27/08/10

ALTRE RAGIONI DEL SÌ ALL'OSSERVATORIO

Dal signor Marco Vedovato, che ringraziamo, riceviamo un nuovo commento al post pubblicato l'altro ieri "Le ragioni del sì e quelle del no". Data l'importanza e la lunghezza del testo, per agevolarne la lettura lo ripubblichiamo qui di seguito.

Per quanto riguarda l'impatto ambientale, la struttura è praticamente interrata. Sporgerà ovviamente la parte con la cupola degli strumenti. Parcheggi: con la macchina potrà arrivare SOLO il personale tecnico; i visitatori saranno portati là con delle navette; chi preferisce potrà continuare venire a piedi ma trattandosi di strada forestale non sarà consentito loro l'accesso con macchine di proprietà. Illuminazione: trattandosi di un osservatorio astronomico non vi sarà alcuna illuminazione permanente (a parte delle luci *temporanee* schermate, montate sullo stesso osservatorio, per consentire gli ingressi e gli spostamenti. E' ovvio che durante l'osservazione sarà spento tutto, così come sarà spenta ogni luce nel lasciare la struttura). Sono anni che seguo queste cose. Mi riesce di difficile lettura questa preoccupazione per una illuminazione che non ci sarà; certi obbrobri illuminotecnici sotto gl'occhi di tutti li hai mai visti? Ne hai mai parlato?
Per quanto riguarda la distanza delle stelle e che ci frega a noi della cosa con tutti i problemi quotidiani che abbiamo, non ti tedio con una lezione di epistemologia. Mi limiterò a brevi considerazioni; se avessimo ragionato sempre così, saremmo ancora con la clava. Potrei fare tanti esempi. Tanto e tanto tempo fa un signore barbuto spese un sacco di tempo (tu diresti che ha "sprecato" il suo tempo invece di aiutare chi muore di fame) facendo rotolare delle palline lungo un piano di legno e cronometrando il tempo che ci mettevano a cadere giù (contando delle goccie d'acqua che uscivano da un secchio...); scoprì il principio di inerzia, ossia il Primo Principio fondamentale della Meccanica, scienza senza la quale potremmo fare ben meno cose. Poi notò che la Luna era tuttosommato simile alla Terra e che il Pianeta Venere mostrava le fasi come la Luna. Quel signore si chiamava Galileo Galilei. Che ne è venuta all'umanità di quelle sue "strambe" attività? Ne è venuto IL metodo scientifico, da lui fondato: la verifica sperimentale delle affermazione, svincolate da qualsiasi principio di autorità. Tutte i rami della scienza se ne impossessarono. Medicina compresa. Le ricadute pratiche non avvengono solo perché delle persone si mettono lì e decidono di fare qualcosa di utile ma molto più spesso avvengono indirettamente (serendipity, dicono gli americani) mentre si sta facendo dell'altro. Lo sapevi che oggi esistono certi esami per l'arteriosclerosi COPIATI dalla tecnica con la quale in astronomia si misura "inutilmente" la luminosità di una stella (utilizzando degli opportuni vetri colorati chiamati filtri fotometrici)? O che i tumori si possono combattere con fasci di positroni (antielettroni) usando la stessa tecnica con la quale vengono futilmente costruiti i grandi acceleratori di particelle -che tu dirai costano un sacco di soldi- e che invece fanno lavorare migliaia di ricercatori muovendo un indotto industriale enorme con ricadute incalcolabile nel campo dell'elettronica o della microelettronica? Se Keplero, qualcun'altro al posto suo, non avesse scoperto le tre leggi che governano il moto dei pianeti attorno al Sole e se Newton non le avesse poi tradotte in una forma matematica generale, oggi non potremmo inviare i satelliti nello spazio, compresi quelli per le telecomunicazioni e per il GPS, tanto per fermarmi alle cose più note. Vedi a quante cose serve guardare il cielo? Mi limito a queste poche cose. Sulla base che i bambini muoiono di fame, allora evitiamo di studiare i fringuelli delle Galapagos o di classificare le alghe come mio nonno, illustre biologo marino, ha fatto per una vita, tanto non serve a niente (ma non è vero come ho spiegato poc'anzi). O magari evitiamo di andare al cinema... con tutte le brutte cose accadono nel mondo...Tu dirai a questo punto che però noi siamo solo astrofili, che non fanno la storia della scienza e quindi il nostro osservatorio rimane uno spreco di soldi. Io, membro del Gruppo Astrofili, appartengo anche a un gruppo di ricerca (attualmente 5 persone) non professionale, il gruppo JUPOS (http://jupos.org), che ha creato il più importante database al mondo sul Pianeta Giove. Collaboriamo, tra le altre cose, con la NASA per la programmazione di alcune attività osservative su Giove del Telescopio Spaziale Hubble e pochi anni fa pure per il fly-by su Giove della Sonda New Horizons, che sta andando su Plutone; il mio gruppo è citato (e in campo scientifico le citazioni contano) in press-release dal team che gestisce il Telescopio Spaziale. Sono inoltre uno dei coordinatori del Programma Giove italiano dell'UAI.. Quindi anche al nostro livello si possono fare bene molte cose. Osservatori come il nostro (futuro), oltre a non essere l'unico del genere in Italia, assolvono tra l'altro a un compito fondamentale che è quello di far appassionare alla scienza, specialmente i giovani. Quali osservatori professionali, situati ormai nelle località più remote della Terra, possono far guardare i ragazzi al telescopio tutte le sere che vogliono? Come possono dei giovani diventare dei futuri scienziati se nessuno mostra loro come è bello studiare e CAPIRE (e per capire bisogna acquisire i metodi della scienza) quello che ci circonda? Magari i più non si appassioneranno comunque ma forse qualcuno lo farà.... E un passo che va al di là del semplice contemplare o del ricordare il nome di un astro, per quanto legittimo sia fermarsi a questo punto. Come si dice? Se ascolti una cosa la dimentichi, se leggi ricordi, se fai capisci. Un osservatorio astronomico può e deve fare anche questo a beneficio dei ragazzi delle nostre valli. Un opportunità preziosa per far capire -ad esempio- come si osserva, come si fa una misurazione, con quali strumenti e quanto affidabile sia una certa misura. Tutte cose che non sempre a scuola si possono fare. Anche a livello più terra-terra si possono dire diverse cose. Lo sai che il vicino osservatorio di San Valentino a Bolzano ha già accolto in pochi anni molte migliaia di visitatori? Hai un'idea di cosa significhi a livello di immagine? Se non ne hai idea, non sai cosa sia un osservatorio astronomico... Ti invito quando vuoi a visitarlo assieme a me e forse cambierai idea, toccando con mano le cose. Quanto sopra sono solo semplici considerazioni personali, non in quanto membro del Gruppo Astrofili (parte in causa).

Marco Vedovato

Egregio signor Vedovato, con riferimento al suo commento di oggi, qui pubblicato, e scusandomi per il piccolo inconveniente tecnico verificatosi sul blog, aggiungo una breve contro-risposta.
Sulla falsariga dell’intervento di Ezio, lei ripropone, con approccio molto più scientista, una serie di considerazioni giuste ma assolutamente incongrue rispetto alla questione qui trattata. Nel ribadire di non essere un oscurantista viscerale mi chiedo cosa ci azzecchi il panegirico sulle magnifiche sorti e progressive della scienza, di leopardiana memoria, con la specola di Guagiola. Io non dico affatto che un osservatorio, anche a livello amatoriale, non abbia ragione di esistere ed essere frequentato, e dare opportunità di conoscenza, e interessare le scolaresche, e attrarre il cosiddetto turismo scientifico, eccetera. Io sostengo semplicemente che in quel luogo, per tutte le considerazioni che ho già fatto ed altre ancora, un osservatorio astronomico non è indicato. Sono certo che l’associazione alla quale lei è affiliato ha i mezzi e le teste per chiedere ospitalità altrove e convincere altre amministrazioni a sacrificare o valorizzare, a seconda dei punti di vista, una parte del proprio territorio. Ribadisco altresì che la nuova amministrazione comunale debba soppesare con estrema cautela i pro e i contro della questione in oggetto prima di imbarcarsi in questa "avventura". Errori di valutazione e superficialità nel corso degli anni ne sono già stati fatti troppi nel nostro Comune.
Non so da quale città o paese lei provenga, ma io, quale cittadino di Tesero, a quel pezzo di territorio ancora incontaminato ci tengo. E se per lei un osservatorio astronomico rappresenta una importante risorsa con valenza educativa per le attuali e le future generazioni, allo stesso modo io affermo che esistono altri mezzi per trasmettere valori altrettanto importanti. Per esempio l’educazione al rispetto per l’ambiente naturale, alla contemplazione della bellezza di un paesaggio così com’è, alla semplicità senza pretese o presunzioni, e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Guagiola, nella sua unicità, possiede tutte le caratteristiche atte a trasmettere questi valori.
Riguardo alle rassicurazioni circa l’impatto ambientale delle eventuali infrastrutture accessorie e delle modalità di raggiungimento della località anzidetta (a mio avviso da lei frettolosamente “risolte”), dico solo che di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’Inferno. Proprio noi Teserani abbiamo sotto gli occhi (perlomeno di quelli che vogliono vedere) quanto esse siano state nel tempo puntualmente disattese. Faccio un solo esempio, tanto per non ripetermi: le strutture per i mondiali a Lago. Lei probabilmente non sa che per rendere più soft la proposta iniziale e sopire una improbabile rivolta popolare, per la prima edizione del 1991 di quell’evento si allestirono delle strutture amovibili, parte in legno (i box destinati a televisioni e giornalisti) e parte in tubi innocenti smontabili (le tribune). Nella seconda edizione la parte in metallo sparì e fu rimpiazzata da una struttura fissa in cemento armato. Sempre in occasione di quella edizione si allestì anche un impianto d’illuminazione nel piano delle Noalacce con alte torri metalliche (a tal proposito non mi risulta che l’Associazione Astrofili Fiemme abbia mosso in modo ufficiale alcuna protesta per l’indecente e inutile inquinamento luminoso prodotto. Noi invece che non siamo astrofili, ma che semplicemente amiamo il nostro e l’altrui territorio, una rimostranza in proposito l’abbiamo fatta). Ora, per la terza edizione, oltre ad una nuova serie di aggiunte infrastrutturali, si farà un interrato di 2000 metri quadrati quale riparo degli automezzi al seguito delle televisioni. Penso sia sufficiente per dimostrare che quasi sempre se non sempre le carte e le promesse vengono poi smentite dai fatti. Con la piccola inconveniente differenza che i fatti poi, purtroppo restano.
La ringrazio per aver partecipato al dibattito in maniera approfondita, con competenza e puntigliosità, tuttavia rimango fermo nelle mie convinzioni e torno a ribadire la mia contrarietà a quella ipotizzata struttura. Mi rammarica soltanto che uno scientista a tutto tondo quale lei è (tanto traspare dal suo scritto), per esercitarsi nella materia a lei più cara, voglia pregiudicare un luogo che per ironia del caso proprio la scienza, con le sue magnifiche sorti e progressive, avrebbe ancora “risparmiato”.

A.D.

3 commenti:

  1. Il mio commento è incompleto!!! La risposta è molto più articolata ma il blog non accetta commenti lunghi e non trovo il modo di inviare il testo completo.
    Marco Vedovato

    RispondiElimina
  2. Ho mandato il mio testo completo, per la sua pubblicazione in questo blog, tramite posta elettronica. Grazie.

    Marco Vedovato

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  3. Nel Suo primo intervento c'era una contestazione a tutto tondo sull'osservatorio che ora si è ridotta soltanto all'ubicazione. Mi sembra un buon passo avanti.

    Per quanto riguarda l'inquinamento luminoso, forse Lei non sa che io me ne occupo dal 1999; ho la presunzione di ritenere che il Trentino non avrebbe avuto la Legge Provinciale 17/2007 sull'inquinamento luminoso se non me ne fossi occupato, con tutto l'appoggio dell'associazione CieloBuio della quale sono il referente di zona. E' vero che la legge è diversa dal testo da noi supportato ma rimane comunque uno strumento importante per impedire futuri orrori. Tutti gli impianti pubblici e privati dovranno da ora in avanti essere conformi a tale legge della quale è stato da poco approvato il regolamento attuattivo.

    Lei si chiede di dove sono (forse teme di parlare con un foresto? mi sembra molto da campanile tale ragionamento e quindi non proseguo su questo punto) ; l'astronomia è una scienza senza confini per cui mi reputo un semplice abitante del pianeta Terra.

    Le rinnovo l'invito a visitare con me l'Osservatorio di San Valentino che sotto molto punti è simile al nostro futuro. E' sempre bene conoscere l'oggetto del contendere.

    Cordialmente
    m.v.

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