03/04/10

PER I CANDIDATI

8 commenti:

  1. Morale della favola: l'Orco non vive certo sulla Luna quando pone sul tavolo certe tematiche come il consumo di territorio e la vivibilità dei centri abitati. Da altre parti, anche in Italia, come si evince dal video, ci sono esempi di amministratori illuminati, coraggiosi e determinati a difendere il proprio territorio dalla speculazione e a preservarne la vivibilità. Perché, restando nel nostro piccolo, nella famigerata Sede Sapientiae certi concetti faticano a entrare nelle menti dei normali cittadini e, soprattutto, di chi decide/si troverà a decidere in materia di urbanistica e mobilità?

    max

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  2. Perchè, appunto, ci vuole più coraggio a dire di no?

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  3. Caro Orco,
    permettimi di dire che mi dispiaccio per la chiusura del blog. Permetti anche un mio ultimo intervento.
    Ho come l'impressione che la chiusura della Casa dell'Orco sia il preludio a un tuo rinnovato impegno politico di lista o di piazza. Ognuno è libero di fare ciò che crede, ma se così fosse, mi dispiaccio doppiamente perché il fondamento del rinnovato impegno politico apparirebbe ai più il risultato del fallimento del metodo della discussione che hai finora portato avanti: cioè che la dialettica e la critica non sono compatibili con l'elezione democratica degli amministratori. In più, sembrerà che il blog è nocivo alla propaganda elettorale, al volantinaggio, all'impegno politico in prima persona. Ti invito a ritornare sui tuoi passi.

    Non stando dalla tua parte politica e non condividendo molte delle tue idee, quello che ho sempre apprezzato è il metodo. Fammi dunque seguire il metodo e spiegare perché, secondo me, l'attuale maggioranza politica ha svolto un buon lavoro negli ultimi 15 anni. E perché potrà svolgere un azione politica più incisiva delle alternative in campo. Dopo di ché, lascerò a te ai lettori decidere se le mie idee e opinioni sono frutto di partigianeria politica, tornaconto personale o argomenti sensati.

    Assumerò, per cominciare e delimitare la discussione, che l'attuale sistema economico e legislativo, a livello mondiale, nazionale e provinciale è esogenamente dato (data la dimensione di Tesero mi sembra un'ipotesi ragionevole).

    La mia tesi é che sviluppo e sostenibilità ambientale possono convivere e hanno convissuto piuttosto bene nella nostra zona negli ultimi anni.
    L'esempio portato da Report è interessante, ma fuorviante. Non ha senso confrontare Tesero e la Val di Fiemme con Cassinetta di Lugagnano perché i due paesi sono collocati in contesti radicalmente diversi. I problemi che Tesero affronta, ammesso che ce ne siano di altrettanto seri, sono peculiari al contesto montano e alle attività economiche principali della zona: turismo, artigianato/piccola industria, agricoltura/zootecnia.

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  4. 1) Più mercato!
    Non é vero, come afferma la Gabanelli (giornalista che seguo e stimo moltissimo, ma non me ne voglia, laureata al DAMS, di economia non è un volpino), dicevo, non é vero che se lasci al mercato ci perdi, ed è ancora meno vero nel nostro contesto ove uno dei “beni” chiave del paese, un bene che certo viene “commodificato” dal turismo, è la bellezza del territorio, la bellezza dei nostri centri storici. Di questo sembrano essere perfettamente consci i nostri amministratori, tanto che nessuno si è mai sognato di spingere l'edilizia a distruggere il contesto (ad es. abbattere le vecchie case del centro per sostituirle con grattacieli di vetro). Inoltre, anche se il pubblico spesso fallisce (vedi ad es. l'inutilità di alcuni interventi), è il privato che assicura che il proprio “giardino” rimanga curato, perché è il giardino che oltre ad aumentare la qualità della vita, dà valore alla propria casa.
    E' evidente che lo sviluppo turistico e la crescita demografica hanno accresciuto la pressione sul territorio e la domanda di edilizia privata e pubblica. E negli ultimi decenni, diciamo a partire dagli anni '70 circa, il nostro territorio è certo stato modificato, ma il suo valore sociale, la sua bellezza, sono rimasti immutati.
    Inoltre, il mutamento strutturale a cui l'economia mondiale ci ha costretti (il fattore esogeno) hanno fatto sì che il turismo diventasse la nostra prima fonte di reddito. Nessuno può immaginare cosa sarebbe Tesero e la Val di Fiemme oggi senza il turismo (e senza la sua industria culturale). I giovani, che già oggi tendono ad andarsene in quantità crescente, sarebbero fuggiti in massa. Oggi bisogna fare qualcosa perché quei giovani “studiati” possano tornare, se lo vogliono. Di esempi negativi ve ne sono a iosa: dai paesetti montani di Basilicata e Calabria, al Banale, salvato dal pendolarismo con Trento, a Luserna, salvata dalla cultura cimbra, tanto per restare in terra trentina. Insomma, non basta non consumare il territorio, è necessario creare sviluppo, creare opportunità di lavoro, di svago e divertimento. Se tutto ciò non vi piace, e l'assunzione che il sistema economico sia esogenamente dato e influenzi il nostro spazio politico vi è indigesta, ci sono posti nel mondo in cui essa non tiene. Nessuno vi ferma.
    Basti comunque dire qui, che ove essa si realizza, o la si accetta come un vincolo decisionale, o si è condannati all'estinzione (Per completezza e onestà va detto che i Paesi fantasma lo sono diventati proprio perché non disponevano di quel bene comune che sono le bellezze del territorio; http://it.wikipedia.org/wiki/Città_fantasma#Italia.)
    Ne segue che per evitare tutto ciò, sono le attività economiche a determinare il nostro benessere. Ed esse dipendono in maniera cruciale dal territorio. Rientrano in questo quadro, possiamo dirlo con una certa sicurezza, le attività di promozione turistica legate ai Mondiali di sci nordico, degli sport invernali, della camminata in montagna; ma anche, la promozione e la (ri)scoperta dell'agricoltura e della zootecnica, della cucina locale, dell'andar per malghe, ecc.

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  5. 2) L'urbe cresce. Dal lato urbanistico, vi è, inutile negarlo, un incentivo per i comuni a concedere licenze edilizie. La natura stessa degli oneri di urbanizzazione ne fa uno strumento di finanziamento per i comuni. In prima analisi ciò ha un impatto distorsivo (come ogni tassa) sull'allocazione delle licenze e delle risorse dei costruttori/famiglie, considerato che la loro giustificazione (ovvero la copertura dei costi relativi ad interventi pubblici sulle reti fognarie e stradali) viene spessissimo a mancare. Tuttavia, è possibile immaginare che tali risorse vengano impiegate per incrementare i servizi pubblici o ridurre la fiscalità generale per lasciare libera scelta al cittadino. Ad esempio: garantire servizi “sociali” quali un asilo nido per favorire l'attività lavorativa femminile (specie in una zona a vocazione turistica, ove gli orari di lavoro non sono quelli della PA). Oppure, la costruzione o il recupero di alloggi per l'edilizia agevolata.
    Le attuali amministrazioni si sono già mosse in questa direzione e grazie soprattutto alla lunga esperienza di alcuni dei propri rappresentanti hanno saputo, seppur con i tempi lenti della burocrazia, garantire uno sviluppo equilibrato al Paese. Vorremmo certo vedere di più, maggiore attenzione ai giovani, alle possibilità di divertimento e alle attività commerciali, alle giovani famiglie. Maggiore trasparenza, apertura alla discussione e maggior coinvolgimento nelle decisioni (vedi la vicenda di Milòn).
    Non è chiaro, invece, quali contributi in tal senso possano venire dalle liste alternative. Così come non è chiaro quanto “alternative” esse siano veramente, e come esse intendano gestire il rapporto con il governo provinciale e i cittadini.

    Per chi lo osserva da fuori, il paese é in salute; uno fra i pochi e miglior conservati centri storici dell'arco alpino. Una stazione turistica montana tranquilla, circondata dalla natura, senza inquinamento. Un sistema che vive di, e sulla varietà -come afferma la Gabanelli (premessa errata ma conclusione corretta)- grazie all'intuizione e alla lungimiranza di alcune persone (se volete spinte dal profitto). Comunque, grazie a quel mercato che ci ha portato il turismo, che ha fatto fiorire piccole e medie realtà imprenditoriali di successo (che rimangono radicate nel territorio, seppur penalizzate dalla perifericità e dalla ridotta domanda aggregata), il paese ha potuto conservare le tradizioni agricole e zootecniche e valorizzarle.
    Sfido chiunque fra i lettori a lasciare Tesero per Cassinetta di Lugagnano. A lasciare i nostri non-problemi di cui discutiamo tanto animatamente, per i problemi veri delle città e degli ambienti sub-urbani. Posti dove le parole “speculazione” e “consumo del territorio” assumono un tutt'altro significato e una diversa dimensione.

    Sono giovane e conosco poca gente nel mio paese. Conosco abbastanza il territorio e la sua storia. E so che la parte politica che appoggio ha una visione del mondo simile alla mia. So anche che tu Orco non la condividi. Io sono per la critica, lo sai. Ma sono ancora di più per le proposte, per le idee, per chi ha la capacità di fare e realizzare cose difficili, anche risultando antipatico. Per chi riesce a conciliare sviluppo e conservazione. Per andare avanti, non basta la "verde speranza".

    Un cordiale saluto,

    Evgeny

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  6. Si vocifera che hai "(s)venduto" la tua ipotetica lista per un pugno di promesse che ti avrebbero fatto in sede di propaganda elettorale... Come sei cambiato ultimamente... Mi dispiace molto, ma ti fidi veramente?

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  7. http://walkingclass.blogspot.com/2010/04/cicogna-blue-il-blaue-wunder-del.html

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  8. Ho letto saltuariamente gli articoli sul blog, a volte non ho condiviso a volte invece ho apprezzato, penso sia una sconfitta la sua chiusura

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INCANTO NOTTURNO

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LE OCHE E I CHIERICHETTI

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TESERO 1929

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