02/02/10

PIU' SCIENZA E MENO ETICA?


Data la lunghezza, per facilitarne la lettura, pubblichiamo in forma autonoma la replica di Michele ai recenti interventi sul tema del rilancio nucleare italiano di Lorenzo e di Evgeny e del sottoscritto. Avvisiamo l'autore, e chiunque in seguito intenda contribuire al dibattito con pezzi di lunghezza considerevole, di trasmetterli al seguente indirizzo di posta eurodelladio@gmail.com. Provvederemo a pubblicarli immediatamente con il dovuto risalto.


Caro Orco,

la carne al fuoco è tanta e quindi mi prendo la libertà di risponderti "a puntate". Andando con ordine, la contrapposizione nelle nostre vedute è evidente fin dall’inizio della tua risposta. Tu invochi meno scienza e più etica, mentre io individuo proprio nella carenza di cultura scientifica (a tutti i livelli, dal più alto dei dignitari all’ultimo dei garzoni) una delle massime cause della deriva a cui stiamo assistendo. E’ fuori discussione che ogni azione deve essere pervasa di senso etico, ma perché mai dovrebbe essere proprio quella misera base scientifica che permea i nostri governanti a soffocarlo? A questo proposito, e perdona se di carne al fuoco ne metto altra, mi pare calzante la stretta attualità (vedi la recente sentenza del Consiglio di Stato): Roma - "Sugli ogm serve una presa di posizione chiara anche da parte della Chiesa. Ne ho parlato oggi nell'incontro privato che ho avuto con il cardinale Ruini". Così il ministro dell'agricoltura Luca Zaia [ ]. "Non siamo qui per consegnare l'agricoltura ai laboratori genetici né alle multinazionali" ha aggiunto Zaia. Il Ministro ha raccontato di essere stato convinto proprio da un contadino che gli ha spiegato come quei semi genetici, a differenza dei semi naturali, non danno vita, non generano altri semi ma finirebbero per "fermare la natura". Durante l'incontro con Camillo Ruini, ha aggiunto Zaia, "abbiamo parlato di molte cose": il Cardinale aveva un piccolo podere a Sassuolo, sua città d'origine. Da qui la sua vicinanza al mondo dell'agricoltura. "Con la Chiesa - ha aggiunto Zaia - dobbiamo avere posizioni comuni e gli ho ricordato che dove c'é un contadino c'é un crocifisso". Ansa.it per NEWSFOOD.com So che anche su questo argomento (gli OGM) saremo in disaccordo, ma almeno in questa occasione concorderai con me che sembra non esserci un limite alla decenza… Per altro personalmente non mi sento affatto pervaso di scientismo. Non è una filosofia, o una religione, o qualcosa di assoluto il mio modo di vedere la realtà, ma semplicemente la constatazione razionale che il benessere e la civiltà si basano essenzialmente su una buona (e qui entra l’etica) applicazione della scienza (la tecnologia) e dei suoi principi, non sulla loro (magari aprioristica) negazione. La domanda a questo punto è: come si valuta questa bontà? Ovvero, a parità di potenziali interessi sotterranei che possono mettere in dubbio l’affidabilità degli uni o degli altri, di chi mi fido? Dei “tecnici” o di chi (vedi il ministro o il contadino di prima) fonda il proprio pensiero essenzialmente sull’ideologia (o meglio sul consenso nel primo caso e sulla saggezza popolare nel secondo)? Personalmente non ho dubbi. Venendo al discorso fonti, mi permetto un ragionamento generale: lo sbandierare pezze d’appoggio, di per sé non significa più niente. E dico “più” perché ormai chiunque voglia imporre un proprio modo di vedere o fatto presunto, si è fatto scaltro ed ha pronto liste di fonti di letteratura a supporto (le più divertenti sono le cosiddette “ricerche indipendenti”). Perfino il più sprovveduto degli omeopati o degli astrologi è in grado, a suo dire, di riportare dati certificati dai più illustri ricercatori internazionali. Allora come se ne esce? Tutto è legato a dove si pubblica. Perché un dato sia attendibile (non dico inconfutabile, visto che nella scienza i dogmi non esistono e una “verità” è tale fino a che una ricerca più evoluta non la perfeziona o smentisce) deve essere riportato su una rivista autorevole (alto fattore d’impatto, ovvero alta diffusione nella comunità scientifica) che preveda un sistema di “peer reviewing”. Questo è un severo apparato di controlli incrociati, eseguito da esperti del settore che, spesso anche a costo di mesi e mesi di ritardo nelle pubblicazioni, garantisce l’affidabilità e la genuinità di una ricerca. Tutto il resto sono le mie chiacchiere contro le tue, i miei dati contro i tuoi; e in questo contesto ricade, secondo me, ad esempio la guerra di cifre relative a Chernobyl.

A presto per gli altri commenti, M.

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