01/12/09

AL NUOVO SINDACO


Dunque ricapitoliamo.
1 - Alle nostre 10 domande il sindaco Delladio non risponderà. Non risponderanno i consiglieri comunali uscenti. Nemmeno i geometri e gli ingegneri risponderanno. Men che meno i tanti piccoli speculatori locali che, di concerto con le precedenti citate categorie professionali, dalla svendita del territorio a prezzi impossibili (un ossimoro che dice esattamente il livello raggiunto dalla barbarie) traggono guadagni vergognosi. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Ma tutti sono ciechi.
2 – Si dice che bottegai e pizzicagnoli locali siano in rivolta contro la viabilità (provvedimento giuntale del dicembre 2007!). Ancora? Ancora! Si dice stiano meditando di emigrare e che abbiano intenzione di abbandonare il borgo in massa. Qui non venderebbero abbastanza. A loro dire, il problema della contrazione delle vendite sarebbe conseguenza della non ancora digerita revisione dei flussi viari in alcune strade del paese, intesa a diminuire, diluendolo, il caos prodotto dalla mobilità.
Non si accorgono che l’origine dei loro mali (ammesso che non dipenda più probabilmente dalla crisi generalizzata dei consumi) è invece dovuta proprio all’ incessante cementificazione del territorio periferico del paese e al passaggio di proprietà del centro storico ai foresti. Non riescono a capire che tutto parte dall’allargamento concentrico e continuo di nuove case e nuove strade e il conseguente abnorme incremento di mobilità che soffoca il paese e ne impedisce una fruizione tranquilla e piacevole. Troppo presi a controllare gli spicci nel cassettino del registratore non vedono e non pensano, bensì credono che il problema sia dovuto esclusivamente alla mai sufficiente disponibilità di posti macchina! Poveretti!
3 – Dice infine il buon Tète (noto impresario locale) che a questo andazzo purtroppo non c’è alternativa. Come non c’è? diciamo noi. Quando avremo cementificato tutto il bello e il buono fuori e dentro al paese (e degli orti fatto posti macchina o garages, e delle adiacenze del parco dei bambini ulteriori nuove case per i foresti, e dell’orrido di Sa Noesco casa di riposo per anziani facoltosi, e dei piazzali scolastici posteggi, e del patrimonio immobiliare antico appartamentini per i signorotti lombardo veneti da usare 15 giorni a natale e poco più a ferragosto, eccetera, eccetera) dovremo fermarci o no? O vogliamo continuare sino a segarci il ramo su cui siamo seduti e 'impetonare' anche i pascoli? Non ci rendiamo conto che più si costruisce in periferia più la qualità turistica del paese diminuisce e il centro storico passa di mano ai non residenti? È ovvio che l’affermazione “non c’è alternativa” è insostenibile. Se invece è vero, come è vero, che a questa economia criminale basata sulla sottrazione continua di paesaggio e svendita di territorio un’alternativa va urgentemente trovata, perché non fermarci adesso? Perché non si pensa più in là dell’immediato e dell’ingordigia? Perché si procede navigando a vista e non alla luce della ragione(volezza)? Senza porsi mai la domanda e dopo? Tra cinque, dieci, quindici anni che facciamo?
Queste le domande sulle quali il nuovo sindaco (almeno lui) dovrà auspicabilmente meditare intensamente. Le priorità oggi non sono i lavori pubblici, che peraltro negli ultimi quindici anni l’amministrazione Delladio ha prodotto in quantità abbondante come nessun’altra prima. La priorità oggi è lo stop alla cementificazione! Ma l’inerzia è mortificante. A primavera l’ultimo atto amministrativo della giunta Delladio darà il la all’ennesimo ampliamento delle zona di fabbrica (Fia/Peoco, Restiesa, Aleci, Arlasa), preludio a una nuova colata di cemento. Sarà la regalia finale dei tre lustri d’oro delladiani per gratificare, prima del voto, quella parte della cittadinanza che per emulazione aspira ad avere prato inglese, barbecue e fuoristrada con panorama sull’urbe. Sarà un atto arbitrario, come tutti quelli che riguardano il territorio, perché deciso da pochi a beneficio di pochi. Per tacitare ancora di più le confuse menti locali.
L’amministrazione nuova, che subentrerà a quella di Delladio, si troverà a dover fare i conti con questa emergenza che si accresce ad ogni nuova licenza concessa. La controprova di ciò si avrà allorquando, sistemata piazza Battisti con il nuovo posteggio sotterraneo comunale, ultimati i sotterranei privati dei Fossi e di San Gianardo, e chissà quali altri ancora, per un totale di oltre 500 posti macchina interrati, oltre a quelli già esistenti in superficie, ci si accorgerà che l’obiettivo di dare tranquillità e piacevolezza al centro paese con queste nuove costosissime infrastrutture sarà ancora lungi dall’essere raggiunto.
Non ci resta che piangere? Probabilmente sì. Ma un ultimo tentativo val bene la pena di farlo.
Al futuro sindaco di Tesero Giovanni Zanon proponiamo di dare corso, come primo atto amministrativo, ad un censimento del patrimonio edilizio privato di Tesero per verificarne la consistenza. Dopo di che, dati alla mano, affidare uno studio che ne analizzi i contenuti in ragione dello stato del territorio, dell’andamento demografico attuale e delle proiezioni future prossime. Poi, fatto ciò, che le risultanze del lavoro vengano rese pubbliche e divulgate a mezzo stampa ad ogni cittadino di Tesero.
Se non sostenuto da concrete misure amministrative tutto questo servirà a poco e non fermerà la deriva, ma perlomeno farà capire a tutti dove siamo arrivati e dove di questo passo precipiteremo tra non molto.

L’Orco

1 commento:

  1. Lei pensa che l'attenzione privilegiata riservata al mondo turistico-alberghiero attraverso l'adozione in deroga di indici edificatori sproporzionati per il contesto urbanistico ambientale, sia interno al paese che in periferia (leggi Residence Montebel in via Delmarco, Residence Bernard in via Roma, impianti a Lago, alberghi a Stava, speculazione di Piattìs), sia il presupposto per un effettivo stare bene, non solo economico, dell'Ospite ma, soprattutto, del Paesano?
    Caro Orco,
    felice di rivedere attivo il tuo blog. Rispondo a questo post, non senza la presunzione di rispondere, al posto del primo cittadino, presente e futuro, alla domanda nr. 2 che gli ponesti tempo fa.
    Non so se con "Residence Bernard" spari direttamente nel mucchio senza sapere, a mio zio o a me e Casa Alma, ma in entrambi i casi mi sento di assicurarti che non ci sono state "deroghe" ne indici sproporzionati, a meno che, naturalmente, tu non ritenga un aumento del 10% della volumetria, "sproporzionato". Peraltro, l'altezza dell'edificio é invariata e sarebbe, in quel caso, da tornare indietro agli anni '30 e biasimare il vecchio Parcheche, anch'egli membro dell'egida odiata dei capimastri ora geometri. Sia come sia, se il vecchio ti piaceva di più, son gusti tuoi, ti basti sapere comunque che l'effettivo star bene del Paese secondo noi (e parlo per me, non per quelli della Civica...) passa anche, ma non solo dal mondo turistico-alberghiero. Che poi a Tesero ci sia sempre stata una alterna lotta fra i bacani dei praì e quelli che anche tu consideri speculatori turistico-alberghieri, é solo una triste bagatella fra gente che non ha problemi più seri da affrontare. Non ancora, almeno.
    Con rinnovata stima,

    Evgeny

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