04/09/10

APOLOGIA FURBETTA DEL PENSIERO FORTE


Ripetiamo un concetto già trattato su queste pagine. L’uomo contemporaneo è scientista inconsapevole per necessità. Immerso nella tecnologia, figlia della ricerca scientifica è obbligato a fidarsi della scienza. È una condizione a cui non può sottrarsi. Ciò nonostante, a volte egli si pone delle domande perché il conto spesso non gli torna. Il nucleare, gli organismi geneticamente modificati, la clonazione, ancorché mitizzate frontiere dell’evoluzione scientifica, gli provocano inquietudine. Perché, come si dice, se la scienza è neutra, quasi nessuna delle sue applicazioni pratiche lo è. Diversamente chi invece appartiene alla più esigua schiera degli scientisti consapevoli confida incondizionatamente nella scienza, senza se e senza ma. Nutre per essa fiducia totale. Non ha dubbi. Qualsiasi sua “conseguenza” o applicazione gli va bene: dal mais transgenico al traffico automobilistico, dal fallout di Chernobyl all’inquinamento dell’aria prodotto dal traffico, dalla mostruosità dei chemioterapici alla perfezione della riproduzione digitale. E secondo costui tutto, in nome del Progresso, va accettato, sempre. Ci sconcerta quindi constatare che questo positivista a tutto tondo, per farsi poi la casetta dove abitare preferisca il verde di un prato fuori porta anziché un luogo in pieno centro, ove i “prodigi” del Mito in cui confida la fanno da padroni, e ancora, esattamente come un qualsiasi “retrogrado” ambientalista, inaspettatamente cerchi pure la ristorante frescura di un bosco, la salubre salsedine di un mare pulito, la tranquillità di un posto silenzioso, insomma tutto ciò che la tecnologia, figlia di quel mito, non ha ancora “toccato”. E’ questa contraddizione che non sopportiamo, questo esaltare le virtù della scienza, le sue generali ed infinite capacità “risolutrici”, deridendo beffardamente chi dice altro ed è meno entusiasta, e poi fregare proprio quell’altro, facendo marameo con la manina, e da quei prodigi scientifici allontanarsi, furbettamente, per goderne sì i frutti, ma a debita distanza, nell’incontaminato, tra gli augelletti e i prati, là dove la scienza non è proprio di casa. Siamo ovviamente consci, così provocando, di prestare il fianco alla facile infilata dei Nostri. Che c’azzecca – diranno – essere sostenitori del pensiero forte con i piaceri del vivere e l’edonismo innato dell’Umano? C’azzecca – diciamo noi – in quanto tutto si tiene e la coerenza, quand’è possibile e massimamente per un positivista, non dovrebbe essere un’opzione.
Ciò detto e premesso, e ritornando su una “vecchia” residuale questione che a noi sta a cuore, la pervicace volontà di costruire un osservatorio astronomico a Guagiola conferma in pieno questo atteggiamento incongruo. Così, dopo averci inebriato con un profluvio di retorica e apologia della scienza e delle sue virtù, il tempietto sotto forma di “finestra” sullo Spazio, gli scientisti locali lo pretenderebbero non già coerentemente nel bel mezzo della piazza centrale del paese, ma, furbettamente appunto, in una radura boschiva, lontani dal rumore, dall’inquinamento, dalle auto, che della scienza (e della tecnica) sono figli.
Per noi lunafili non va bene. Per questa volta allora saremo noi gli strenui “difensori” della scienza e delle sue infinite capacità di dare soluzioni ai problemi. Avanziamo dunque la seguente proposta.
Data ormai per certa la volontà del Comune di Tesero di sistemare Piazza Battisti, anzi, di cambiarne radicalmente i connotati, c’è da pensare ben bene di come utilizzare al meglio quell’area che andrà a liberarsi. Gli elaborati del concorso di idee a suo tempo commissionati ed ora a disposizione del Comune hanno prodotto diverse ipotesi alternative di trasformazione virtuosa di quello spazio. Tutte le soluzioni presentate hanno un denominatore comune: via le auto e largo alla vivibilità. L’occasione è allettante, anche se non esattamente a buon mercato. Facciamone l’agorà della Cultura e della Scienza teserane! Un luogo vicino, centrale, a chilometri zero, raggiungibile da tutti a piedi, disponibile per la musica e per il teatro all’aperto in estate, per l’incontro delle persone in ogni stagione, per la discussione, per la politica, per la libera circolazione delle idee, e anche, perché no, per posizionare nella sua parte estrema verso sud, un osservatorio astronomico. Il posto c’è, il cielo al di sopra anche. Il problema dell’inquinamento luminoso che effettivamente esiste sarà facilmente superato. Altrimenti sarebbe una povera scienza se non riuscisse a dare soluzione a una questione così "piccina", pur in un contesto logistico particolare qual è quello all’interno di una piazza! In questo modo, tra l’altro, le scolaresche che poi saranno avviate ai corsi di astronomia non avranno necessità di spostarsi con navette a spese della collettività e si eviteranno tutti quei costi certi che già abbiamo elencato (si mormora che la sola realizzazione dell’osservatorio di Guagiola e delle sue infrastrutture più vicine costerà al Comune circa 500 mila euro!) e quelli ancora incerti che però non si potranno escludere in un futuro non troppo lontano. Alla luce di queste nostre semplici e incomplete osservazioni invitiamo l’Amministrazione comunale in carica, nel momento in cui essa si accingerà a dare il via ai lavori di piazza Battisti, di tenere in debito conto l’opportunità di inserire colà anche il tempietto osservativo per gli Astrofili.

A.D. – Presidente protempore Lunafili Semplici

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