11/02/10

LETTERE & INTERVENTI


Scusami Evgeny se lascio cadere il discorso in merito all'Hotel Alma. Preferisco che il lettore in modo autonomo pesi le posizioni sostanzialmente antitetiche e di fatto inconciliabili che si evidenziano dai due scritti, il tuo e il mio. M’avrebbe fatto piacere leggere piuttosto il nostro Vicesindaco e assessore all’Urbanistica per capire come la pensasse in merito e, semmai ci fossero state, che tipo di pressioni o compromessi egli sia stato eventualmente costretto a subire lì e altrove, per non inimicarsi quella base di consenso che dovrebbe garantirgli quel prevedibile successo alla prossima competizione elettorale. Certo non speravo che su quell’argomento sarebbe intervenuto l’UTC, magari per voce del suo massimo responsabile, anche se esso avrebbe potuto dare un contributo in quanto attendibile conoscitore della situazione sia conseguente ma soprattutto antecedente all’intervento.
Non ritornando più sulla tua questione cercherò anche di sottrarmi così a quel fastidioso atteggiamento di “narcisismo epistolare” che, subdolamente, spesso, si insinua nell'animo di chi scrive. Approfitto invece di quell'unico commento in sostegno alle tue spiegazioni per saziare le curiosità del tuo sostenitore, che qui chiamerò signor Ottimo, per chiarire il percorso urbanistico che ha caratterizzato l'edificazione della zona Narlasa (o Arlasa) e della casa ove abito.
1. Le attenzioni edificatorie su detta area prendono campo sostanzialmente agli inizi degli anni Settanta durante i quali avvengono dei passaggi di proprietà di terreni alcuni dei quali della Parrocchia.
2. In particolare si rivelerà determinante l'acquisto da parte del signor M.Longo (classe 1911) di una particella adiacente la strada agricola comunale che partendo da questa si estende verso ovest per circa 50 metri affiancando un piccolo terreno già in proprietà alla di lui famiglia. Nel 1973 il Longo è Assessore comunale e il Comune si dà in dotazione il suo primo P. di F., strumento che regolamenterà l'edificazione per i successivi tredici anni fino al 1986. La cartografia che delimita le nuove zone passibili di edificazione segna come beneficiari di tale titolo i terreni che costeggiano la strada comunale de Narlasa per una fascia di larghezza variabile tra i 12-15 metri sul suo lato destro a salire (lato Tombole), partendo dalla villa Albertina fino a casa mia compresa, mentre essa viene estesa per una larghezza molto maggiore sul lato sinistro, verso ovest, interessando così anche parte dei nuovi terreni del Longo. E' però nel 1980 che per primi iniziano l'avventura edificatoria i signori L.P. e P.Z. Per la verità il primo fu A.Zeni (1965-66) che nell’area ex cava sottostante, su progetto del Micheletti eresse la propria dimora su menzionata, mentre la fascia sul lato Tombole risulterà di difficile utilizzo soprattutto a causa della sua striminzita larghezza.
3. 19 luglio 1985. Stava.
4. Giugno 1986. Il Comune si dà in dotazione un nuovo strumento urbanistico per far fronte alla “Ricostruzione di Stava” e al ripristino del tessuto urbano e sociale del paese, segnato profondamente negli animi da quell’Evento. Io siedo in Consiglio Comunale nelle fila “de L’Opposizione”; sindaco Jellici.
5. La cartografia del nuovo P.R.G.. interviene pesantemente sulla previsione dei futuri assetti urbanistici di Tesero sovradimensionando il fabbisogno di ricostruzione di 30000 mc (l‘equivalente di 100-120 nuovi appartamenti), come appare nella relazione dell’estensore arch. Mioni. In particolare per la zona Narlasa si attua lo stralcio della fascia a ridosso delle Tombole e per contro si estende l’area verso Santa Libera fino al limite dei fabbricati oggi esistenti. L’area viene definita come Piano di lottizzazione di Arlazza con n° 6 nuovi lotti distinti: 18 appartamenti.
6. Ritenendomi politicamente oltre che personalmente attaccato da tale scelta, dato che la mia famiglia a Narlasa è, per eredità, proprietaria di un terreno di 525 mq oggetto di stralcio, decido di intraprendere la strada del Ricorso giudiziario. Di ciò avviso anticipatamente il Comune.
7. Inizio estate 1987. Il Tar sentenzia l’annullamento completo del P.R.G.. accogliendo tutte le rivendicazioni del ricorrente: mia madre. Sbigottimento e panico in paese. Inevitabile azione di linciaggio morale verso il sottoscritto.
8. Due mesi dopo il Consiglio di Stato su azione del Comune sblocca la situazione confermando appieno le ragioni e i diritti del ricorrente ma ridando validità al P.R.G., eccetto che per la limitata area oggetto del ricorso per la quale resta valido l’impianto e la cartografia del 1973. E lo rimarrà fino al 2000, anno in cui la prima amministrazione Delladio interverrà con una variante. Nel frattempo su quel terreno ho costruito la casa ove ci abito: sono gli anni 1988-91.
9. L’edificazione sulla lottizzazione invece trova difficoltà a partire sotto l’Amministrazione Zeni nonostante l’acquisizione delle proprietà e dei titoli di ricostruzione facciano presumere il contrario. L’Amministrazione Delladio riesce in un’opera di mediazione e convincimento che sembrava inarrivabile. Ci mette però del suo (nostro) facendosi carico dell’onere della strada di penetrazione e di alcune concessioni di “favore” tra le quali la più vistosa è la cancellazione della Carta delle Penalità che consentirà l‘edificazione anche in zona rossa a marcato rischio di stabilità geologica. La conseguenza si materializza nell’incisione sensibile con opere di scavo ai piedi della zona Codòcio e nel rilevato di terra-armata che si affaccia sulla via Santa Libera. L’Ufficio Tecnico Comunale è osservatore privilegiato e interessato a tutti i movimenti in quell’area, apparentemente non sempre attento alla difesa dell’interesse pubblico e della economicità degli interventi. Ma tanto, paga la “Ricostruzione”. Le spese per le opere di urbanizzazione dai 90.000 Euro lievitano a dismisura. Non si contano le riconfinazioni attuate dalla moltitudine di tecnici che su quest’area si sono succeduti e gli interventi di manipolazione dell’assetto viario e dei suoi confini.
10. Se si esclude quindi la costruzione sull’ultimo lotto che andrà in porto durante il corrente anno 2010 dato che alla titolare P.Bosin è stata concessa regolare Licenza, si può affermare che l’edificazione a Narlasa è partita da un’idea Longo e si è conclusa con un ben visibile doppio intervento dei fratelli Longo, figli del medesimo.
11. In tutto ciò, quindi, i contadini con i loro trattori e BCS non centrano nulla o hanno avuto un non ruolo. Possono essere serviti al passante come anestetico o espediente per attutire o sviare il fastidio di un naturale e comprensibile, ancorché umano, sentimento di invidia. Ma null’altro. L’attenzione va sempre posta sulle questioni vere! Io per parte mia posso solo dire che non sono mai stato iscritto ai Contadini e d’altronde quella corporazione se ne guarderebbe bene dall’accettarmi al suo interno per il timore di dover spartire anche in minima parte quella stretta (a detta loro) coperta di sussidi economici che rappresenta la sua energia vitale. Un contributo definitivo alla svolta del mio legame verso l’allevamento di animali l’ha data il furto del cavallo che tenevo all’alpeggio nell’ormai lontano 1999. Ho un trattore, quello sì. Ed è anche in vendita, casomai interessi a qualcuno. Ho deciso di rinunciare, per inutilizzo, a quel mio Cabrio che peraltro continuo a sognare ma in versione James Dean o Gassman ne’ “Il Sorpasso“, epilogo finale a parte e da scongiurare.
12. A riguardo di tutto il costruito, solo il tempo dirà se la lottizzazione e la casa dove abito avranno avuto senso d’esser fatte. Oggi, analizzando con attenzione la vicenda, si può asserire che quasi tutta questa edificazione si sarebbe potuta e forse dovuta evitare. I miei bisogni e quelli abitativi di tutti gli altri, esclusi forse L.P. e P.Z. si sarebbero potuti e si potrebbero soddisfare benissimo in paese; e in tanti casi da subito.
13. Caro Ottimo, ti sarò grato se leggendomi contribuirai poi, qualora dovessi frequentare luoghi di particolare culto o concentrazione collettiva, a diffondere questa parte di verità che mi riguarda da vicino e che tu hai interpretato in modo molto personale e poco originale. Se poi lo farai col sorriso divertito sulle labbra, magari bagnate da un sorso di bevanda compromettente o nella prigionia di una fumata totalizzante mi andrà comunque bene. Se invece lo farai confabulando amabilmente con compagne o amici, accompagnando o facendoti accompagnare dal/i cane/i durante una passeggiata magari in quel de le Valene la cosa mi sembrerà maggiormente degna di attenzione e apprezzamento. Al ritorno, casomai, fermati a casa mia. Mi farebbe piacere, e so che lo farebbe anche a mia moglie Filomena, manifestarti in modo tangibile un segno di paesana ospitalità.
14. Comunque vada è stato un piacere leggerti; ma soprattutto risponderti. Sempre per quel subdolo narcisismo a cui alludevo. Ti saluto.
Marzio

1 commento:

  1. Marzio, fammi dire che il mio riferimento ai prati verdi era e rimane una ironica frase d'invidia che non voleva alimentare dubbi sulle origini della tua dimora. Come tale essa non richiedeva nessuna precisazione da parte tua, né tantomeno illazioni livorose. La risposta che dai é comunque interessante perché dimostra come non é possibile dare al potere politico la gestione delle risorse scarse senza un quadro normativo che ne determini i limiti e gli sviluppi. Tantomeno quando all'interno del contesto decisionale subentra il concetto di proprietà, eredità, etc. Allo stesso modo è però evidente che gli stessi quadri normativi sono ultrarigidi e diseconomici lì dove non dovrebbero, e politicamente "flessibili" in ogni altro ambito. Io temo che tu non comprenda questo punto perché la tua weltanschauung è perfettamente sintetizzata dal pto. 12. Per un economista (ma forse tu diresti per un capitalista...) la casa non é un bene di consumo per soddisfare bisogni abitativi. Essa é (a differenza della macchina) un immobile, un asset patrimoniale con effetti rilevantissimi sul benessere delle persone. Il senso e la lotta politica stanno tutti qui.
    Forse ti piacerebbe poter dire che questo concetto é antitetico e inconciliabile con il tuo modo di vedere le cose, ma la strada giudiziaria che giustamente intraprendesti anni fa, testimonia che non è così.

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