15/12/09

I CÒNCHI DA TIESDO


Nel mentre a Copenhagen i governanti mondiali discutono, in modo più o meno convinto, sul come ridurre le emissioni di CO², a Cavalese, giovedì scorso 10 dicembre, gli amministratori comunali di Fiemme, su invito dei vertici provinciali, presenziavano all’illustrazione del piano valligiano della mobilità “sostenibile” in vista dei mondiali 2013. Come avevamo anticipato in un nostro vecchio post “MONDIALI: MISSIONE COMPIUTA. E ADESSO?”, all’indomani dell’assegnazione dei campionati di fondo in pentola bollono cose grosse. Esattamente quelle che in quel post avevamo previsto. Il consigliere di minoranza del comune di Tesero Alberto Carpella reduce da quell’incontro, ci fa sapere infatti che: “Prima di tutto ora è ufficiale la volontà di fare la strada di collegamento tra il fondovalle e la Valena dal Morto, lungo il versante di Porina e Pradestabio, dove è prevista l'entrata in una galleria che sbocca più o meno nella zona delle Valene (presumibilmente 200 metri più a valle dell’erigendo Nuovo Ricovero Canal n.d.r.). In questo modo si convoglierebbe lungo la valle di Stava anche il traffico turistico per Lavazè liberando il paese di Varena. (...) Secondo intervento rilevante: tunnel di attraversamento di Cavalese. A seguire una serie di rotatorie sulla S.S.48. Il tutto per liberare la stessa S.S.48 dal traffico veicolare leggero e pesante e consentire sulla statale il solo passaggio dei mezzi pubblici: l'intento di fondo, di liberare la S.S.48 dal traffico, è lodevole ma perseguirlo con la costruzione di ulteriore viabilità mi pare illogico. Il bello è che l’ultimazione di tutti questi interventi è prevista entro gennaio 2013. (...) Ai vari consigli comunali viene richiesta la condivisione di questo piano per procedere con le varie progettazioni; è chiaro però che tutto è già in avanzato stato di studio. Dobbiamo solo prenderne atto, come sempre.”
Tutto questo perché? si chiederà un attento e frastornato teserano non riuscendo proprio più a capire sin dove ci si voglia spingere e dove si voglia arrivare. Risposta: perché urge togliere a Cavalese (soprattutto) e a Varena il traffico di transito per Pampeago e per Lavazé. Ottimo! E allora? Allora, scaltramente, i Lóvi cavalesani (in questo caso più volpi che lupi), grazie all’attivismo del loro assessore provinciale Gilmozzi, hanno ben pensato che per risolvere una loro necessità interna (niente affatto risolta dalla strada di fondovalle, a suo tempo apposta realizzata!) questa sarebbe stata l’occasione da non farsi scappare. E così sarà: Cavalese verrà liberato dal traffico per Pampeago e Lavazé scaricandone su Tesero l’impatto ambientale. Che, in fondo, a pensarci è anche giusto. Tanto, diranno a Cavalese, quei Cònchi da Tiesdo le lezioni non le imparano mai e del loro territorio – basta guardare – non gliene frega proprio niente. Libereranno quindi Cavalese dal traffico, mentre le colate di cemento e di asfalto le faranno sulla seconda zona per importanza agricola di Tesero. I Cònchi i pagón fóra con ‘n póca de gloria zo a l’Aquila. ridono furbi i Lóvi. Che vadano in Abruzzo quei Cònchi minchioni con il loro solito patetico presepio a rappresentare la Provincia presso i terremotati… Loro (i Cònchi) di più non chiedono e di tanto si accontentano…
Ragionando meno campanilisticamente (ma siamo sempre noi Cònchi che rinunciamo al campanile, mai i Lóvi!) l’intento provinciale (in linea di principio) potrebbe anche essere condivisibile e accettabile. Ma ci domandiamo se in realtà la presunta riconversione modale della 48 non sia invece il classico cavallo di Troia per giustificare lo scempio su Tesero e zittire le possibili (ancorché improbabili) dissidenze che eventualmente potrebbero emergere prima dell’inizio dei lavori. Il fatto è che per la P.A.T. il problema del finanziamento delle opere pubbliche non esiste, dunque la questione da risolvere non è mai quella - altrove fondamentale - di dove e come reperire le risorse per fare, ma come conciliare questa necessità di fare infrastrutture (che gli eventi “irripetibili” rilanciano continuamente) con la sempre più impellente necessità di risparmiare il patrimonio primario su cui basa il turismo, ovvero il territorio. Come è chiaramente intuibile più si va avanti più questa conciliazione diventa esercizio insostenibile. A maggior ragione quando, come in questo caso e come ben osserva Carpella, le finalità dichiarate dovrebbero casomai comportare un alleggerimento e non un appesantimento infrastrutturale. A questo punto è quindi inevitabile porsi le fatidiche seguenti domande: perpetrato l’ennesimo sacrificio territoriale, questa volta a carico quasi esclusivo del comune di Tesero, chi garantirà che la statale 48 venga messa a disposizione effettivamente ed esclusivamente del trasporto pubblico? E chi imporrà poi ai fiemmazzi, auto-dipendenti oltre ogni misura, di entrare nell’ordine di idee di modificare i propri comportamenti individuali e far sì che la nuova modalità di trasporto abbia una sua reale ragion d’essere? Se tanto ci dà tanto (e ad esempio consideriamo quanta opposizione abbia avuto proprio a Tesero una semplice e parziale revisione dei flussi di traffico interni) come possiamo credere che poi Tizio, Caio e Sempronio lascino volontariamente in garage i propri fuoristrada e si convincano che la cosa migliore per recarsi a Cavalese o a Predazzo, a partire dal 2013, sarà prendere l’autobus? È evidente che senza, prima di tutto, un profonda (e a quanto ci risulta non prevista tra le cose da fare) azione culturale, nessuna infrastruttura aggiuntiva garantirà un alleggerimento reale degli attuali volumi di traffico privato in valle. A meno che poi, fatte queste infrastrutture, non si renda obbligatorio l’uso del mezzo pubblico, il che ci pare abbastanza improbabile.
Alla luce di queste considerazioni sarebbe dunque logico attendersi che il Consiglio comunale di Tesero valutasse attentamente la proprosta concepita dai vertici della P.A.T. (che in realtà, come abbiamo detto, parte da una idea cavalesana, pro domo sua) e per una volta tanto avesse il coraggio di far valere con forza la propria potestà territoriale. Purtroppo, dato che ancora una volta l’occasione “irripetibile” incrocia interessi e stimola appetiti che transitano, manco a dirlo, attraverso l’immarcescibile signor P, difficilmente l’analisi nel merito del consesso comunale teserano, come quasi sempre accade in questi casi, risulterà approfondita, serena e dis-interessata. Staremo a vedere. Il consigliere Carpella realisticamente è sconsolato, e non gliene possiamo dar torto, ma c’è da augurarsi che, nella ancorché inutile discussione, la minoranza consiliare evidenzi con forza perlomeno le contraddizioni testé ricordate e non manchi soprattutto di sottolineare l’imperdonabile sacrificio ambientale che graverà poi per sempre sul nostro paese.

L’Orco


4 commenti:

  1. Ancora nessun commento? Brutto segno. Già metabolizzato tutto... Io mi astengo perché vedendomi inquinato il giardinetto di casa non sarei obiettivo. Ma mi chiedo, non sarà che si sono accorti che metro e trenini sono difficili da fare e quindi avanti di strade e atesine (per quattro gatti, ma pagate da tutti)?

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  2. Aggiungo solo che forse sarebbe meglio pensare ai trasporti pubblici obbligatori per andare a Pampeago e Lavazé. Quale mente malata può concepire una simile opera per un problema che si presenta tre mesi (a farla grossa) all'anno? Per giunta rendendo peggiore una strada (quella di Stava) che già fa schifo attualmente, almeno in inverno.

    Quoto Evgeny per il resto (e lo saluto). L'idea della Metro era, almeno in principio, buona e meritevole di una discussione a riguardo.

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  3. Concordo con Lorenzo (che saluto).C'è ben poca coerenza fra il convogliamento del traffico selvaggio dei "nossi cari siori" verso stava e la mobilità alternativa (per i valligiani) sulla statale, evidentemente ennesimo specchietto per le allodole.

    Flavio

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  4. Concordo coi commenti precedenti e, anzi, mi compiaccio di come, una volta tanto, il pensiero sia abbastanza unanime (vertici a parte..)

    Come dicevo già l'altro giorno a Lorenzo, rinnovo l'invito ai nostri "pensatori all'estero", (che tra l'altro stimo e ammiro molto), a portare un po' di esperienza dell'oltralpe in terra nostrana.. almeno per un confronto intelligente sull'investimento istruttivo e non distruttivo dei nostri cari soldi pubblici..

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