07/10/09

GIORNATA SENZ'AUTO - 1^ EDIZIONE


Tutto ha funzionato a meraviglia. Per cominciare la bellissima domenica di sole. Poi l’ineccepibile organizzazione. E soprattutto (ci riferiamo a Tesero, degli altri paesi non sappiamo) l’apparato associazionistico con la sua consolidata affidabilità.
Nella patria del deus ex machina il successo della manifestazione è stato notevole. La folla festante in piazza Battisti s’è divertita per alcune ore tra palloncini variopinti, biciclette, calessi e carri a pedale infiorati. Gli alpini in camicia giallo zabaione e il bandin in divisa casual ufficiale, dispensando panini e musica, hanno fatto il resto. Insomma la festa campestre è ben riuscita. D’altronde quando mai a Tesero un qualsiasi evento sovrinteso dal Piero non riscuote un clamoroso successo di pubblico?
La questione però è un’altra, perché il tema della giornata, liberamente interpretando, verteva sull’approdo – ancorché ipotetico e a tappe successive – alla mobilità sostenibile in Fiemme e non già sul divertimento alternativo al giretto in auto in una calda domenica d’ottobre. E allora, se tale era il proposito, – anche se sappiamo che l’iniziativa fa parte di quel piano propagandistico e probabilmente enfatico che i prossimi mondiali di fondo si sono dati, facile a dirsi e a scriversi sui depliant, molto meno a farsi… – ci chiediamo quanto questa festosa kermesse abbia effettivamente colpito nel segno. E cioè quanto i partecipanti abbiano capito l’autentico scopo della festa. E qui la valutazione del risultato è meno chiara. La controprova sul campo, verificata in tempo reale, parlando, osservando e girando attraverso il paese, che non era interessato alla chiusura auto veicolare come invece lo stradone, tanto dimostra. Alcuni l’hanno definita semplicemente una carnevalata. Altri, didatticamente discutibile. Altri ancora notavano, appunto, il fuori tema. Eccetera. E quantunque l’invito a lasciare l’auto in garage e a partecipare fosse ovviamente esteso a tutta la cittadinanza, in troppi non sono riusciti a resistere al fascino indiscreto delle proprie autovetture. E infatti la concomitante processione del rosari, che mai come in quest’occasione avrebbe dovuto sfilare senza il codazzo di macchine al seguito e vigili di scorta, neanche stavolta l’ha fatta franca. Forse alcuni, pensando all’ennesima festa di popolo, che, diversamente dal solito, anziché al piazzale delle scuole, o a Stava, o a Pampeago, questa volta si celebrava in piazza del Tombon, hanno declinato l’invito preferendo divertirsi in un altro luogo e in altro modo. L’equivoco senso del raduno in effetti si percepiva benissimo e sovrastava l’allegro ritrovo. E quindi ci chiediamo ancora se gli organizzatori credano veramente di poter vincere la titanica scommessa del raggiungimento di una mobilità alternativa ecologicamente rispettosa disintossicando le migliaia di valligiani dall’ auto-dipendenza per mezzo di un’ennesima festa campestre. O se proprio questa bizzarra cura a base di polke, birra e würstel non dimostri invece che in realtà all’obiettivo dichiarato non ci si crede affatto! Passando in rassegna a memoria i vari maestri della domenica visti in piazza i dubbi al proposito non mancano. Alcuni pochi significativi esempi. Il mio amico Clerio, che a questa manifestazione ha aderito entusiasticamente, se gli fai notare che per non fare 50 metri a piedi, da casa sua alla sottostante chiesa di S. Leonardo, percorre ogni mattina 800 metri in auto, ti risponde piccato che lui fa quel che gli pare e a piedi in paese non gli piace girare. Le tante mamme che ieri pedalavano giulive con bambino e palloncino al seguito e che già il lunedì mattina, passata la festa (e gabbato lo santo), sfrecciavano come se nulla fosse e come sempre a bordo del vetturone per portare quel bambino (senza palloncino) all’asilo o a scuola, cosa avranno capito? E cosa avrà capito il buon Ottavio (altro entusiasta partecipante della domenica senz’auto) che il giorno dopo girava indifferente in auto lasciandosi alle spalle (si fa per dire) una calaverna di fumo lunga 100 metri… e potremmo continuare a lungo. Ognuno appunto, come dice Clerio, fa ciò che vuole. Siamo in Italia! Ma i "maestri", se tali vogliono essere, per avere credibilità devono agire coerentemente rispetto a quel che insegnano. Ogni giorno, tutto l’anno, con la giusta consapevolezza, non 6 ore (sei) in una domenica d’ottobre tanto per detergersi temporaneamente la cattiva coscienza. La credibilità è fondamentale perché abbia forza il principio d’autorità. E in questa società tv-dipendente nessuna variazione alle decadenti inerzie comportamentali è possibile senza una direttiva d’autorità. Purché autorevole e credibile.
Comunque, nella speranza che il tutto non si riduca alla solita rituale apologetica intervista di Radio Fiemme al Piero o a chi per lui, diamo tempo al tempo. E per la quasi certa prossima edizione suggeriamo di riconsiderare nel metodo l’iniziativa. Non che l’allegria non vada bene, ci mancherebbe! Ma è necessario che ad essa si accompagnino e preponderino momenti di riflessione critica nel merito. E maggior forza ed efficacia avrà il messaggio di “redenzione” se, anziché una tantum, verrà ripetuto alla cittadinanza più frequentemente e in ambiti e modalità diversi.

L’Orco

1 commento:

  1. Finalmente l'Orco è tornato, sempre critico, ma forse con una vena meno pungente del solito.

    Premettendo che il pezzo stuzzica anche me (anch'io talvolta esagero nell'uso dell'auto in paese), ed aggiungendo che non avendo partecipato alla giornata non so esattamente in cosa sia consistita e quindi non posso esprimere giudizi, lancio una proposta per la prossima occasione: perché non organizzare, accanto alla "indispensabile" festa campestre, un momento informativo serio, con una dettagliata ed imparziale descrizione della lotta al cambiamento climatico e più in generale delle conseguenze che un uso esagerato dell'automobile porta con se?

    L.

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