07/09/10

GUAGIOLA: C’È DI MEGLIO


All'attenzione del signor Vedovato e dei lettori.
Un compromesso. Ecco cos'é dunque Guagiola! Un compromesso. Ottimo per la visibilità del cielo e per la accessibilità dei luoghi. Il migliore, per quanto riguarda la seconda “prestazione”!
Fattore questo che sembra quindi essere dominante nelle ragioni che hanno spinto l'Associazione prima e l'Amministrazione poi nella scelta di quel sito. Anzi, quella che io pensavo essere la coppia di elementi limitativi per la osservazione del firmamento quali l'ampiezza dell'orizzonte o piena visibilità e la luminosità al suolo, sembra non lo sia proprio.
Sarebbe fin troppo facile elencare una lunga lista di siti concorrenti che avrebbero potuto mettere in ombra le qualità di Guagiola sotto ambedue quegli aspetti, sia a Tesero che in Valle. Ma di questo ne accennerò più avanti.
Mi preme ora cercar di dare un senso alle parole scritte e ai sentimenti esternati da Ario nella sua nota del 24 agosto. Da essa traspare in modo chiaro un lamento, un grido a stento soffocato, per un atto che rappresenta per lui (ma non solo) la ferita di un colpo inaspettato, avuto da una Associazione ritenuta fino a ieri amica. Che sembra non essersi preoccupata, con quel suo gesto, di intaccare la storia di un luogo e con esso i sentimenti che tanta gente di Tesero ha costruito nel tempo e che non riesce, ma soprattutto non vuole veder intaccati da una scelta che non comprende. Sì, che semplicemente non comprende.
Per quanta buona volontà, essa ci voglia mettere!
Questo è il non marginale aspetto della questione che ritengo non sia stato sufficientemente capito né da Ezio e nemmeno da Lei quando ha sorvolato sulla domanda postasi/le da Ario circa la sua provenienza o il luogo ove vivesse.
Quando si intacca il territorio si toccano le radici e la sensibilità storica delle persone.
Questo è successo recentemente per il Centro del fondo di Lago, per la RSA delle Valene e per tutte quelle scelte (es. fontane abbattute) che intervengono violentemente sui ricordi e sul vissuto delle persone. Quindi anche per il semplice abbattimento di alberi, magari secolari.
Questo è ciò che, per Ario (e in parte anche per me), sta succedendo con il Vostro Osservatorio. Sono tutti interventi che a ben guardare non sembrano strettamente indispensabili nemmeno per l'aumento della qualità della vita e del benessere delle persone.
L'interesse e la passione per l'osservazione del cielo stellato non è venuta meno in tutti questi anni di intensa attività a causa della mancanza di un Osservatorio stabile. Indubbiamente l'avere una struttura specifica faciliterà, ora, l'intercambio di esperienze e di metodi di approccio alle problematiche connesse. E soprattutto stimolerà vicendevoli trasferte di astrofili e simpatizzanti.

Riprendendo quanto sopra accennato e poi lasciato in sospeso, aggiungo.

Visto che la luminosità appare come essere una questione non primaria, sembra opportuno soffermarsi sull'aspetto dell'accessibilità; indirettamente definita la migliore.
Le questioni poste da Ario: distanza dai luoghi, qualità della strada, parcheggio, sgombero neve, (fognature?), creazione di precedente per la futura compromissione dei luoghi, ecc. sembrano per lei, trovare in quella localizzazione a Guagiola il fattore di minima incidenza.
Tesero, ma anche altri paesi della bassa valle quali Varena, Daiano, Carano e pure Cavalese, su pendii con la stessa esposizione e forse con meno ostacoli visivi tutt'intorno, potrebbero presentare ciascuno una serie di luoghi per il posizionamento di strutture di quel tipo, con possibilità di accesso ampiamente più comode sia come distanze dal centro principale che come qualità della viabilità, in tanti casi fatta di strade già asfaltate e variamente attrezzate.
A Tesero potrebbe essere interessata la zona pascoliva a ridosso del Maso Zanon, e continuando verso ovest le aree simili ma limitrofe al paese di Varena, poi quelle di Daiano alla Colonia-Campo sportivo, e più in là Le Ganzaie, i Piani de Sedèl, e perfino al Calvèl se non addirittura ai margini del perimetro abitativo de La Veronza: balcone sul firmamento. Qui forse qualche misurazione della luminescenza diffusa andrebbe fatta! Tutti luoghi debolmente antropizzati in modo pressoché stabile tutto l'anno e che tra le altre cose fornirebbero facilitazioni in merito ad alloggi di foresteria, servizi di ristorazione e servizi igienici, pulizia delle strade, parcheggi e tutto ciò che a suo dire sarebbe indispensabile e di supporto ai visitatori dell'Osservatorio. In aggiunta si avrebbe una facilitazione non di poco conto per quanto riguarda l'aspetto della sorveglianza dell'immobile da atti di vandalismi, maggiormente possibili su strutture ubicate in luoghi di scarso transito e che potrebbero, per loro natura, destare curiosità particolari a passanti occasionali o a malintenzionati.

Da ultimo le sequenze dei fatti: un suo coinvolgimento nella estensione della normativa PAT sul contenimento dell'inquinamento luminoso; il riservare per Guagiola dei parametri di salvaguardia più restrittivi; l'avere una progettazione per l'Osservatorio già in stadio avanzato e riferibile allo studio-associato vicino al sindaco; il sentirla partecipe nel sostenere le ragioni e le difese di quella scelta; appaiono come una sequenza di fatti non proprio casuali o scollegati.

Infine, siccome questa vostra scelta mi è apparsa carente di una discussione preventiva allargata anche ai non addetti ai lavori, sono sicuro che saprà leggere queste mie ulteriori considerazioni come un contributo costruttivo sincero, anche se magari tardivo.

Un cordiale saluto. Marzio.

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