  3. Caro Effevi, Bravo!
    E' bello leggere ritratti di tale chiarezza.

    Sull'oblio del Maestro Delmarco vien da pensare che non avendo, per lavoro o per indole, egli immolato la sua vita al paesello...

    Un saluto
    Evgeny

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